[RECENSIONE] NÀCCHERAS - ILENIA ZEDDA - DEA PLANETA


Buongiorno Sognalettori,
oggi vi parlo di "Nàccheras" di Ilenia Zedda, pubblicato da DeA Planeta.

Ilenia Zedda è nata in provincia di Sassari nel 1990 e lavora come copywriter a Torino, dove ha frequentato la Scuola Holden.
Nàccheras è il suo primo romanzo.

IL ROMANZO


Titolo: Nàccheras
Autore: Ilenia Zedda
Data di uscita: 12 Maggio 2020
Genere: Narrativa contemporanea italiana
Pagine: 240

Cala dei Mori è un posto speciale. Sul fondo del mare, raggiungibili soltanto con una lunga apnea, enormi conchiglie custodiscono un dono: è il bisso, la seta color oro che ha vestito i grandi re dell’antichità, e che oggi una sola donna al mondo è in grado di raccogliere e di tessere. Quella donna è il Maestro – ma molti, avendone paura, preferiscono chiamarla “strega” – e sta insegnando i suoi segreti alla nipote Caterina che, a dispetto dei suoi tredici anni e di un corpo che sta per sbocciare, ogni giorno al calar del sole si tuffa nella Cala e insegue la perfezione spirituale che quel compito richiede. Sa di non essere ancora pronta, ma sa anche di avere il mare nell’anima e nel destino. Nascosto dietro gli scogli, Francesco la osserva e la ama a modo suo, in silenzio, ammirando la grazia dei suoi gesti. È uno scapestrato, Francesco, appartiene a un popolo di minatori, devoto alla terra, nero di carbone, testardo come la roccia e come il dolore che si agita nel suo sangue. Forse è per questo che non è mai riuscito a rivolgerle neanche una parola? Ma soprattutto, come si diventa qualcosa di diverso da ciò che tutti si aspettano? Ambientato in una Sardegna arcaica, suggestiva e piena di mistero, questo romanzo è spinto da una magia implacabile e ritmica come un’onda increspata dal maestrale. E sa raccontare con delicatezza un’età di incontri imprevisti, di responsabilità indesiderate, di scelte che possono determinare una vita intera.


Un libro col profumo del mare.
Il mare è uno dei protagonisti principali di questo libro di Ileana Zedda.
Cala dei Mori ospita gli insegnamenti che una donna chiamata Su Maistu, la Maestra, offre alla propria nipote Caterina, una tredicenne nel fior fiore della sua giovinezza.

Cercò di nuovo lo sguardo di sua nonna, ma Su Maistu era già entrata in empatia col mare, aveva iniziato il Canto.

L’insegnamento consiste nel raccogliere, attraverso lunghe apnee, una conchiglia che si deposita sul fondo del mare, che custodisce un dono prezioso, il cosiddetto “bisso”, ossia una seta color oro.

Risali lentamente, nuota solo coi piedi, inizia a respirare un po', bevi dell’acqua se necessario. La pressione tra te e l’aria di fuori deve essere quasi la stessa. Non preoccuparti se tra le mani hai poca seta. Il mare te ne regalerà il doppio il prossimo anno.

Con lo sfondo degli abitanti del paese di Santa Lucia, un paesino dove tutti vogliono conoscere ogni minimo segreto gli uni degli altri, assistiamo anche allo sviluppo del giovane Francesco, che subisce prevaricazioni da parte dei suoi coetanei, alle quali non reagisce per non mostrarsi inferiore. Ma lui ama solo Caterina, e la spia la sera, quando lei va a immergersi nelle cristalline acque di Cala dei Mori.

Francesco si sedette per la trentacinquesima sera nell’incavo tra gli ultimi scogli prima dell’acqua. Caterina si tolse lentamente il vestito di lino e al ragazzo sussultò il cuore alla vista di quel corpicino quasi nudo. L’abitudine non aveva mutato l’emozione.

Assistiamo così a un susseguirsi di emozioni adolescenziali, vissute nell’inconsapevolezza e nella paura dell’esporsi, ma piene di dolcezza e sentimenti delicati tipici di quell’età, quando è più semplice confidarsi con un estraneo piuttosto che con i propri genitori.

La solitudine aveva fatto di loro due persone uguali nel sentimento, nel piacere, nel luogo. Perché nulla avrebbe minato quella storia, nemmeno l’inverno, nemmeno la scuola perché con Caterina, lui non sarebbe stato così molenti, ma un ragazzo a modo come voleva sua madre, come diceva Antiogu.

Un libro che parla di tradizioni, preziose e numerose in una Sardegna d’altri tempi, e come in questo caso spesso tramandate di generazione in generazione.

Il mare acquista in questo romanzo un ruolo fondamentale, mostrando la sua importanza nella tradizione della raccolta del bisso, e il suo essere protagonista dell’amore dei suoi abitanti, perché come in tutti i paesini tutti si conoscono e la curiosità è una loro caratteristica di spicco. La bottegaia, il barista, le signore che vanno a fare la spesa. Tutti notano immediatamente se al paese qualcosa è cambiato, o se un forestiero è passato per le sue strade.

Consiglio questo libro a chi ama il mare, perché durante la lettura ne sentirete l’odore e ne vedrete il meraviglioso colore. Sentirete la brezza del maestrale, che spazza via la calura delle giornate estive, dando un immediato sollievo, e diffondendo i profumi della ricca vegetazione circostante.

La lettura è inizialmente lenta, ci si immerge nelle descrizioni ambientali e dei tratti psicologici dei diversi protagonisti, rimandando lo sviluppo della storia e degli eventi alla seconda parte del libro, riservando così un inaspettato finale.



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