[REVIEW PARTY] SOGNIAMO PIÙ FORTE DELLA PAURA - SAVERIO TOMMASI - SPERLING & KUPFER


Buongiorno Sognalettori! Il blog oggi partecipa al Review Party del libro “SOGNIAMO PIÙ FORTE DELLA PAURA” dell’autore italiano Saverio Tommasi, pubblicato in Italia dalla casa editrice Sperling & Kupfer.

SAVERIO TOMMASI è nato e vive a Firenze. Diplomato all'Accademia di Arte Drammatica dell'Antoniano di Bologna, ha lavorato in teatro per quasi dieci anni. È reporter di Fanpage.it, seguitissima testata giornalistica online, autore di reportage e inchieste in Italia e all'estero. Nei suoi video affronta temi di grande attualità e sensibilità. Molto spesso si schiera dalla parte degli ultimi, di coloro che hanno bisogno della sua voce per raccontare la propria storia, facendo un grande lavoro di informazione e di denuncia. La sua pagina Facebook è seguita da mezzo milione di persone. 
Con Sperling & Kupfer ha pubblicato anche Siate ribelli, praticate gentilezza.
Per qualche informazione ulteriore sull’autore, ecco i suoi account ufficiali:
IL ROMANZO


Genere: Narrativa
Data di uscita: 13 Novembre 2018
Prezzo cartaceo: 16,90€
Prezzo ebook: 9,99€


Capita di rado di rendersi conto dell'ultima volta in cui si fa qualcosa. L'ultimo gelato dell'estate, l'ultimo abbraccio a un amico che poi muore o parte, l'ultima canzone che poi la serata finisce. Quando ancora vedeva le rondini volare in cielo a primavera, Filadelfia non sapeva che sarebbero state le ultime. Poi più niente. E neanche libellule, lumache, pesci nel fiume. Perché il mondo si era fatto grigio e sporco. Filadelfia ha sedici anni. Altissima, magra, cento soprannomi che le hanno rifilato i bulli della scuola, si è appena trasferita in una nuova città, in cerca di altri colori e di giorni meno difficili. Perché, nonostante tutto, ci prova a sognare più forte. È così che le ha insegnato suo nonno, che sa tante cose e sembra venuto, più che da un'altra epoca, da un altro pianeta. Lui, questo mondo in cui non ci si saluta più per risparmiare sulle parole e si ringhia davanti a una tastiera, non lo riconosce più. E non si dà pace per quegli alberi spogli e quel fiume logoro per gli scarichi della fabbrica di Ilvo, il principale imprenditore della zona. Il giorno in cui il nonno sparisce, tocca a Filadelfia mettersi alla sua ricerca. E si troverà a fare molto più di questo. Si batterà per salvare tutto ciò in cui crede, senza sapere se ce la farà, ma non avendo altra scelta che provarci. Una favola moderna che con ironia, dolcezza e un tocco di magia ci invita a non perdere la speranza di poter cambiare questo mondo malconcio.
A Spintarella, un paesino talmente minuscolo che non è nemmeno mai stato segnato sulle cartine geografiche, dove tutto viene accorciato per non perdere tempo, anche le parole, i saluti e l’educazione, nasce e cresce una ragazza dal nome alquanto singolare: Filadelfia.
Filadelfia è sempre stata diversa dalla massa: adora fare molte e svariate domande e ascoltarne poi anche le risposte, adora chiacchierare con il suo amato nonno Esterino, è sempre andata matta per i colori e per questo è sempre stata presa in giro dai compagni di scuola sciocchi, che hanno iniziato a canzonarla affibbiandole nomignoli perché è altissima e magrissima per i suoi 16 anni. A causa delle continue prese in giro, e della sua grande timidezza, Filadelfia ha spesso degli A.D.P. ovvero Attacchi Di Panico, ma nonostante tutto, lei continua a “sognare più forte”, come le ha insegnato suo nonno.
Filadelfia è molto legata al nonno, e lo era anche alla nonna Elsa, morta tempo prima, e adora ascoltare tutte le storie che le racconta il nonno, anche se non ha mai capito quanto siano vere o quanto inventate, ma poco le importa: ascoltare il nonno è per lei un vero piacere e non si stufa mai di fargli domande e di ascoltare le sue originali risposte.
«Il nonno ha uno zainetto invisibile con tante storie dentro.» «Interessante. Uno zainetto invisibile?» «È un modo di dire.» «E cosa vuol dire questo modo di dire?» «Vuol dire che quando ho un problema, o una curiosità, oppure è una giornata nì, cioè né no né sì, lui scuote lo zainetto, mescola le storie che ci sono dentro e poi tira fuori proprio le parole che mi servono.» 
Per via della brutta tosse del nonno, che è arrivata un po’ all'improvviso, la famiglia di Filadelfia, quando lei deve andare in seconda superiore, decide di trasferirsi a Spinazzola, con la scusa non tanto di far respirare un’aria migliore al nonno, ma piuttosto per la maggiore vicinanza all'ospedale, in caso di necessità.
Così la vita di Filadelfia, del nonno e della mamma cambia all'improvviso: si ritrovano in un luogo dove tutto è ricoperto costantemente da una insistente polvere nera proveniente dalla fabbrica di Ilvo, ma soprattutto la loro quotidianità viene sconvolta fin dalle cose più banali.
Filadelfia si ritrova in una nuova scuola con soli 15 studenti per classe (12 normali e 3 speciali) dove i più normali sembrano proprio gli studenti speciali; il nonno inizia ad esplorare cosa ci sia attorno alla loro casa, scoprendo forse più di quanto dovrebbe e lamentandosene a destra e a manca senza paura di dire la sua opinione e la verità; e la mamma si ritrova a lavorare ancora più duramente perché il papà di Filadelfia non sempre consegna loro, la giusta somma di denaro per il mantenimento della figlia… della quale purtroppo gli importa poco o niente.
Un po’ costretta e un po’ per suo diletto, Filadelfia inizia ad aprire di più gli occhi su quel che la circonda, grazie anche ai preziosi suggerimenti del nonno, e inizia a vedere il mondo da un punto di vista nuovo e più profondo, a cogliere le opportunità che forse prima non avrebbe mai pensato di prendere, inizia a scrivere con più frequenza sul suo diario ma soprattutto inizia a mettersi maggiormente in discussione, affrontando i giorni Gu (ovvero le sue giornate storte e tristi) con più forza.
«A fare cosa?» chiese Filadelfia. «A cambiare prospettiva prima di giudicare.» «E dopo aver cambiato prospettiva, posso giudicare?» «Devi cambiarla almeno quattro volte», disse il nonno, «perché nelle scarpe dell’altro un po’ ci devi camminare. Solo dopo puoi iniziare a farti un’idea.» «Vale per tutti?» «Sì.» «Tutti tutti tutti?» «Sì sì sì.»
Le cose che sembravano aver trovato la giusta piega, all'improvviso si mettono male non appena il nonno “pesta i piedi a chi non dovrebbe”: tutto si rimescola e cambia in negativo per la famigliola.
Il nonno la guardò, e disse: «Ci sono uomini indifferenti, che non danno valore ai sentimenti e attribuiscono un prezzo a troppe cose.
Questo libro, scritto con uno stile molto semplice, un linguaggio schietto e diretto, una serie di sogni ad occhi aperti… e altri un po’ meno, in realtà – a parere mio – narra qualcosa di ben più complesso della storia della protagonista e lo nasconde nel sottotesto; l’intento dell’autore pertanto, sempre a mio modesto parere, è quello di far trapelare qualcosa di ironico e allo stesso tempo critico, detto in maniera un po’ velata nascondendolo in un qualcosa di più semplice, come se fosse una serie di scatole magiche o una matriosca.
Mi spiego meglio. Se la trama del libro appare a prima vista abbastanza semplice e lineare con pochi colpi di scena, in realtà contiene anche quel che non dice esplicitamente, proprio come il nonno si raccomanda sempre di fare alla nipote: sognare forte, più forte della paura, sognare in grande e non vedere la vita da un unico punto di vista. Il nonno insegna alla nipote che non sempre si può ipotizzare la giusta realtà e che questa non è sempre univoca, ma almeno si può provare a vedere la stessa cosa da più aspetti e tutto quello che si vede cambia subito colore, non è più o bianco o nero, ma assume sfumature diverse e assai rilevanti, spunti di riflessione e ti fa fare un passo indietro dal giudicare subito gli altri, come molto oggi tendono a fare.

L‘autore sceglie di parlare di qualcosa di apparentemente semplice, ponendo una ragazza di 16 anni come protagonista, ma allo stesso tempo inserisce molti sottocontesti sui quali ironizza, discute, critica e spiega al lettore in un modo più o meno pungente e non così immediatamente intuitivo. Io per prima infatti ho valutato il libro in maniera diversa e sempre più approfondita via via che andavo avanti con la lettura, e se i primi capitoli possono sembrare davvero molto semplici, nel proseguire mi sono soffermata a riflettere e a tornare indietro a ripensarci, e piano piano ho trovato significati nuovi, un pizzico di beffarda ironia e, in alcuni punti, di velata tristezza.
Prima ancora di aver letto qualche informazione sull'autore, ho intuito subito la sua origine fiorentina proprio dalla sua scrittura… e penso che questo sia un segno distintivo positivo, oltre al fatto che trovo che il modo di scrivere di Saverio Tommasi sia assolutamente originale. 
La caratteristica maggiore di questo libro è, secondo me, che riesce dire con tanta facilità e spensieratezza delle mezze verità, delle bugie bianche e dei sogni ad occhi aperti: mette più in risalto chi non fa parte della massa, chi cerca di usare la propria testa, chi è considerato diverso, ma proprio per questo possiede qualità forse più importanti di tante altre.

Questo libro mi ha fatto soffermare su vari spunti di riflessione, uno di quelli che mi ha colpito di più è l’impossibilità di riconoscere l’ultimo istante in cui si fa una determinata cosa, o si abbraccia una determinata persona, senza sapere che poi tutto cambierà, che quella cosa non si potrà più fare, che quella persona non la si potrà più rivedere…. Ho voluto percepire questa sensazione come un incitamento a vivere con più profondità ogni aspetto della propria vita, per potersi gustare appieno le cose belle, le quali non sempre sono cose megagalattiche, ma possono essere anche piccole cose, ugualmente assai preziose.
Questa lettura che inizialmente mi lasciava con qualche perplessità, si è poi rivelata più profonda ed inaspettata di quando mi sarei potuta immaginare, e il mio giudizio complessivo è decisamente una bella scoperta.

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