[RECENSIONE] MI VIVI DENTRO - ALESSANDRO MILAN - DeA PLANETA


Buongiorno Sognalettori,
oggi vi parlo di un libro intenso, profondo, che mi ha lasciata, a fine lettura, senza parole.
Si tratta di “Mi vivi dentro” di Alessandro Milan, edito DeA Planeta.

Alessandro Milan (Sesto San Giovanni, 1970) lavora come giornalista da quasi venti anni a Radio24, dove conduce programmi di approfondimento. È presidente dell’associazione “Wondy Sono Io” wondysonoio.org, impegnata nella diffusione della cultura della resilienza.


Un inno alla resilienza che ha regalato lacrime e sorrisi a 50.000 lettori.
Una storia piena di speranza, di amore, di attaccamento alla vita.


IL ROMANZO


Titolo: Mi vivi dentro
Autore: Alessandro Milan
Data di uscita: 2 Luglio 2019
Genere: Narrativa italiana
Pagine: 240


Tutto comincia alle sei di mattina, in radio, dove due giornalisti assonnati si danno il turno. Lui sta cercando di svegliarsi con un caffè, lei sta correndo a casa dopo aver lavorato tutta la notte. E succede che nella fretta i due scambiano per errore i loro cellulari. Si rivedono qualche ora più tardi e da un dialogo quasi surreale nasce un invito al cinema, poi a una mostra, un aperitivo, una gita in montagna.
Francesca è bassina, impertinente, ha i capelli biondi arruffati e due occhioni blu che illuminano il mondo. È una forza della natura, sempre in movimento, sempre allegra: per questo la chiamano Wondy, da Wonder Woman. Alessandro è scherzoso e un po’ goffo, si lascia travolgere da Francesca e dall’amore che presto li lega. Con lei, giorno dopo giorno impara a vivere pienamente ogni emozione, a non arretrare di fronte alle difficoltà. E così, insieme, con una forza di volontà che somiglia a un superpotere, si troveranno a combattere la più terribile delle battaglie, quella che non si può vincere. Ma anche dopo la morte sono tante le cose che restano: due figli, un gatto, un bonsai, tanti amici e, soprattutto, una straordinaria capacità di assorbire gli urti senza rompersi mai. Anzi, guardando sempre avanti, col sorriso sulle labbra.

Non è una favola, quella di Alessandro e di Wondy. È però una storia piena di speranza, di amore, di attaccamento alla vita; un inno alla resilienza, quella da esercitare quotidianamente. Perché le storie più belle non hanno il lieto fine: semplicemente non finiscono.

#MiViviDentro


“Sei mesi fa non ci avrei scommesso un centesimo. Invece ce l’abbiamo fatta. Siamo qui, siamo vivi, siamo una famiglia.”

Parlare di questo romanzo non è semplice, e non solo per il tema trattato. Il fatto che si parli di cancro di per sé non è certamente una passeggiata ma non deve spaventare né tantomeno scoraggiare la lettura. “Mi vivi dentro” è una storia, la storia di Alessandro e Francesca, del loro amore, della costruzione della loro famiglia grazie alla nascita di Angelica e Mattia, dei litigi e delle difficoltà che sono stati costretti ad affrontare insieme. Ecco, INSIEME, questa è una parola fondamentale all’interno del romanzo.

Francesca e Alessandro lavorano insieme in radio, si vedono ogni giorno al cambio turno. Un giorno, però, qualcosa cambia, e da semplici colleghi scoprono di sentirsi qualche cosa di più. La loro è una storia d’amore che comincia lentamente; si capisce che si sono prima conosciuti ed assaporati.

“Lei era scoppiata in una fragorosa risata. E io ero felice, perché quando rideva era ancora più bella.”

Non aspettatevi di leggere un romanzo ordinato cronologicamente. Si alternano circa 6 anni di vita, fra passato e presente; le vacanze in famiglia, i momenti in ospedale e la morte.
Francesca, conosciuta anche come Wondy, era una donna metodica e decisa. La scoperta della malattia l’ha fatta vacillare ma mai cadere; lei ci scherzava sulla sua malattia, lei rispondeva “Sto bene”, sempre. E la stessa risposta la diede anche durante l’intervista con Daria Bignardi a “Le invasioni barbariche” nonostante avesse scoperto solo qualche giorno prima una recidiva.
Ecco, aveva deliberatamente mentito; e forse è per questo che tutti la ricordano sorridente con un mojito in mano piuttosto che stesa in un letto d’ospedale dopo l’ennesima chemio.
Francesca era innamorata della vita. Talmente tanto da essere in grado, come donna, di giustificare un possibile tradimento di Alessandro. Del resto, il cancro le aveva portato via i seni e tutto il suo sentirsi donna, lasciandole cicatrici su cicatrici. In cosa poteva risultare ancora desiderabile agli occhi di Alessandro?

“E’ come svegliarsi e scoprire di non avere più un braccio. Non c’è bisogno di guardarsi allo specchio per accorgersi che qualcosa non è più come prima”


Alessandro, totalmente assorbito dalla gestione della casa (perché Francesca, va detto, non si sentiva assolutamente una “donna di casa perfetta”; non le piaceva cucinare, né fare le pulizie) si è sentito più volte trascurato, stanco. Ma non ha mai mollato. Il cancro aveva tolto molto ad entrambi, ma non la voglia di vivere. Quella no, mai. Così come non è riuscito a togliere loro la speranza, fino alla fine. Certo, Francesca ha avuto paura di morire, quello sì. Il suo pensiero principale era sempre rivolto ai figli, al suo dispiacere nel “non vederli crescere”. Saranno proprio Mattia ed Angelica, nell’ingenuità del loro essere bambini, a dimostrare quanto si possa essere in grado di affrontare le peggiori situazioni della vita semplicemente adattandosi. Certo per Alessandro non è sempre facile; sono tanti i momenti in cui non si sente all’altezza di essere un buon padre; è lui che deve in un qualche modo far fronte alla mancanza che vivono i suoi figli.

Da lettrice ammetto che non è facile accettare la mancanza di Francesca, la sua assenza è tangibile. Questo è un romanzo che ti da la possibilità di scoprire che persona meravigliosa fosse ma soprattutto che insegna che nella vita mai, mai bisogna arrendersi.

“State vicini. E cerca di donarle tutti i sorrisi che puoi, tutti quelli che si riescono a rubare ai pensieri più brutti.”


Adesso recupero in fretta il secondo libro di Alessandro, “Due milioni di baci”. Presto ve ne parlerò.




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