[RECENSIONE] UN TÈ CON BISCOTTI A TOKYO - JULIE CAPLIN - NEWTON COMPTON EDITORI


Buongiorno Sognalettori,
oggi sul blog vi parlerò di un libro che attendevo di leggere da un po', catturata sia dal titolo che dalla cover suggestiva: "Un tè con biscotti a Tokyo" di Julie Caplin, pubblicato dalla Newton Compton Editori, che ringrazio per il file digitale. 😊 🕮

Vi lascio qualche informazione sull'autrice, prima di parlarvi del libro.... e attendo i vostri commenti sotto al post! 😉

Julie Caplin è una scrittrice bestseller britannica. È stata finalista nel 2019 al famoso premio Romantic Novelists’ Association.
Un tè coi biscotti a Tokyo è il suo secondo romanzo, ma il suo primo tradotto in Italia.


IL ROMANZO


Titolo: Un tè con biscotti a Tokyo
Autore: Julie Caplin
Data di uscita: 2 Novembre 2020
Genere: Narrativa contemporanea straniera | Romance
Pagine: 352

Fiona è una blogger di successo, specializzata in viaggi.
Ha girato il mondo in lungo e in largo, ma il Giappone è sempre stato in cima alla sua lista dei desideri.
Per questo, quando scopre di avere la possibilità di partire per un viaggio interamente pagato, è al settimo cielo: i suoi sogni sembrano avverarsi! E così arriva nella splendida città di Tokyo, vibrante di vita e di suggestioni, pronta a godersi la sua straordinaria avventura… almeno finché non scopre che anche Gabe, l’uomo che le ha spezzato il cuore dieci anni prima, si trova lì.
Nel tentativo di dimenticare il dolore del loro ultimo incontro, Fiona si getta a capofitto nell’esplorazione della città.
Grattacieli mozzafiato, templi e santuari antichissimi, il sushi, lo spettacolo della fioritura dei ciliegi: chissà se potranno funzionare come antidoto contro la tristezza...


La protagonista di questo romanzo, ambientato quasi interamente in Giappone, è Fiona Hanning.
Fiona (28 anni) è una ragazza britannica che, dalla provincia di Londra, vola fino a Tokyo dopo aver vinto un viaggio di due settimane, tutto spesato, grazie ad un concorso fotografico… e come se non bastasse, il viaggio comprenderà un tutorato con uno dei fotografi giapponesi migliori al mondo e, al suo ritorno, una mostra fotografica con le foto che farà durante il viaggio!!
Un sogno ad occhi aperti… soprattutto per lei che è una blogger e instagrammer diventata nota al pubblico del web grazie alle innumerevoli foto che scatta durante i suoi viaggi, che descrive in modo preciso ed originale.

Fiona però è anche una ragazza molto timida, alta e goffa, che tiene i capelli biondo ramati sempre raccolti in una lunga treccia, un po’ per non farsi notare, un po’ per poterci giocherellare quando si trova a disagio.
Non è sempre stata così… è molto cambiata negli ultimi dieci anni a causa di una bruttissima esperienza del suo passato che l’ha fatta soffrire moltissimo e che ha segnato la sua vita.

Fiona non è solita viaggiare da sola, e anzi la spaventa moltissimo farsi un viaggio così lungo in aereo per addirittura due settimane, però non può assolutamente perdere una simile occasione!!
Quindi l’unica è farsi coraggio e partire… sperando che non ci siano imprevisti.

Era lì. Era audace. Non era un segreto che fosse lontana dalla sua zona di comfort, ma ce l’avrebbe fatta. A dispetto delle riserve di sua madre, quella era l’occasione di una vita, quella che non credeva le sarebbe mai potuta capitare.
Vincere il premio un viaggio tutto pagato per il Giappone insieme a una visita alla facoltà di Arte del Politecnico di Tokyo era già fantastico di suo, ma la possibilità di esporre e sue fotografie al Japan Centre di Londra era la ciliegina sulla torta. Era così grata di essersi iscritta ai corsi serali organizzati da una delle università di Londra.

Ovviamente le cose partono immediatamente storte, perché arrivata all’aeroporto internazionale di Haneda a Tokyo (dove tutto è così puntualissimo, preciso e perfetto: persino la sua valigia è comparsa sul rullo degli arrivi poco dopo il suo atterraggio) …non c’è nessuno ad attenderla! E sì che le avevano specificato che avrebbero mandato qualcuno a prenderla!
Cercando di non farsi prendere dal panico, Fiona controlla per la millesima volta i cartelli all’arrivo, sperando di leggere il suo nome, fino a quando non scorge un uomo europeo con un foglietto scritto a mano in fretta e furia. Che stia aspettando proprio lei?
Ma la sorpresa e l’imbarazzo aumentano a dismisura quando, avvicinandosi, si accorge che quell’uomo altri non è che Gabriel Burnett!! E che, ahimè, è una sua vecchia conoscenza…

Gabriel Burnett, fotografo dell’anno secondo il “Times” […] Quell’uomo aveva talento da vendere, per non parlare di un fascino, una presenza e un carisma smisurati, ed era anche stato molto amato dai media.
Che ci faceva lì? No. Non poteva essere lì per lei. Doveva essere una pura coincidenza. Ma nella sua testa i conti cominciavano a tornare. Lei aveva vinto un concorso di fotografia. Lui era un fotografo. Lei aspettava qualcuno che venisse a prenderla. Lui era nell’area degli arrivi.
Non. Poteva. Essere. Lì. Per. Lei.

L’unico modo per non avere un attacco di panico è cercare di comportarsi normalmente, sperando che lui non la riconosca, e cercando di viversi appieno quel viaggio. Anche perché le brutte sorprese non sono finite… Quel viaggio che tanto aveva sognato può trasformarsi in una catastrofe totale!

Fortuna che ad allietare decisamente il suo soggiorno giapponese ci sono le tre donne della famiglia Kobashi che la ospiteranno durante il suo soggiorno: Haruka (una saggia, determinata e giovane nonna tutta d’un pezzo), Setsuko (la sua empatica e socievole figlia) e Mayu (la piccola di casa, 15enne figlia di Setsuko e nipote di Haruka, un po’ ribelle e sopra le righe).
E, cosa importantissima, tutte e tre parlano benissimo l’inglese!! Così non solo Fiona potrà cercare di ambientarsi quanto prima, ma avrà qualcuno che la capirà senza doversi preoccupare costantemente della lingua… che è un’impresa anche solo a guardare i cartelli stradali!
Due settimane possono sembrare un tempo lunghissimo lontani da casa, ma se vissuto nel giusto modo potrebbe rivelarsi un’avventura!

Fiona ripensò a quanto le tre donne l’avessero fatta sentire la benvenuta. Magari, dopotutto, quando si si soffermava a pensare alle cose che contavano davvero, il Giappone non era poi così diverso. Le persone si amavano, ridevano e si prendevano cura l’una dell’altra, e questi erano valori condivisi in tutto il monco.

Non mi dilungherò oltre sulla trama (non voglio spifferare spoiler involontari!), però vi posso assicurare che questo romanzo è ricchissimo di tre cose: fotografia, cibo, tradizioni.

Non sono molto abituata a leggere libri ambientati in Giappone (nonostante io sia da sempre un’amante dei manga e degli anime giapponesi), quindi non sapevo bene a cosa sarei andata incontro approcciandomi alla lettura di “Un tè con biscotti a Tokyo”, inoltre non avevo mai letto nulla scritto da Julie Caplin.
La lettura infatti è stata un sorpresa.

Gli elementi che rendono questo libro un romanzo ci sono tutti: una protagonista giovane ed insicura ma con un sogno e un grande senso artistico, luoghi da sogno e descrizioni coinvolgenti.
Oh sì, di descrizioni ce ne sono in abbondanza!
L’autrice non ha voluto lasciare nulla al caso, e ha scelto di descrivere dettagliatamente molte cose, dando particolare attenzione ai panorami, alle tradizioni, al cibo e alla vita in Giappone, con una cura specifica per la terminologia giapponese e del relativo significato, oltre ad un attento interesse per il lavoro di fotografo.
Questa sua attenzione precisina, pregnante e quasi pignola dei dettagli è una cosa che può piacere o meno: io penso che in alcuni punti abbia arricchito la storia, parlando sia di alcune tradizioni giapponesi che io stessa non conoscevo, sia di altre a me note… e in fondo è anche bello ritrovare in un libro qualcosa che si conosce e che ti fa sentire a tuo agio. 🙂

Non posso sbilanciarmi troppo parlando dei protagonisti (altrimenti per spiegare le mie motivazioni dovrei riferirmi a determinati punti “clou” della storia, ma posso affermare che i miei due personaggi preferiti di questo libro siano nonna e nipote Kobashi, così diverse eppure così unite.

La lettura è stata piacevole e leggera, e per certi versi anche esplicativa (in alcuni punti mi ha fatto venire l’acquolina in bocca con le descrizioni di cibi prelibati!), e ne consiglio la lettura a chiunque abbia voglia di tuffarsi in un libro dalle tonalità delicate, abbia la necessità di rigenerarsi con la tranquillità e l’enorme educazione giapponese, abbia una propensione per l’arte fotografica e provi simpatia per i personaggi che, sebbene abbiano delle ferite nel loro passato, ce la mettano tutta per cercare di migliorarsi e di diventare una versione migliore di loro stessi. 😊
E ovviamente qualora abbiate il desiderio di farvi un viaggio in Giappone, iniziate a prendere appunti!! 😉

Ah, piccola noticina finale mia personale: quando leggo un libro, sono curiosa e vado sempre a cercarmi il titolo originale.
In questo caso è “The little teashop in Tokyo”, che trovo azzeccatissimo per la storia… ma ho qualche piccola perplessità per la traduzione italiana: l’inserimento di quel “biscotti”. 🤔
Non riesco a spiegarmene il motivo nella traduzione italiana, e sarei curiosa di scoprirlo…
...se qualcuno lo sa, non esiti a scrivermelo nei commenti sotto al post, grazie! 😄


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