[REVIEW PARTY] CITTÀ DI SPETTRI - VICTORIA SCHWAB - OSCAR MONDADORI VAULT Fantastica


Buongiorno Sognalettori!
Oggi, in occasione del bel Review Party dedicatogli, vi parlo di “CITTÀ DI SPETTRI di Victoria Schwab, pubblicato in Italia dalla casa editrice Oscar Mondadori Vault (nella collana Fantasy), che ringrazio moltissimo per aver fornito il file per la lettura in anteprima.

Ma ora ecco qualche informazione sull'autrice.

Victoria "V. E." Schwab è l'autrice di oltre venti libri, tra cui l'acclamata serie Shades of Magic e la trilogia Cassidy Blake, e La vita invisibile di Addie LaRue. I suoi romanzi sono stati tradotti in tutto il mondo e sono stati opzionati anche per il cinema e la televisione. Quando non si aggira per i vicoli di Parigi o non arranca su e giù per le colline inglesi, vive a Edimburgo, in Scozia, ed è in genere accoccolata nell'angolo di una caffetteria, intenta a sognare mostri.


IL ROMANZO


Titolo: Città di spettri
Autore: Victoria Schwab
Data di uscita: 31 Agosto 2021
Genere: Narrativa Contemporanea Straniera | Young Adult
Pagine: 320
Volume della serie:

Da quando Cass è quasi annegata (sì, va bene, è veramente annegata, ma non le piace ripensarci), è in grado di attraversare il Velo che separa i vivi dai morti e accedere al mondo degli spiriti. Persino il suo migliore amico è un fantasma.
Insomma, la faccenda è già piuttosto strana. Ma sta per farsi ancora più strana.
Quando i suoi genitori vengono ingaggiati per girare un programma televisivo dedicato alle città infestate, tutta la famiglia si trasferisce a Edimburgo, in Scozia. Dove cimiteri, castelli e vicoli sotterranei pullulano di fantasmi irrequieti. E quando Cass incontra un’altra ragazza che condivide il suo stesso “dono”, si accorge di avere ancora molto da imparare sul Velo, e su se stessa.

Dall’autrice bestseller Victoria Schwab, un racconto spaventoso ed elettrizzante, pieno d’azione, che parla di infestazioni, passato, mistero, e del legame tra i veri amici (anche se quell’amico è un fantasma).


È l’ultima settimana di scuola prima delle vacanze estive e la protagonista pregusta già le vacanze al mare… ma mai e poi mai Cass si sarebbe potuta immaginare quello che le capiterà!

Cassidy Blake, una ragazzina tutta pelle e ossa, guance paffute e riccioli castani, frequenta le scuole medie, ha la passone per la fotografia (quella con una vecchia macchina fotografica con pellicola in bianco e nero) ed è tutt’altro che popolare. Ma non per questo si fa problemi se i compagni la ritengono una strana: lei ha un solo migliore amico, Jacob… peccato che nessuno tranne lei lo possa vedere o sentire, perché Jacob è un fantasma!!

La gente pensa che i fantasmi escano solo di notte, oppure a Halloween, quando sul mondo cala il buio e i muri si assottigliano. Ma la verità è che sono dappertutto. Tra gli scaffali del pane del supermercato, nel bel mezzo del giardino della nonna, seduti in prima fila sul tuo stesso autobus. Solo perché non riesci a vederli, non significa che non ci siano.

Jacob in apparenza ha all’incirca l’età di Cass, ciuffo biondo, occhi di un azzurro intenso, simpatico e premuroso nei confronti della sua amica, della quale sa leggere nella mente.
Jacob è un tipetto ironico, vivace, che si definisce “diversamente corporeo”… ed è enormemente legato a Cassidy da quando le la salvato la vita un anno prima! Da allora sono inseparabili… a maggior ragione quando attraversano il Velo, una sorta di sipario tra il mondo reale e quello sovrannaturale.
E nonostante sia già più di un anno che Cass attraversa il Velo avanti e indietro, non si è ancora abituata allo stranissimo mix di sensazioni che prova.

Ma una volta vicine all’entrata vera e propria, di colpo mi blocco. A spaventarmi non è tanto quello che vedo o fiuto. Semmai, è quello che sento. L’aria diventa opprimente e una pressione mi monta nel cranio; il Velo, non più un braccio posato sulle mie spalle, ora è una coperta fradicia, pesante e asfissiante. Il panno grigio fluttua sotto i miei occhi.

Da quando è stata salvata infatti Cassidy ha cominciato a percepire cose che non aveva mai sentito prima, come ad esempio la presenza dei fantasmi, le loro voci, e il loro tap-tap-tap che la chiama… peccato che non lo possa raccontare a nessuno, se non vuol esser presa per pazza! E per quanto lei cerchi di non cedere ai richiami dei fantasmi, non può proprio farne a meno…

Nient’affatto, io mi spavento come chiunque altro. Che ci si creda o no, non mi va di passare il mio tempo a caccia di fantasmi. Il fatto è che se sono nei paraggi allora mi è impossibile ignorarli. È un po’ come sapere di avere qualcuno alle spalle e sentirti dire che non puoi girarti.
Avverti il suo fiato sul collo e, ogni secondo che non guardi, la tua mente non fa che peggiorare le cose perché, in fin dei conti, quel che non si vede fa sempre più paura di quel che si vede.

Fin qui le cose potrebbero essere già strane di per sé, ma indovinate che lavoro fanno i genitori di Cassidy? Scrivono entrambi libri sul paranormale! Quindi, in un modo o nell’atro, Cass è cresciuta con queste tematiche. Tuttavia solo da quando Jacob l’ha salvata e ha potuto provare sulla sua pelle cosa voglia dire vedere davvero dei fantasmi, si è resa conto che in realtà i suoi genitori sono sì geniali, ma è evidente che non ne sanno un accidente di come stanare un vero fantasma.
Perché vi dico questo? Perché proprio grazie al loro lavoro, ai signori Blake viene offerta la possibilità di partecipare ad un programma tv che li vede protagonisti mentre visitano luoghi infestati da fantasmi e ne parlano in una sorta di documentario col nome di FantaDetective!
E la cosa diventa fastidiosa per Cass perché, a causa del programma, lei sarà costretta a seguirli, rinunciando alle vacanze estive e girando per il mondo coi propri genitori per tutta la durata delle riprese!

Ed è così che le sue avventure hanno inizio nella magica, suggestiva e misteriosa città scozzese di Edinburgh, dove il fascino delle leggende sui fantasmi aleggia ovunque tra le vie, nei negozietti, negli alloggi e soprattutto nel grande e antico castello che sovrasta la città!!

Ora non so chi di voi Sognalettori abbia avuto la fortuna di visitare la città di Edinburgh, ma io sono tra questi! Ci sono stata ancora tanti anni fa, proprio nell’estate dei miei 18 anni in vacanza studio, e leggere i capitoli di questo libro mi ha un po’ riportata indietro nel tempo, perché – sebbene per motivi differenti – Cass ed io siamo rimaste completamente affascinate dall’atmosfera che si respira in quella città… 😍
Certo, probabilmente ricorderete che ve ne ho già parlato in un’altra recensione qualche mese fa, [se siete curiosi leggete QUI], ma quindi era destino che io leggessi proprio “Città di spettri”?
Forse. Soprattutto se vi dico un altro aspetto: proprio nella capitale Scozzese la nostra protagonista conoscerà una ragazza adolescente poco più grande di lei che sarà un elemento assai importante nella storia, e questa ragazza si chiama Lara Jane Chowdhury!
Notate niente? Eh già, proprio “Lara”!
Ma perché vi dico questo? Perché mi capita rarissimamente di leggere libri in cui appaiano personaggi col mio nome, e la cosa più bella è quando lo scopro proprio durante la lettura, senza saperlo in precedenza… quindi una doppia fortuna! 😊
E aggiungo anche che il personaggio di Lara tra le pagine di questo primo libro della trilogia assumerà un ruolo importante ed evolverà come personaggio, aiutando molto Cassidy, vi farà capire anche quanto io sia felice di vedere che il mio nome sia stato scelto per un personaggio di spessore…
No no, non è tirare acqua al mio mulino, perché non ci ricavo nemmeno un penny a parlar bene dei personaggi col mio stesso nome… Solo che, oltre alla mia soddisfazione di lettrice, c’è anche un pizzico di felicità personale perché io faccio parte di quella fetta di persone nel mondo a cui piace molto il proprio nome e si ritiene fortunata che sia stato scelto per sé… senza nulla togliere agli altri miliardi di nomi che esistono nel mondo. 😉

Ma ora basta divagare, è giunta l’ora di dirvi quanto e perché mi sia piaciuto questo libro.
Innanzitutto i personaggi: vivi, dinamici, produttivi e in evoluzione.
L’ambientazione suggestiva (adoro Edinburgh, non si era ancora capito? 😜)
La trama originale e vivace: la Schwab parla dei fantasmi in una veste nuova, tutt’altro che spaventosa ma piena di mistero.
La narrazione veloce, scorrevolissima ed incalzante, che non solo mi ha convinta fin dalle primissime righe, ma anche mi ha tenuta incollata alle pagine dall’inizio alla fine, con uno stile giovane, fresco e coinvolgente.
La traduzione assai piacevole e perfetta per questo libro (apprezzo molto anche quando i traduttori utilizzano un linguaggio che fila con la storia e lo stile delle vicende narrate, pur rimanendo attinenti allo stile originale dell’autore).
I nomi dei personaggi (certo, un filino di parte lo sono 😉)
La cura nei dettagli che è stata data dalla casa editrice nella realizzazione di questo volume (in realtà dell’intera trilogia… di cui non vedo assolutamente l’ora di leggere i prossimi due volumi… e a quanto pare non dovremo attendere molto per il 2°!).
Infine, ultimo ma non meno importante, il genere letterario: sebbene sia un libro middle grade (ovvero con protagonisti dei ragazzini di età delle scuole medie), l’ho trovato non solo un libro coinvolgente e di una fluidità apprezzabilissima, ma ritengo che possa essere letto tranquillamente a qualsiasi età. Perché non importa l’età dei personaggi, quel che Victoria Schwab ha voluto mettere in risalto è il messaggio che il libro porta e l’evoluzione della protagonista, provvista di tantissima grinta e voglia di scoprire e mettersi in gioco. E queste sono caratteristiche che – a mio modestissimo parere – non hanno età! 😉

Non mi resta che lasciarvi due motti che mi hanno fatta riflettere, prima di consigliarvi assolutamente la lettura di “Città di spettri”.

Le cose non succedono finché non succedono, e a quel punto stanno già succedendo. Questo è uno dei proverbi di papà.

«Sarà ancora qui al nostro ritorno» dice la mamma, leggendomi la preoccupazione in faccia. «Sarà solo un cambio d’aria, una nuova storia, un altro capitolo. C’è un intero libro da scrivere» aggiunge strizzandomi le spalle in un abbraccio, «e com’è che lo scriviamo?» «Una pagina per volta» le rispondo meccanicamente. Questo è il suo motto preferito, e fin dal giorno del mio capitombolo nel fiume cerco di aggrapparmici come a una corda. Tutte le volte che mi agito o ho paura, rammento a me stessa che ogni buona storia vuole il suo colpo di scena. Che ogni eroina vuole la sua avventura.

Ovviamente i vostri commenti sotto al posti sono sempre ben accetti e sono curiosa di leggere cosa ne pensiate! 😉

A presto e buona lettura!


Nessun commento