[RECENSIONE] I CIELI DI PHILADELPHIA - LIZ MOORE - NNEDITORE


Buongiorno Sognalettori,
oggi vi parlo di "I cieli di Philadelphia" di Liz Moore, edito NNEditore, che ho letto partecipando al gruppo di lettura #ilthrillerdelmese.

Liz Moore è una scrittrice e musicista americana, e insegna Scrittura creativa alla Temple University di Philadelphia. Il suo romanzo Il peso (Neri Pozza 2012) è stato selezionato per l’International IMPAC Dublin Literary Award. Dopo aver vinto il Rome Prize nel 2014, l’autrice ha trascorso un anno all’American Academy di Roma, dove ha completato la stesura di The Unseen World, di prossima pubblicazione per NNE.


IL ROMANZO


Titolo: I cieli di Philadephia
Autore: Liz Moore
Data di uscita: 21 Maggio 2020
Genere: Narrativa Contemporanea Straniera
Pagine: 464

Michaela Fitzpatrick è un’agente di polizia. Vive da sola e tra mille difficoltà si prende cura del figlio Thomas, un bambino dolce e intelligente. Pattuglia le strade di Kensington, il quartiere di Philadelphia dove è cresciuta e dove l’eroina segna il destino di molti, perché vuole tenere d’occhio l’amata sorella Kacey, che vive per strada e si prostituisce per una dose. Un giorno, Kacey scompare da Kensington, proprio nel momento in cui qualcuno comincia a uccidere le prostitute del quartiere. Michaela teme che sua sorella possa essere la prossima vittima e con l’aiuto del suo ex partner, Truman, inizierà a cercarla con era ostinazione, mettendo in pericolo le persone più care, e rivelando una verità che lei stessa prova a negare con tutte le sue forze.
Tra detective story e saga familiare, Liz Moore costruisce un romanzo in cui passato e presente si intrecciano e si illuminano componendo il ritratto di una donna vulnerabile e coraggiosa, tormentata da scelte sbagliate e fedele al suo senso di giustizia, e racconta un quartiere ai margini del sogno americano, ma cuore pulsante di un’umanità genuina e desiderosa di riscatto.

Questo libro è per chi ha un posto segreto dove conservare i ricordi più cari, per chi ha visto cadere la neve sul palco dello Schiaccianoci, per chi da piccolo storpiava irrimediabilmente ogni parola, e per chi ha trovato il coraggio di affrontare i propri errori in nome della verità, per aprire gli occhi sul mondo come fosse la prima volta.


Parto col dirvi che questo libro mi è piaciuto a tal punto da averlo iniziato e finito in due giorni, cosa non facile se consideriamo le quattrocentocinquanta pagine e il fatto che io sia madre di una bimba piccola, quindi la sera difficilmente riesco a tenere gli occhi aperti.

Tutto il romanzo si alterna tra “adesso” e “allora” dove vengono raccontati rispettivamente il presente dove la nostra detective Michaela Fitzpatrick si trova alle prese con l’indagine attuale e il passato dove scopriamo e ripercorriamo attraverso il suo racconto la sua vita privata scoprendo che la sorella della detective, Kacey, è scomparsa.

La prima volta che l’ho trovata morta, mia sorella aveva sedici anni. Era l’estate del 2002. Venerdì pomeriggio, quarantotto ore prima, era uscita da scuola con le amiche e mi aveva detto che sarebbe tornata prima di sera. Ma non era tornata.

Ma cosa mi ha spinta a non abbandonare la lettura di questo thriller?

  1. La scelta di alternare queste due parti, dando al lettore le armi per comprendere meglio tutta la storia.
  2. La suspense creata dall’alternanza di passato e presente. Ogni parte si interrompe giusto in tempo per scatenare la curiosità del lettore.
  3. La scelta di utilizzare la prima persona per la narrazione che, anche se difficile da gestire per inquadrare tutto il resto, ci permette di guardare attraverso la protagonista e immedesimarci ancora di più nella storia.

Se vogliamo poi aggiungere che tutto è curato nei minimi dettagli, soprattutto l’ambientazione, la gestione delle tematiche all’interno del romanzo che fanno riflettere chi legge su come la droga possa distruggere una famiglia, non solo chi ne fa uso, possiamo capire che questo è un thriller super riuscito.

Un romanzo poliziesco che ha una marcia in più e lo rendono meritevole di essere letto da tutti.

Una scrittura semplice, coinvolgente e molto intensa che mi ha lasciata senza fiato.

Questo romanzo è un puzzle del tutto imprevedibile in cui l’autrice dona al lettore piano piano i tasselli che lo compongono, ogni tanto piazza colpi di scena che stupiscono e confondono e non lasciano spazio alla prevedibilità che in un thriller non dovrebbe mai esistere.

Sento già la nostalgia di questa storia, un racconto di una famiglia che mi ha coinvolta e colpita in un modo che non mi aspettavo e che va oltre le indagini di questa detective.
Una donna che attraverso i suoi occhi racconta la sofferenza e il dolore del sentirsi soli, senza famiglia, ma anche della forza che tira fuori per cercare un po’ di luce in tutta quell’oscurità. Una protagonista che, pur con mille difetti e insicurezze, si fa apprezzare dal lettore rendendo difficile non provare empatia con le sue emozioni.

1 commento

  1. Non ho mai sentito parlare dell'autrice o del libro, però dalla tua recensione sembra una lettura che vale la pena fare!

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