[REVIEW PARTY] I FILI ROSSI DELLA FORTUNA (IL TENSORATO libro #2) - NEON YANG - OSCAR MONDADORI VAULT


Buorgiorno Sognalettori,
è tornata l'ora di parlare finalmente della discussa e singolarissima serie de "Il Tensorato".
Oggi i blog partecipanti all'evento vi raccontano il #2 libro, "I FILI ROSSI DELLA FORTUNA" di Neon Yang, pubblicato dalla casa editrice Oscar Mondadori Vault nella collana Fantastica, che ringrazio per il file digitale.🕮

Siccome i libri contenuti all'interno della serie sono 4, abbiamo pensato quindi di fare 4 Review Party distinti, uno per ogni libro della quadrilogia!
Trovate la mia recensione del primo libro QUI.
Che ne pensate? Aspetto i vostri commenti sotto al post! 😉

Neon Yang, autorə queer non binary, ha lavorato nell'ambito della biologia molecolare, della comunicazione scientifica e del giornalismo e ha scritto sceneggiature per cinema d'animazione, giochi e fumetti. Ha pubblicato racconti e romanzi, come JY Yang e come Neon Yang, tra cui l'acclamata serie de Il Tensorato, finalista ai più importanti premi di fantascienza (Nebula, Hugo, World Fantasy). Vive a Singapore.
I suoi pronomi sono they/them.



IL ROMANZO


Titolo: I fili rossi della fortuna
Autore: Neon Yang
Data di uscita: 23 Novembre 2021
Genere: Narrativa Straniera contemporanea | Fantasy Silkpunk
Pagine: 192
Volume della serie: # 2

Profetessa ormai decaduta, dominatrice degli Elementi, e figlia della Protettrice, Sanao Mokoya ha deciso di cambiare vita. Un tempo le sue visioni davano forma alle vite dei suoi concittadini in tutto il paese, ma, anche se prevedeva immani tragedie, Mokoya non aveva modo di ridisegnare il futuro. Devastata dalla perdita della figlia, inizia una caccia contro i letali naga, capaci di oscurare il cielo, nelle lande più remote del regno, lontana da tutto ciò che amava, accompagnata da un branco di raptor.
Seguendo le tracce di un enorme naga che minaccia la città mineraria ribelle di Bataanar, Mokoya incontra lə misteriosə e affascinante Rider. Ma le cose non sono come sembrano: la bestia che entrambз inseguono nasconde un segreto che potrebbe far scoppiare la guerra in tutto il Protettorato. Invischiata in una cospirazione di magie e tradimenti, Mokoya deve venire a patti con il suo dono straordinario e pericoloso, o rischiare di perdere quel poco che ancora le è caro.

La saga del Tensorato spalanca le frontiere più innovative della speculative fiction: con la sua prosa affilata e insieme epica, Neon Yang scardina molte delle convenzioni di genere (letterario e non solo), ridefinendo i confini e le modalità di ciò che significa “raccontare storie”.


Dopo la fine del libro precedente, “Le maree nere del cielo”, la storia di questo secondo volume comincia con la protagonista Mokoya (una dei due gemelli attorno a cui ruota tutta la storia de Il Tensorato) la quale ora ha 38 anni.
Non è di certo la Mokoya bambina che avevamo iniziato a conoscere, con i suoi occhi di due colori diversi, un legame fortissimo con il gemello Akeha, e soprattutto un potere straordinario ed unico: la Preveggenza.

Sono passati già più di tre anni da quando un tragico incidente le ha stravolto la vita in tutti i sensi, sia emotivamente che fisicamente: la straziante perdita della figlioletta Eien e tutte le numerosissime cicatrici e innesti di pelle con le quali Mokoya ora si ritrova per colpa dell’esplosione che ha quasi ucciso anche lei, hanno fatto sì che lei non si senta più a casa nella vita che l’aveva resa immensamente felice e appagata.
E, come se non bastasse, oltre alla sofferenza del lutto e all’inspiegabile perdita dei suoi poteri profetici, si è aggiunta anche una brutta litigata con il gemello, la persona a cui sia più legata in assoluto… tutto questo l’ha resa distaccata dalla realtà e la fa sentire persa… e per niente lucida!

Lei era Sanao Mokoya. Figlia della Ptrotettrice, ex Profetessa, un tempo istigatrice della ribellione nel cuore della capitale. Aveva attraversato le fiamme dell’inferno ed era sopravvissuta. A cosa era servito tutto il suo addestramento, tutti gli anni passati a perfezionare la sua tecnica, se persino le cose più significative e stupide – come una lite con suo fratello, per esempio – erano capaci di condurla alla rovina?

Proprio per questo motivo, la “nuova Mokoya” da un paio d’anni ha deciso, assieme alla sua fedele Fenice, di seguire Adi (una donna stramba e colma di rabbia) e il suo gruppo di raptor, andando a caccia di naga, enormi mostri che possono mettere in pericolo intere città con la loro brutalità ferina.
I tentativi di Thennjay Satyaparathnam (marito di Mokoya oltre che Sommo Abate) e di Yeongcheow (cognato) di riportarla a casa sono inutili: Mokoya non riesce proprio a lasciarsi alle spalle l’enorme trauma che l’ha stravolta, non riesce più nemmeno a guardare negli occhi suo marito, e si sente ormai utile solo come cacciatrice di naga, mettendo in pratica le conoscenze che apprese da bambina durante l’addestramento nel Grande Monastero.
Come anche non può dimenticare tutti i segreti della Slasca e della Naturscienza imparati fin da piccola, nonostante ora non sia più in grado di tensere come faceva prima, quando riusciva a dominare tutti e cinque gli elementi.
E alcune frasi le ritornano in mente all’improvviso...

Conosci le vie delle cinque nature e conoscerai le vie del mondo. Poiché tutte le linee e i nodi della Slasca sono le linee e i nodi del mondo, e tutto ciò che ha forma di forma attraverso l’intreccio dei fili rossi della fortuna.

Partita in missione inseguendo un famigerato naga che minaccia la città di Bataanar, Mokoya farà un incontro inaspettato: conoscerà lə misteriosə e affascinante Rider.
Le cose però sono molto più complicate di quanto sembrino, perché non solo quel naga nasconde un segreto che potrebbe sconvolgere gli equilibri della già precaria pace del Protettorato, ma anche ci sono innumerevoli tradimenti, macchinazioni e cospirazioni in agguato! Mokoya dunque, oltre a cercare una sua pace interiore, dovrà fare di tutto per evitare che tutto crolli.

Come già avevo potuto capire (e chi come me ha letto il primo volume de Il Tensorato), anche ne “I fili rossi della fortuna” ci troviamo in un mondo tra il fantastico e il distopico, dove tutte le regole vengono rimescolate e ci si può aspettare davvero di tutto!
E non intendo solo nella trama, ma anche e soprattutto nella scrittura: Neon Yang infatti, con questa quadrilogia, introduce un nuovo stile narrativo dove non solo c’è la libertà di genere e questa viene presa con assoluta normalità lasciando É™ bambinÉ™ liberÉ™ di scegliere chi vogliono essere, ma vi è una certa libertà anche grafica.
Il libro in lingua originale infatti vede un plurale di genere per tutti coloro che non hanno ancora effettuato la cerimonia di conferma, e nella traduzione italiana – dove in una prima versione era stato tradotto letteralmente con un plurale (causando numerosi problemi) – si è poi deciso di utilizzare la “É™” lasciando così i verbi al singolare per agevolare la comprensione durante la lettura.

Come nel primo libro, anche in questo secondo volume mi sono avventurata tra i capitoli molto scorrevoli e al contempo da assaporare pian piano, perché Yang utilizza una narrazione ricca di concetti e termini che fanno parte della sua fantasia ai quali ci si deve un po’ abituare, tuttavia il mondo fantastico in cui è ambientata la storia è assolutamente intrigante e singolare.

I fatti si svolgono in ordine cronologico, pertanto in questo secondo libro troviamo i personaggi conosciuti nel primo, ma più grandi, più responsabili, più complicati, più emotivi.
Ho apprezzato molto il fatto che in questo volume venga approfondito meglio il punto di vista di Mokoya, dandole la possibilità di farsi conoscere maggiormente dai lettori, i quali la vedranno in lotta sia emotivamente che letteralmente.

Non voglio sbilanciarmi ulteriormente con le descrizioni, essendo un secondo volume breve di una quadrilogia, però posso dirvi che più vado avanti con la lettura de Il Tensorato, più la storia mi incuriosisce!
Pertanto vi aspetto al prossimo appuntamento, dove parlerò del terzo volume…

A presto e buona lettura!!

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