[RECENSIONE] TRE GOCCE D'ACQUA - VALENTINA D'URBANO - MONDADORI


Buongiorno Sognalettori,
oggi vi parlo di "TRE GOCCE D'ACQUA" di Valentina D'Urbano, pubblicato dalla casa editrice Mondadori.

Valentina D'Urbano è nata nel 1985 a Roma, dove vive e lavora. Ha esordito nel 2012 con Il rumore dei tuoi passi, seguito da Acquanera (2013), Quella vita che ci manca (2014), Alfredo (2015), Non aspettare la notte (2016) e Isola di Neve (2018), tutti pubblicati da Longanesi.
I suoi romanzi sono stati tradotti in diversi paesi e hanno vinto numerosi premi letterari tra i quali il premio Rapallo Carige, il premio Stresa e il Prix Cezam in Francia.


IL ROMANZO


Titolo: Tre gocce d'acqua
Autore: Valentina D'Urbano
Data di uscita: 1 Giugno 2021
Genere: Narrativa Contemporanea Italiana
Pagine: 372

Celeste e Nadir non sono fratelli, non sono nemmeno parenti, non hanno una goccia di sangue in comune, eppure sono i due punti estremi di un’equazione che li lega indissolubilmente. A tenerli uniti è Pietro, fratello dell’una da parte di padre e dell’altro da parte di madre. Pietro, più grande di loro di quasi dieci anni, si divide tra le due famiglie ed entrambi i fratellini stravedono per lui.
Celeste è con lui quando cade per la prima volta e, con un innocuo saltello dallo scivolo, si frattura un piede. Pochi mesi dopo è la volta di due dita, e poi di un polso. A otto anni scopre così di avere una rara malattia genetica che rende le sue ossa fragili come vetro: un piccolo urto, uno spigolo, persino un abbraccio troppo stretto sono sufficienti a spezzarla.
Ma a sconvolgere la sua infanzia sta per arrivare una seconda calamità: l’incontro con Nadir, il fratello di suo fratello, che finora per lei è stato solo un nome, uno sconosciuto. Nadir è brutto, ruvido, indomabile, ha durezze che sembrano fatte apposta per ferirla. Tra i due bambini si scatena una gelosia feroce, una gara selvaggia per conquistare l’amore del fratello, che preso com’è dai suoi studi e dalla politica riserva loro un affetto distratto. Celeste capisce subito che Nadir è una minaccia, ma non può immaginare che quell’ostilità, crescendo, si trasformerà in una strana forma di attrazione e dipendenza reciproca, un legame vischioso e inconfessabile che dominerà le loro vite per i venticinque anni successivi. E quando Pietro, il loro primo amore, l’asse attorno a cui le loro vite continuano a ruotare, parte per uno dei suoi viaggi in Siria e scompare, la precaria architettura del loro rapporto rischia di crollare una volta per tutte.


Pietro e Nadir sono figli della stessa madre.
Pietro e Celeste sono figli dello stesso padre.
Celeste e Nadir non hanno nessun legame di sangue.
Loro sono le tre gocce d’acqua.

Due ragazzi e una ragazza, uniti per tutta la vita, da un rapporto che va oltre il legame di sangue. Pietro e Celeste sono fratelli, avendo lo stesso padre, ma Celeste e Nadir pur non essendo legati da nessuna parentela, per tutta la vita vivranno come una famiglia allargata, divorati da un intreccio di legami e sentimenti che si trasformerà col passare degli anni. Si ritroveranno ad odiarsi, ad essere rivali, essere complici, in quanto sempre impegnati ad aggiudicarsi l’affetto esclusivo del fratello che hanno in comune, Pietro. Il loro amore per Pietro sarà il perno di ciò che per venticinque anni caratterizzerà il loro rapporto, in un continuo flusso di attese, partenze e sentimenti occultati, sepolti e difficili da definire.
Le loro diverse scelte, nonostante la frequente lontananza, non permetterà, mai, per nessun motivo, che questa corda che li tiene uniti, si venga a spezzare.

A nove anni il tempo è un concetto astratto, senza alcun riferimento logico. Non potevo sapere che il ragazzino che stavo per conoscere avrebbe dominato sulla mia vita per i venticinque anni successivi.
Non potevo saperlo.
E forse, anche sapendolo, non avrebbe fatto alcuna differenza.

Questo libro mi ha lasciato sconquassata, non so se questo termine possa rendere l’idea delle emozioni e sensazioni che questa storia mi ha trasmesso durante la lettura.

Mi sono sentita avvolgere dagli eventi di questi tre giovani, perché la loro vita sarà caratterizzata da continui cambiamenti, ognuno con un carattere e una personalità davvero ben delineati che andranno a incidere reciprocamente sulle loro rispettive vite.
Le attese saranno vissute in modo particolare da Celeste che, almeno fisicamente è il personaggio più fragile per via di una patologia alle ossa che la limita sin da bambina, ma che si rivelerà una donna tanto fragile nel corpo, e altrettanto forte nell’anima e nel carattere, e questa forza la corazzerà sin da bambina, come un riccio di mare, nomignolo che Pietro usa per coccolarla e simbolicamente definirla.

Mi portò uno strano oggetto rotondo e verdastro, leggero e sottile. Me lo mise nel palmo, lo guardai incerta, lo annusai. Era cavo e conservava un odore salmastro.
«Che cos’è?»
«L’esoscheletro di un riccio di mare.»
«Quello con le spine?»
«Proprio lui. Ma dentro è fragilissimo.» Mi rigirai tra le dita quella spoglia vuota.
«Come me?» Lo feci ridere.
«Come te, Riccio di mare.»

Celeste è la voce narrante di questa toccante storia, e anche stavolta Valentina D’Urbano riesce a costruire delle trame e dei personaggi sempre originali e molto coinvolgenti a livello emotivo.

Una scrittura semplice, incalzante, mai noiosa, che tesse pagina dopo pagina una trama che non permette di distrarsi neanche per un attimo, perché il destino di questi tre protagonisti, ce lo sentiamo addosso, ne viviamo le continue lotte e l’incessante evoluzione, per cui è difficile non pensare a cosa il futuro offrirà alle loro vite.
Attraverso il racconto del passato saremo in grado di capire e ricostruire ciò che già in parte conosciamo del loro presente.

«Gli voglio bene. È mio fratello.»
«Ma adesso vivi con me. Vuoi più bene a me.»
Risucchiò il labbro inferiore tra i denti. «Voglio bene a tutti e due allo stesso modo. Non è mica una gara.”

Consiglio la lettura di questo libro a chi come me ha amato le altre storie di Valentina D’Urbano che spesso ci presenta i suoi protagonisti sin dall’ adolescenza, ma è maestra nel saperne poi definire la crescita e lo sviluppo della maturità.


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