Buongiorno sognatori!
Oggi è giornata di interviste sul blog, oggi l'autore che ha risposto alle nostre domande è...
Mirko Zilahi
autore del libro "E' così che si uccide"
1. Cosa rappresenta per te la scrittura?
In generale un tentativo di traduzione di segni in altri
segni. Di cicatrici in altre cicatrici. La mia poi è un insieme di cose:
vendetta, passione, divertimento, dolore. La scrittura è una specie di
scafandro con cui ci immergiamo, sondiamo, scaviamo, nell’io.
2. Che tipo di lettore sei?
Molto fedele. Mi innamoro degli scrittori, amo le loro
parole, soprattutto. Amo anche i grandi narratori ma quando c’è la scrittura
che mi prende l’orecchio è meglio.
3. Raccontaci qualcosa del tuo libro.
È un romanzo che vive delle atmosfere del noir, di una
trama tra il giallo e il poliziesco e della ricerca dell’effetto finale del
thriller: dare brividi, emozionare, toccare le corde più nascoste dell’animo
umano, badate bene, non spaventare. Angosciare sì. E per far questo si muove
tra il romanzo di genere e non. Tra l’alto e il basso. È la storia di Enrico
Mancini, commissario del comando di Montesacro a Roma, criminal profiler
addestrato a Quantico. Nel momento in cui a Roma, nei pressi dei grandi
monumenti dell’archeologia postindustriale come il Grande Gazometro o il
mattatoio di Testaccio, vengono rinvenuti dei cadaveri mutilati da un serial
killer che si fa chiamare l’Ombra, il questore incarica Mancini di procedere
con le indagini. Ma lui rifiuta il caso. Perché nel frattempo è successo
qualcosa nella sua vita privata. La moglie, Marisa, ha perso la sua battaglia
contro “un brutto male”. Oltre al dolore del lutto quello che lo atterrisce è
non essere riuscito a salutarla, a dirle addio perché quando lei è morta lui
era in America. Dall’uomo rigido e professionale, distaccato che era, Mancini
si trasforma in una persona fragile, con delle manie al limite del patologico:
indossa sempre un paio di guantini che gli servono a mettere una distanza tra
se stesso e gli altri, tra se stesso e il mondo; stacca le porte di casa e
dell’ufficio dai cardini, perché non vuole rivivere il momento della chiusura
della bara della moglie. L’ultima cosa che vuole fare prima di ritirarsi dalla
professione è ritrovare il medico rapito. L’oncologo che aveva curato la
moglie.
4. Come è nata l'idea di questo libro? La trama è stata
chiara già dall'inizio o hai costruito la storia pian piano durante la
scrittura?
Avevo un canovaccio. Conoscevo la scena finale che mi
ossessionava da anni e avevo le prime 60 pagine già scritte. In mezzo una bella
mappa dei capitoli da riempire. Conoscevo la storia ma più di una volta mi è
successo di farmi sorprendere da un guizzo di pura anarchia da parte di un
personaggio che mi ha portato in territori diversi da quelli che avevo
immaginato.
5. Scegli un estratto, particolarmente significativo per te,
dal tuo libro e parlacene.
“Sopra l’alto reticolo d’acciaio il disco freddo della
luna era sfocato dall’acqua che il cielo scaricava sulla città”. È l’incipit
del mio romanzo. Qui c’è tutto. L’atmosfera, il ritmo, il patto con il lettore.
Le mie suggestioni vittoriane. È la chiave perfetta per entrare nel mondo di
finzione che ho costruito. È la via d’accesso ad un universo ulteriore.
6. La citazione che useresti per descriverti in questo momento
e quella che descriverebbe il protagonista del tuo libro.
Sulle citazioni mi spiace ma non posso che tirare in
ballo il re degli aforismi, Oscar Wilde.
“We are all in gutter but some of us are looking at the stars” è la
prima, l’altra, per il commissario Mancini, è “L’uomo d’azione è l’unico che
abbia più illusioni di un sognatore”.
7. Altra domanda, altra citazione… Pronto? Quale
useresti per descrivere al meglio la tua avventura da autore?
Continuiamo con il genio irlandese allora! “Man is least
himself when he talks in his own person. Give him a mask and he will tell you
the truth”.
8. Per concludere, prenderei una parola chiedendoti di
trovare un libro per ogni lettera che la compone.
La parola che ho scelto è THRILLER
Okay ma mi permetto di usare italiano e inglese e… qualche
trucco!! Tell-tale heart di Edgar
Allan Poe; Heart of darkness di
Joseph Conrad; Il Ritratto di Dorian
Gray di Oscar Wilde; It di Stephen
King; Lord of the flies di Golding; Letteratura come menzogna di Giorgio
Manganelli; Esperimento di verità di
Paul Auster, Rime of the Ancient Mariner
di Samuel Taylor Coleridge.
Potresti accompagnare i titoli dei libri da te proposti con un
aggettivo che aiuti noi lettori a farci un’idea del libro?
Terrificante; cupo; decadente; mostruoso; grottesco;
necessario; spiazzante; ipnotico.
libro noioso, lento, pieno di luoghi comuni, banale e con un finale patetico. voto 0
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminanon sono riuscita a leggerlo e l'ho regalato troppo lugubre e lento
RispondiElimina