[RECENSIONE] VIOLETA - ISABEL ALLENDE - FELTRINELLI


Buongiorno Sognalettori,
oggi vi parlo di "VIOLETA" di Isabel Allende, pubblicato in Italia dalla casa editrice Feltrinelli.

Isabel Allende scrittrice e giornalista cilena. Dopo aver terminato gli studi a Santiago del Cile, lavora dapprima per la FAO, quindi si dedica a un giornalismo impegnato, scrivendo anche per il cinema e la televisione. Nipote di Salvador Allende, vive in esilio dal 1973, anno del golpe organizzato dal generale Augusto Pinochet Ugarte, al 1988, anno della caduta di Pinochet.
In esilio scrive il primo romanzo, La casa degli spiriti (1982; ebbe una trasposizione cinematografica nel 1993).
Ha scritto romanzi basati sulle sue esperienze di vita, ma ha anche parlato delle vite di altre donne, unendo insieme mito e realismo. In Italia è pubblicata da Feltrinelli.
Tra le prime scrittrici latinoamericane a raggiungere fama mondiale, continua la sua esplorazione del tema politico e di quello personale nei due romanzi successivi – D'amore e ombra (1984) ed Eva Luna (1987) – e nella raccolta di novelle Eva Luna racconta (1992).
E ancora ricordiamo: Oltre l'inverno (Feltrinelli 2017), Lungo petalo di mare (Feltrinelli 2019) che racconta la storia del Winnipeg, una nave che ha portato in Cile 2200 rifugiati spagnoli che fuggivano dalle rappresaglie franchiste, Donne dell'anima mia (Feltrinelli 2020) e Violeta (Feltrinelli 2022).
È una delle autrici latine di maggior successo, avendo dato alla letteratura sudamericana un contributo enorme; le sue opere sono tradotte in tutto il mondo.


IL ROMANZO


Titolo: Violeta
Autore: Isabel Allende
Data di uscita: 3 Febbraio 2022
Genere: Narrativa Contemporanea Straniera
Pagine: 368

Violeta nasce in una notte tempestosa del 1920, prima femmina dopo cinque turbolenti maschi. Fin dal principio la sua vita è segnata da avvenimenti straordinari, con l’eco della Grande guerra ancora forte e il virus dell’influenza spagnola che sbarca sulle coste del Cile quasi nel momento esatto della sua nascita. Grazie alla previdenza del padre, la famiglia esce indenne da questa crisi solo per affrontarne un’altra quando la Grande depressione compromette l’elegante stile di vita urbano che Violeta aveva conosciuto fino ad allora. La sua famiglia perde tutto ed è costretta a ritirarsi in una regione remota del paese, selvaggia e bellissima. Lì la ragazza arriva alla maggiore età e conosce il suo primo pretendente... Violeta racconta in queste pagine la sua storia a Camilo in cui ricorda i devastanti tormenti amorosi, i tempi di povertà ma anche di ricchezza, i terribili lutti e le immense gioie. Sullo sfondo delle sue alterne fortune, un paese di cui solo col tempo Violeta impara a decifrare gli sconvolgimenti politici e sociali. Ed è anche grazie a questa consapevolezza che avviene la sua trasformazione con l’impegno nella lotta per i diritti delle donne. Una vita eccezionalmente ricca e lunga un secolo, che si apre e si chiude con una pandemia.

Raccontata attraverso gli occhi di una donna che vive un secolo di sconvolgimenti con passione, determinazione e senso dell’umorismo, Isabel Allende ci consegna ancora una volta una storia epica che esalta ed emoziona.


La mia adorata Isabel è tornata!
Violeta mi ha fatto finalmente ritrovare le magiche emozioni che Isabel Allende mi ha sempre trasmesso, essendo lei la mia autrice del cuore, della quale ho letto quasi tutto e che ha su di me un potere immenso nell’emozionarmi, farmi ridere e farmi conoscere aspetti storici della sua terra di origine, ossia il Cile.

Non voglio raccontarvi la storia di Violeta, perché secondo me, va letta e assaporata lentamente, la sua vita, le sue battaglie e le sue doti personali.
Violeta è la figlia femmina che, dopo tanti maschi, arriva nella famiglia di Arsenio del Valle.

“È una bambina, Arsenio. Finalmente hai una figlia,” intervenne Pía, mostrandogli il fagotto che teneva tra le braccia.
“Dio sia lodato!” sussurrò mio padre, ma il sorriso svanì alla vista dell’esserino che spuntava dalle pieghe dello scialle. “Ha un bozzo in fronte.”
“Non ti preoccupare. Alcuni bambini nascono così e dopo pochi giorni tutto torna normale. È segno di intelligenza,” improvvisò Pilar, per non dirgli che sua figlia era atterrata nella vita di testa.
“Come la chiamerete?” chiese Pía.
“Violeta,” disse mia madre con fermezza, senza dare al marito la possibilità di ribattere.
È l’illustre nome della bisnonna di mia madre, che ricamò lo stemma della prima bandiera dell’Indipendenza all’inizio dell’Ottocento.”

La nostra protagonista è una donna molto forte, che sin da piccola si dimostra capricciosa e ribelle. In seguito a un tragico evento familiare, prende in mano la sua vita, con caparbietà e determinazione, sicura di volersi costruire un’esistenza ricca di amore, indipendenza e grandi conquiste. La nostra indomita protagonista purtroppo rivelerà anche una grande fragilità e dipendenza emotiva, soprattutto nei confronti dell’uomo che ama.

Non mancano in questo bellissimo romanzo gli elementi che caratterizzano la scrittura della nostra autrice cilena, dove si manifesta con ferocia la grande parte femminile e femminista che è in lei. I personaggi femminili sono ben caratterizzati, alcuni hanno quel lato magico, che così bene conosciamo, dove non manca la guaritrice e l’esperta delle erbe e delle cure naturali, un mondo davvero interessante e curioso per chi come me ne subisce il fascino.
Non mi è possibile nominare tutte le figure femminili che circondano la vita di Violeta, perché penso davvero che di ognuna di esse ci sarebbero così tante cose da dire che mi sarebbe impossibile farlo in poche righe, per cui spero che ognuno di voi abbia la curiosità e il piacere di conoscerle.
Ho vissuto questo libro come un inno alla grande figura della forza, del coraggio e della fragilità femminile.

Vi chiederete perché parlo solo di donne, per cui, non pensiate che non ci siano protagonisti maschili, ce ne sono eccome… uomini che stanno accanto alle donne e uomini che ne stanno lontani…

Voglio citare tre personaggi maschili che mi hanno maggiormente colpito.
Il primo è Juliàn, compagno e padre dei figli di Violeta, che avrà per tutto il romanzo un ruolo predominante, personaggio di potere e di grande malevolenza.

L’altro personaggio maschile che non dimenticherò mai è Torito il gigante buono, un ragazzo che arriva nella famiglia del Valle e rimarrà sempre con loro, fino ad avere un ruolo fondamentale nella loro vita.

“Non ti ho raccontato molto di Apolonio Toro, l’indimenticabile Torito, che merita un tributo speciale perché mi ha accompagnato per molti anni della mia vita e continua a essere con me anche da morto. Penso che fosse nato con qualche tara genetica. Per iniziare, era un gigante in un paese dove la gente era piccoletta, a quel tempo; ora no, ora le giovani generazioni superano i nonni di una spanna. Essendo così grande, si muoveva con una lentezza da pachiderma e ciò accentuava quell’aria da bruto minaccioso che contraddiceva la sua vera natura docile. Avrebbe potuto strangolare un puma a mani nude, ma non si difendeva se lo prendevano in giro, come a volte accadeva, quasi avesse piena consapevolezza della sua forza e si rifiutasse di usarla contro gli altri.”

La figura maschile più presente, anche se indirettamente, durante la lettura del libro è sicuramente Camilo, perché è la persona alla quale Violeta racconta la sua storia e la cui identità verrà svelata durante la narrazione, e del quale sarà impossibile dimenticarsi.

Vorrei raccontare una piccola curiosità che ho incontrato durante la lettura, ossia mi sono resa conto che uno dei personaggi è parente di uno dei protagonisti de “La casa degli spiriti”! Nel leggere e comprendere questo collegamento, il mio coinvolgimento è aumentato, essendo “La casa degli spiriti” il libro che mi ha fatto conoscere questa meravigliosa autrice e che rimarrà sempre il mio libro del cuore.



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