[Recensione] L'ISOLA CHE BRUCIA - Emma Piazza - Rizzoli



Buongiorno sognalettori, oggi vi porto in Corsica con una storia di misteri, segreti e nuovi inizi. Mi sono inoltrata nuovamente in un genere lontano dalle mie corde, ma la curiosità ha vinto su tutto. Una copertina e una trama che invita a scoprirlo.

IL ROMANZO

Titolo: L’isola che brucia
Autrice: Emma Piazza
Editore: Rizzoli
Data di uscita: 16 gennaio 2018
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 314
Prezzo cartaceo: 19,00€
Prezzo ebook: 9,99€


Sotto di lei, la scogliera è un precipizio perfetto. L'alba è una cartolina di mare, luce e vento che sferza la natura selvaggia del Cap Corse. Thérèse non vuole guardare giù, ma non ha scelta. Ancora un passo, solo uno, e la vede. Prima un lembo bianco che volteggia in aria, poi quel corpo riverso sulla roccia in modo innaturale, gli occhi vuoti che la fissano. Mamie, sua nonna, è morta. E ora Thérèse maledice se stessa e quell'isola abitata da fantasmi, dove nessuno dice mai la verità. È stata ingenua a credere che mamie volesse davvero lasciarle in eredità quella villa sulla scogliera. Ma era disperata, perché il suo amore se n'era appena andato e lei si era scoperta incinta di un figlio nel momento più sbagliato della sua vita. La Corsica, che Thérèse dovrebbe chiamare casa, è il luogo dove ancora vive suo padre: ma lui non è più la sua famiglia, è solo un'assenza inquietante che non ha mai smesso di farle paura. Per questo non sarebbe mai dovuta tornare. Invece non ha resistito al richiamo di quella terra aspra e senza tempo, dove esistono solo le leggi del sangue. E ora è troppo tardi per i rimpianti, ora deve solo pensare a fuggire e sopravvivere. Perché qualcuno la sta cercando, e vuole farla prigioniera. E solo Thérèse potrà fermare la vendetta dell'isola.



Quando una storia finisce, tutto cambia: la propria routine, i propri pensieri, le scelte da fare, lo sguardo al futuro. Tutto si trasforma, un equilibrio venuto a mancare in un giorno come un altro, ma non si esce mai illesi da una storia.
Teresa ci parla ancora, gli racconta la sua vita che cade in pezzi, il suo lavoro che non riesce a decollare, la sua vena artistica quasi totalmente assorbita dagli avvenimenti, una concentrazione che vacilla e le impedisce di ragionare, di pensare. Glielo racconta, a voce alta, in quella casa di Lisbona, sola. Sola con quello che lui chiama “intruso”, che porta dentro di sé.
Una visione diversa, negativa di ciò che per molte donne è un sogno, un dono del cielo.
Un distacco, un rifiuto verso qualcosa di talmente importante da rovinarle la vita, la sua carriera. Per quasi tutto il corso del romanzo, lei non lo accetta, ma passo dopo passo la consapevolezza prende il sopravvento e inevitabilmente ciò che si porta in grembo per molto tempo diventa l’unica certezza, un nuovo futuro.
“La ragione traballa, tutto acquista un senso e lo perde un secondo dopo. La realtà è materiale malleabile, liquido, si adatta ogni volta ai limiti che le imponi, cambia forma, cambia colore, non riesci ad afferrarla, ti scivola tra le dita.”

All’improvviso una notizia irrompe nella sua vita già complicata, un’eredità, una casa in Corsica. Un passato che si riapre, che bussa alla porta con un biglietto di sola andata verso un probabile nuovo inizio, un’opportunità di riscatto per andare avanti e ricominciare.
Ma sola incontra William. Un uomo con una storia difficile alle spalle, che come un “Virgilio” le mostra la strada o meglio, l’aiuta a rimettersi in piedi, una spinta, un sostegno per non scivolare nel baratro. Tante cose in comune, tra cui l’arte.
Personalmente non sono mai stata in Corsica, vivo più sotto, in Sardegna… ho sempre creduto fossero due isole simili, una straniera, l’altra italiana, stessa macchia forse, stesso vento?
L’autrice ce la fa conoscere in vari modi, dalla natura al carattere degli abitanti, mare e vendetta, macchiandola di misfatti, segreti e oscurità. Cosa si nasconde su quell’isola?  A quale terribile destino andrà incontro Teresa una volta sbarcata?
Una famiglia che non frequenta da tanto, un padre che nasconde verità importanti, personaggi instabili che ci fanno rimanere con il fiato sospeso per tutto il tempo.
“La Corsica ha una natura assoluta, è stata creata mischiando monti, uomini e mare in un unico rabbioso splendore. Sembra che ruggisca. La Corsica ha il volto ruvido e irto di barba incolta. Gli occhi hanno il colore della macchia, e anche il suo cuore è così intricato. […] La Corsica è accigliata e scura, come mio padre. Ma nei suoi occhi palpita un chiarore.” 
Una scrittura semplice, raccontata in prima persona. Un tono a tratti crudo, spietato, senza tanti fronzoli, prosa asciutta. La durezza del realismo che lo fa diventare quasi sceneggiatura, un racconto di ciò che la protagonista vede e sente in ogni momento, da umana in tutte le sue sfaccettature.
L’ho vissuto come una lotta per la vita, un’isola prigione con la contrapposizione della libertà del mare. Un incubo in cui di niente e nessuno ci si può fidare. Una presa di coscienza che prende forma ad ogni avvenimento, ad ogni colpo di scena. Teresa prende possesso della propria vita, lo fa davvero, cerca la propria strada non solo verso la salvezza fisica, ma anche quella psicologica.
“Esiste sempre qualcosa che non conosciamo, verità che qualcuno ha celato dietro muri spessi di bugie, un universo parallelo dove vivono fantasmi e verità diverse, storie che noi ignoriamo. Loro continuano la propria esistenza trasparente, noi la nostra. Ma a volte capita di incrociarsi, e bisogna essere pronti a inoltrarsi in un nuovo mondo dove anche noi occupiamo un posto diverso. Dobbiamo essere in grado di occupare quel posto. Accettare di essere sempre stati qualcosa che non sapevamo di essere.”

“Il cielo ormai è quasi completamente scuro, non rimane che una finissima striscia più chiara all’orizzonte, dove a volte si vedono passare i traghetti turistici. Come vorrei avvistarne uno ora, uno sprazzo di vita e normalità, un ponte illuminato, un salone con un pianoforte che nessuno suona, gente che ammira la bellezza selvaggia dell’isola da un oblò appannato.”




1 commento

  1. È un bene far vincere la curiosità, se ci spinge anche fuori dai nostri generi letterari preferiti... ben fatto Dalila!! 😉

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