Buongiorno Sognalettori,
oggi, come vi avevo promesso ed anticipato, in collaborazione con altri
meravigliosi blog, vi parliamo di "H&J", la storia di Henry e
June… e non solo. Noi di Diario di un sogno abbiamo voluto omaggiare l’autore,
Paolo Montaldo, con ben tre recensioni, io, Laura e Lara vi racconteremo il
nostro pensiero ma seguiteci, mi raccomando, perché vi aspetta una fantastica
sorpresa!
IL ROMANZO
Titolo: H&J
Autore/Autrice: Paolo Montaldo
Editore: La Zattera Edizioni
Data di uscita: 23 Febbraio 2018
Genere: Narrativa
Pagine: 220
Prezzo cartaceo: 18,00€
Prezzo ebook: 5,99€
H&J è la storia di una amicizia molto speciale, perché oltrepassa le odiose barriere imposte da una vigliacca malattia, l’autismo. Un piccolo animaletto, June, che grazie al suo sconfinato amore per il padroncino Henry, riuscirà a portare un po’ di luce in una famiglia che fino a quel momento aveva vissuto nell’ombra della malattia.
La mia sarà una recensione un
po’ diversa rispetto a quelle delle mie colleghe, io mi soffermerò più
sull'aspetto emotivo della storia, proverò a raccontarvi le emozioni dei protagonisti, perché H&J non è solo la
storia di Henry e del suo fido June ma è innanzitutto la storia di una famiglia
alle prese con la “Sindrome di Kanner” meglio nota come “Autismo”.
Ma cosa si intende per autismo? La parola prende origine dal termine greco autóς che vuol dire sé stesso, a indicare l’assoluta autoreferenzialità di un disturbo dello sviluppo che si manifesta entro i primi tre anni d vitae che compromette le aree sociali della comunicazione, del linguaggio, il pensiero simbolico e porta via via a una ristrettezza d’interessi che si manifesta di solito attraverso comportamenti rituali, rigidi, compiuti in maniera ripetitiva e continua, senza alcuno scopo o funzione apparente. Ognuno di questi sintomi può manifestarsi in una scala di gravità da lieve a grave, con modalità diverse da bambino a bambino. (Nota scientifica)
È difficile non parlarvi dei
protagonisti della storia come di persone comuni, perché Paul e Ann
Hartfield, potrebbero essere i miei parenti, i miei vicini, insomma persone che
incontri e saluti ogni giorno per strada.
La loro è la storia di una
famiglia come tante, che va avanti con poco ma che affronta ogni giorno la “MALATTIA”
del proprio figlio con coraggio e dignità , provando tutte le soluzioni, tutte
le cure possibili, fin quando non si trova schiacciata dal peso dell’inadeguatezza
e dell’insensibilità delle istituzioni e della burocrazia.
Ed è lì che un genitore si
scopre vulnerabile, esposto alla vita vera, senza via di uscite, braccato
dall’impotenza e dal senso di fallimento per non essere riuscito ad aiutare il
proprio figlio, per non essere in grado di dare un futuro migliore alla luce
della sua vita.
“Si sentiva impotente e inutile , fallito come uomo ma soprattutto, cosa ancora più grave, come genitore, si sentiva e si vedeva come un fallimento di genitore. Ed era questa la cosa peggiore, che più lo feriva, la cosa più grave. E per di più, quello che lo faceva star male da morire, era il fatto che a rimetterci sarebbe stato colui il quale gli stava più a cuore, colui il quale non aveva nessuna colpa per la sua situazione.”
Ed ancora, ti ritrovi a dare
la colpa a te stessa o a sentirti in difetto se ogni tanto desideri una vita
diversa, “NORMALE”, perché sai che tuo figlio una vita normale non può averla e
tu sei l’unica persona che lo conosce, l’unica che sa riconoscere ogni piccolo
cambiamento nelle sue gestualità , nelle sue espressioni, prima che ogni grande
crisi si palesi.
“Per tanto tempo, forse anche per troppo tempo, si era considerata lei stessa responsabile in prima persona, per quello che aveva Henry. Lei per prima, si era sentita in colpa per non essere riuscita, a differenza di altre mamme, a fare un figlio normale. Ancora quella odiosa parola.”
Ma questa è anche la storia
di Henry e la storia di
un’amicizia particolare, che il nostro piccolo grande uomo, trova in June, il
suo nuovo amico a 4 zampe grazie al quale, inizia a rompere la sua
routine, a sorridere, a giocare, a dare segni di un cambiamento positivo… e
tutto questo grazie alla Pet Therapy e all’amore che solo gli animali sanno
dare.
“[…] suo figlio in quel momento era tutto intento a giocare con il suo cagnolino; ma non giocare come aveva sempre fatto Henry fino a quel giorno, ovvero compiere gesti e avere comportamenti poco decifrabili da un terzo, ma al contrario interagiva e si sintonizzava con il suo interlocutore, in questo caso June. Creava quindi una sorta di comunicazione non verbale, fra sé e un altro essere vivente, una vera e propria sintonia di intenti e di comportamenti, come non aveva mai fatto prima.”
Insomma ragazze avrete ormai capito,
questo non è un romanzo come tanti, è una storia ricca di emozioni, anche
contrastanti a volte, è una storia difficile e tanto, troppo attuale, in tutto,
anche nel finale, che ovviamente non vi svelerò…. Ma la delicata penna di Paolo
Montaldo rende facile calarsi nei panni dei protagonisti e provare con e per
loro immensa empatia.
Ho provato a parlarvi delle sensazioni e
delle emozioni presenti nel romanzo, ho provato a parlarne con un po’ di
distacco, non so se ci sono riuscita, credo di no e spero mi perdonerete ma
questo romanzo arriva dritto in pancia e fa un male assurdo!
Vi consiglio caldamente di leggerlo,
imparerete tanto ed apprezzerete maggiormente tante piccole cose che alle volte
vi sembrano insignificanti.
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Buona fortuna a tutti ❤️
Ciao Patrizia. Raccontare le emozioni che un libro trasmette, talvolta, non è semplice, ma tu ci sei riuscita molto bene. Mi sono commossa. Grazie
RispondiEliminaL'autismo sembra un limite, ma sono convinto che Paolo è riuscito ad affrontare la tematica dalla giusta inclinazione, con la delicatezza che merita. June e Henry sono così legati tra loro da rendere la loro amicizia quasi indissolubile, come un arcobaleno che risplende in un panorama pieno di colori.
RispondiEliminaLuigi Dinardo
Grazie infinite per tutto, onorato da così tanta professionalità e competenza ^_^
RispondiElimina😊❤❤❤
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