[RECENSIONE] NEL SILENZIO DELLE NOSTRE PAROLE - SIMONA SPARACO - DEA PLANETA


Cari Sognalettori, oggi sono qui a parlarvi di un libro emozionante, dove le storie sono quelle che ci toccano da vicino e ci fanno sprofondare in pensieri nostalgici di cui tanto abbiamo bisogno. Oggi con “Nel silenzio delle nostre parole” di Simona Sparaco, edito da DeA Planeta, vi porterò nella vita privata di alcune donne.

Simona Sparaco (1978) è madre di due figli. Dopo aver vissuto per molto tempo all’estero, è tornata stabilmente a Roma. Ha scritto sceneggiature e romanzi; tra questi, Nessuno sa di noi è stato finalista al Premio Strega nel 2013. I suoi libri sono tradotti in numerosi paesi europei, in Sudamerica, Giappone e Russia.
Nel segreto delle nostre parole è Vincitore del Premio DeA Planeta 2019.



IL ROMANZO


Titolo: Nel silenzio delle nostre parole
Autore: Simona Sparaco
Data di uscita: 14 Maggio 2019
Genere: Narrativa Italiana
Pagine: 288


È mezzanotte e una nebbia sottile avvolge la metropoli addormentata. In un palazzo di quattro piani, dentro un appartamento disabitato, un frigorifero va in cortocircuito. Le fiamme, lente e invisibili dall’esterno, iniziano a divorare ciò che trovano.
Due piani più in alto, Alice scivola nel sonno mentre aspetta il ritorno di Matthias, il ragazzo che ama con una passione per lei nuova e del quale non è ancora riuscita a parlare a sua madre, che abita lontano e vorrebbe sapere tutto di lei. Anche Bastien, il figlio della signora che occupa un altro degli interni, da troppi mesi ormai avrebbe qualcosa di cruciale da rivelare alla madre, ma sa che potrebbe spezzarle il cuore e non trova il coraggio. È un altro tipo di coraggio quello che invece manca a Polina, ex ballerina classica, incapace di accettare il proprio corpo dopo la maternità, tantomeno il pianto incessante del suo bambino nella stanza accanto. Giù in strada, nel negozio di fronte, Hulya sta pensando proprio a lei, come capita sempre più spesso, senza averglielo mai confessato, ma con una voglia matta di farlo. Per tutti loro non c’è più tempo: un mostro di fuoco sta per stravolgere ogni prospettiva, costringendoli a scelte estreme per colmare quei silenzi, o per dare loro un nuovo significato.
Con una straordinaria sensibilità e una scrittura che diventa più intensa a ogni pagina, Simona Sparaco indaga i momenti terribili in cui la vita e la morte si sfiorano diventando quasi la stessa cosa, e in cui le distanze che ci separano dagli altri vengono abbattute dall’amore più assoluto, quello che non conosce condizioni.

Ho chiesto di recensire questo libro inizialmente non tanto per la sinossi in sé, che poteva dire tutto e niente, ma a seguito di un’intervista all’autrice che avevo visto dopo aver ricevuto il Premio DeA Planeta 2019.
La sua dolcezza e delicatezza nel parlare delle protagoniste mi avevano affascinata: sono rimasta colpita dal tatto con cui cercava di trasmettere ai futuri lettori la complessità di alcune situazioni familiari e personali, a molti conosciute, ma anche quanto un’improvvisa tragedia possa cambiare tutto.
In questo libro si parla di donne normali, che possono tranquillamente essere nostra madre, nostra sorella, cugina, amica o collega, ma ciò che più mi colpisce leggendo questo libro è la profondità con cui vengono descritti alcuni stati d’animo. La psicologia femminile viene messa a nudo dall’autrice e da qui partono riflessioni su riflessioni che fanno intrecciare anche le nostre storie con le loro. È facile trovare dei punti di contatto con le protagoniste di un libro che ci appassiona, ma qui addirittura tutte loro, pur conducendo vite diverse e avendo personalità distinte, hanno qualcosa in comune tra loro e anche con noi lettori.
Su di loro farò solo una breve descrizione iniziale che sarà sufficiente a farvi capire chi sono nel profondo e perché rendono questo romanzo speciale e a volte commovente.
Alice è una ragazza universitaria italiana iscritta ad architettura che, grazie al progetto Erasmus, si trova per motivi di studio a Berlino. Qui per la prima volta Alice conosce l’amore, un sentimento condiviso con Matthias: abitano insieme da 10 settimane in un piccolo appartamento all’interno di un condominio nel quartiere di Kreuzberg. Alice è felice, molto felice, anche se sta trascurando un po’ troppo lo studio ed è per questo che c’è qualcosa dentro di lei che, giorno dopo giorno, continua a martellarle il cervello, specialmente ogni volta che squilla il cellulare. Alice non è sincera, racconta bugie su bugie a chi le ha permesso di essere lì in quel momento: i suoi genitori non sanno che ha lasciato il dormitorio studentesco per convivere con il suo fidanzato e ciò che forse darà più dispiacere a loro è il brusco rallentamento che hanno subito i suoi studi dal momento in cui ha conosciuto Matthias. Alice oltretutto ha un rapporto d’amore difficile con una madre apprensiva che ha riversato su di lei tutte le sue aspettative.

Alice era a Berlino dai primi di ottobre e sua madre non sapeva quasi niente di come si trovasse o di cosa stesse combinando.

Naima vive anch’essa in quel condominio: è una donna sulla sessantina, sposata e con un figlio che non vive più coi genitori da molto tempo. Da prima della nascita di suo figlio, Naima combatte ogni giorno con una malattia degenerativa: la sclerosi multipla. Da tempo ha perso l’uso delle gambe, si sposta in casa grazie ad una sedia a rotelle e all’aiuto della badante e del marito, quando questi era nelle condizioni di poterlo fare. Il loro è sempre stato un matrimonio felice, costruito su un amore sincero che ha superato persino tutti gli ostacoli dovuti all’ignoranza delle famiglie d’origine. Naima proviene da una famiglia algerina musulmana mentre suo marito Gerard è francese e cattolico. Entrambi hanno avuto la forza di scappare e rifarsi una vita in Germania, e dopo anni è stata allietata dall’arrivo di un bel maschietto. Quale può essere il dolore profondo provato da Naima? Non la sua malattia che aveva sempre affrontato con coraggio, non un marito che stava velocemente invecchiando e perdendo il senno, bensì il suo unico figlio: Bastien è un trentenne con grandi capacità che per un suo senso di inadeguatezza ha fatto delle scelte sbagliate. Droga, risse, polizia sempre al telefono per anni hanno angosciato la madre che non riescea ad accettare che il suo bambino dalla voce angelica si sia trasformato in un uomo senza polso e problematico.
L’amore è continuamente disseminato di piccole ordalie, che servono ad ampliarne la struttura, a saggiarne le fondamenta.

Polina
invece è una giovane ballerina professionista, molto ambiziosa e poco più che ventenne: da due mesi è diventata madre di un bellissimo bambino di nome Janis avuto da un noto regista cinquantenne che avrebbe dovuto renderla famosa. Polina è nata a Jurmala, un villaggio senza pretese sul Golfo di Riga, nel Baltico, da una famiglia modesta. Il suo sogno è sempre stato quello di calcare i palcoscenici dei teatri più famosi al mondo ma dopo la nascita di suo figlio tutto cambia. Anche lei vive nello stesso condominio, in un piccolo monolocale messo a disposizione dal padre del neonato, dove lei passa le sue giornate accudendo la sua creatura e sprofondando in una depressione così prepotente.
Avevano qualcosa in comune lei e quell’unghia: entrambe avevano perso la matrice.

Hulya
invece è una giovane ragazza di origine turca, studia lingue all’università e gioca in una squadra femminile di rugby. Nonostante questi impegni lavora anche nel negozio di famiglia che si trova dall’altra parte del ponte del condominio, dove abitano le altre nostre protagoniste.
Lei è una giovane donna sensibile, timida e desiderosa di vivere la sua vita senza maschere; Hulya sul web nasconde la sua identità dietro ad uno pseudonimo e pubblica immagini, spaccati di vita di ignari abitanti del quartiere e online può finalmente liberarsi da quelle catene immaginarie che la vedono legata ad una famiglia troppo conservatrice.
Nella sua vita era accaduto qualcosa che non aveva il coraggio di raccontare a nessuno, e qualche volta nemmeno a sé stessa.

Sono tutte donne meravigliose a cui mi sono molto affezionata durante la lettura di questo romanzo ed è per questo che nel momento in cui è scoppiato l’incendio in quel condominio di Berlino io, come loro, ho provato paura, angoscia e ritrovato una forza nascosta che le donne dai mille ruoli hanno dentro di loro sin dalla nascita.
Questo libro sin da subito mi ha coinvolto, ero sicura che lo avrei amato dall’inizio alla fine ed è stato esattamente così. Quindi, cari sognalettori, lasciate che sia io a consigliarvi una storia appassionante di vita incredibilmente comune.
Chi ci ha messo al mondo quando muore, si accuccia dentro il nostro sguardo, per il semplice bisogno di continuare a guardare.

Aggettivi: commovente, emozionante, realistico

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