[RECENSIONE] L'INFINITO SENZA FARCI CASO. Poesie d'amore - FRANCO ARMINIO - BOMPIANI


Buongiorno Sognalettori!
In questo bellissimo appuntamento con la Poesia, vi parlo di un libro che ho divorato in una sola notte: mi riferisco a L’infinito senza farci caso. Poesie d’amore di Franco Arminio, edito Bombiani.

Proprio l’altro giorno ho postato una storia con la cover di questo libro e molte persone hanno commentato dicendomi che non sarei rimasta delusa dall’autore!
Sarò sincera: nonostante io viva di poesia non avevo mai letto nulla di suo e questi versi, per me, sono stati una vera e propria rivelazione!

Immaginate una piovosa notte di marzo; il mio compagno che dorme stringendomi in vita e, con la melodia del tempo in sottofondo, le pagine di Franco Arminio a farmi compagnia. Niente di più bello.

Ma siete davvero sicuri di non aver mai sentito una sua poesia? Nemmeno per caso?
Sono certa che non è così. Ricordate l’esibizione a Sanremo 2022 di Marco Mengoni e Filippo Scotti? Ebbenesì, l’Elogio alla gentilezza declamato in quell’occasione era una poesia del nostro Franco Arminio.
Lo sapevate?


CHI È L’AUTORE?

È un poeta, scrittore e regista italiano che si definisce paesologo.
È nato il 19 febbraio nel 1960 a Bisaccia, in provincia di Avellino.

Ha fondato una disciplina che si chiama paesologia, che consiste nel vagare per paesi dimenticati facendoli rivivere con lo spirito (ricorda un po’ i miei viaggi in paesi sperduti!)
Mi piace questa corrente di pensiero: scoprire la semplicità di paesi liberi dalla fretta del mondo, libera anche il Piccolo Principe che è in ognuno di noi!
Franco dice che l’uomo è allo stremo e può risorgere solo prestando attenzione alle piccole cose. Vive a pieno la vita e, soprattutto, la AMA.
Tra i suoi libri ricordiamo Cedi la strada agli alberi (2017), La cura dello sguardo (2020) e Studi sull’amore (2022).


IL ROMANZO


Titolo: L'infinito senza farci caso. Poesie d'amore
Autore: Franco Arminio
Data di uscita: Ottobre 2019
Genere: Narrativa Italiana Contemporanea | Poesia
Pagine: 128

“Io non so che cosa sia l’amore. So cosa sono le intimità provvisorie. Non pensate a godimenti fuggitivi, a divagazioni non matrimoniali. Solo una visione vecchia di noi stessi e degli altri ci può far pensare all’amore come a una cosa che prima non c’è e poi compare e poi finisce. A me sembra che ci sono parti di noi che sono sempre in amore e altre che sono in fuga, sepolte e irraggiungibili.
Ogni incontro bello, ogni intimità attinge a un giacimento mitico e poetico del quale dobbiamo smettere di aver paura. L’amore è una dimensione intimamente locale, si svolge sempre in un luogo ed è inedito ogni suo gesto. Il luogo dell’amore è il corpo. Corpo che diventa foglia, albero, paesaggio. Corpo che fa ombra e fa luce, corpo assoluto e cordiale, per un’ora o per mezzo secolo. Riconoscere questa specificità dell’amore è una forma di resistenza alla globalizzazione delle emozioni, alla dispersione dell’intensità. Il corpo amoroso ci richiama alla vita da vicino, al suo sapore locale, preciso.” Le poesie di Franco Arminio sono il resoconto quieto e febbrile di un cammino umanissimo eppure percorso dall’anelito a qualcosa di più grande. La parola poetica diventa rivelazione di una scintilla divina tra le nostre mani e canta un amore che forse non ci salva, ma senza il quale saremmo soli in balia del tempo che scorre.


Ma torniamo a L’infinito senza farci caso, pubblicato nel 2019 da Bombiani.
I versi raccontano l’amore in tutte le sue forme, chiarendo innanzitutto il concetto che solo una vecchia visione di noi stessi e degli altri ci può far pensare a questo sentimento come una fase illusoria e passeggera. Il luogo dell’amore è il corpo, misto di ombra e luce “per un’ora o mezzo secolo”.

A dare un senso al nostro titolo troviamo questi meravigliosi versi:

“Il tuo corpo è l’unico posto
dove c’è spazio per noi due.
di notte il tuo corpo si fa più grande,
è reso perfettamente dalle tenebre.
è come stare
nell’infinito senza farci caso”

Franco dice che la poesia e l’amore sono il nostro cadere più vero nel mondo, quasi fossimo stelle cadenti in discesa. Ti svelo la poesia del nostro amore, esprimi un desiderio.
Parla del fatto che chi ama non è fatto per restare fermo lì e marcire nell’abitudine: l’amore è riscoprirsi ogni giorno, svecchiarsi, vivere migliaia di avventure per ritrovarsi cambiati e riderci su, assieme.

“Incontrarsi per non restare
nel punto in cui siamo, ma per muoverci
per guardare il fondo
e per guardare in alto”

Un pensiero va anche a chi ha smesso di credere nel meraviglioso sentimento che ci fa battere il cuore tanto quanto la pazienza. Perché, si sa, l’amore non è mai tutto rose e fiori. Eppure la vera forza di una coppia sta nell’affrontare le difficoltà che la vita ci pone.
Chi non crede più nella persona giusta si chiude in se stesso e finisce per spegnersi nell’albergo della sua solitudine, magari in campagna.
Magari solo e lontano dal mondo.
Spesso queste persone vengono lasciate lì, come statue impolverate, dimenticate persino dalla gente a cui vuole bene. L’errore sta lì: nel non aver dato speranza a chi non ha cicatrizzato un dolore, nell’averlo lasciato nel suo albergo a luci spente.

“Ho fatto tanti errori
nella mia vita.
Questo ognuno di noi lo dice.
Quello che non sappiamo dire
è questo:
ho fatto tanti errori
nella vita degli altri”.

Franco rompe tutti gli schemi e, con eleganza e maestria, racconta l’amore anche sotto sfumature sessuali mai volgari. Per questo i suoi versi sono additati dalla critica letteraria, che li definisce “imbarazzanti”. Personalmente, però, non sono d’accordo.

“Entrare in te
pianissimo,
e poi restare fermo,
assolutamente fermo”

Nonostante io non sia amante della letteratura così intima e “audace”, ho amato ogni singolo verso, parola, virgola. Credo che questo autore sia degno di bestseller, longseller e che un giorno potrebbe diventare un classico meraviglioso.

Vi invito a leggere questo libro e tutti i suoi altri, cosa che io in primis farò molto presto.
Franco Arminio merita di essere conosciuto, amato, ricordato.

LUNGA VITA ALLA POESIA, QUELLA VERA.
Grazie Franco, per i brividi che mi hai regalato.



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