[RECENSIONE] RITRATTO DI DONNA - CRISTIAN MANNU - MONDADORI


Buongiorno Sognalettori!
Oggi vi parlo di "RITRATTO DI DONNA" di Cristian Mannu, pubblicato da Mondadori, che ringrazio per la copia digitale.

L’AUTORE

Cristian Mannu è nato e vive in Sardegna. Con la sua prima opera, Maria di Isili (Giunti, 2016), ha vinto la ventottesima edizione del Premio Italo Calvino e la prima edizione del Premio Fondazione Megamark.
È stato inoltre finalista al premio Berto, al premio Dessì e al Premio Opera Prima 2016.


IL ROMANZO


Titolo: Ritratto di donna
Autore: Cristian Mannu
Data di uscita: 19 aprile 2022
Genere: Narrativa Contemporanea Italiana
Pagine: 132

Due donne unite dal legame più intimo e complesso: quello tra madre e figlia. La figlia, ormai adulta e madre a sua volta, scrittrice affermata ma dalla vita personale irrisolta, cerca di ricostruire i frammenti del discorso amoroso che la lega alla madre anziana e alla Sardegna, la terra che ha lasciato anni prima e in cui ora è tornata. Come pezzi di conchiglie sparsi sul bagnasciuga i ricordi le pungono la pelle e le parlano di una remota bellezza, ma non riescono a unirsi in una forma dotata di senso.
Com’è successo – quando, e perché? – che la madre sia diventata qualcuno da cui difendersi e scappare?
Eppure, nella distanza, tutto sembrava più nitido: il dolore, i silenzi, le incomprensioni. Più semplice attribuire ruoli e responsabilità. Ma le prospettive cambiano, man mano che si modifica la nostra esistenza. E quando la prospettiva del racconto si trasferisce alla madre, che nella seconda parte del romanzo diventa l’io narrante, ecco che il quadro si arricchisce di elementi: nuovi colori, profumi, forme. Finché l’incastro dei punti di vista e le rispettive rivelazioni sfociano in una visione dall’alto, che fotografa la nascita di un nuovo e inaspettato legame.
In un alternarsi continuo tra passato e presente, cullati dalla scrittura dolce e musicale di Cristian Mannu, poco alla volta assistiamo alla definizione di un quadro sempre più completo, ricco di dettagli e sfumature. Come se avessimo il privilegio di assistere alla composizione, pennellata dopo pennellata, e poi compissimo qualche passo indietro per ammirarlo nel suo insieme.


RECENSIONE DI MARZI VERONICA

Ho avuto il privilegio, grazie alla copia digitale inviatami da Mondadori, di leggere l’anteprima del nuovo libro di Cristian Mannu Ritratto di donna.

Sono entrata in punta di piedi dentro questa storia, quasi un flusso di coscienza in tre atti. Il profumo di torta all’arancia ha invaso le mie notti, sotto le coperte solo io e le pagine che fitte si succedevano tra le mie dita. Un romanzo potente, che ti entra lentamente sottopelle, con una forza emotiva tale che necessito di una rilettura attenta, non voglio perdermi nessun dettaglio.

Tra Cagliari e Perdasdefogu, fino a Parigi e ritorno, un viaggio nel tempo, tra passato e presente. Il legame di una madre con la figlia, madre a sua volta, unite e divise da un destino molto complesso. Scorci, profumi, abitudini, frammenti di uno specchio, quasi un puzzle.

Spettatrice silenziosa, ho sbirciato le loro vite, riconosciuto le ambientazioni, sofferto e gioito con loro.
Nei silenzi, nel taciuto c’è la storia di una famiglia, di un legame indissolubile. Percepisco chiaramente che in queste due donne forti e caparbie, si nascondano persone realmente esistite, chissà magari osservate da un bambino che da grande avrebbe fatto lo scrittore, così lo immagino.

Una casa vissuta è testimone tra le sue mura di distanze emotive, interni chiaroscuri e occhi smarriti, fermi ad un passato che non tornerà, malinconici di rimpianti.

Un padre svanito al sole, come un lenzuolo ad asciugare nei vicoli cagliaritani, conchiglie rotte e patti infranti. Alla fine, frammenti di vite sperdute, alla ricerca di una interezza irreale.

Cercavi la mano forte di tuo padre dietro il sellino, pronta a darti la spinta, a tenerti in equilibrio mentre le ruote giravano lente, a farti rialzare quando la bicicletta si piegava di lato.

Una bambina affamata di carezze, ormai adulta, si rifugia nel ricordo sbiadito di un'infanzia passata in cucina, tra donne accudenti e ferite, sgualcite dal tempo e dalle delusioni. Poi adolescente irrisolta, alle prese con problemi economici e parenti, fino alla maternità e alla fuga.

È strana la vita non trovi? È strano come ti scorra davanti, in certi momenti, disordinata e senza preavviso. È strano come il tempo conservi e modifichi cose, persone.

I ricordi si fondono con la realtà in un flusso di memorie: i limoni con i centrini, lo zio, la nonna, l’immancabile Gigi Riva, eroe della gente di mare, i fenicotteri, i mulinelli, su bixinau.

Cosa resta di una esistenza, il ricordo delle altre forse, o l’amore taciuto?
Resta una mano fredda di madre, uno sguardo che si fonde nell’altro, due riflessi della stessa donna che si ripropongono al mondo, in un cerchio concentrico chiamato vita.

Leggere questo libro stordisce, riempie la pancia, fa tremare le gambe, poi la storia si sedimenta sottocute, tutto tace infine e si accende un sorriso.

Nessun commento