[RECENSIONE] POESIE - TRILUSSA - RIZZOLI


Ciao Sognalettori!
Oggi voglio parlarvi di un poeta che, al giorno d’oggi, non è ricordato tanto quanto merita: mi riferisco a TRILUSSA.
Qualche settimana fa ho condiviso sui social una sua poesia e in molti mi hanno chiesto se l’autore fosse contemporaneo: sono rimasti increduli quando hanno scoperto che Trilussa è classe 1871!
Ebbenesì, Carlo Alberto Salustri (in arte Trilussa) è uno dei personaggi più curiosi della poesia novecentesca.

Autore di sonetti in (udite udite!) dialetto romanesco, raffigurò nei suoi componimenti la Roma borghese e la piccola borghesia.

EHI, MA COS’È UN SONETTO?

Pillola di poesia:

Il sonetto è un componimento poetico, tipico soprattutto della letteratura italiana, il cui nome deriva dal provenzale sonet (piccolo suono, diminutivo di son: suono, melodia). Normalmente è composto da quattordici versi endecasillabi raggruppati in due quartine a rima alternata (ABAB, ABAB) o incrociata (ABBA, ABBA) e in due terzine a rima varia.

Attorno al 1907 abbandonò questa forma espressiva per creare un nuovo tipo di favola: inizialmente mirava ad una sorta di parodia delle favole classiche ma, nel mentre, accadde qualcosa di magico: Trilussa spiegò le sue ali dando il via alle metriche più variate e ad una serie di libere invenzioni!
Tra le raccolte è d’obbligo ricordare Quaranta sonetti romaneschi (1895), Ommini e bestie (1914), Lupi e agnelli (1919)… ma volete sapere la verità? Da vera divergente, sono super innamorata di due opere minori trilussiane: Libro numero nove (1929) e Libro muto (1935).


IL ROMANZO


Titolo: Poesie
Autore: Trilussa
Data di uscita: 21 Settembre 2021
Genere: Poesia Italiana contemporanea
Pagine: 704

Con disegni inediti dell’autore
In collaborazione con l’Associazione degli Italianisti A cura di Secondina Marafini Con una premessa di Rino Caputo

Per oltre cinquant’anni, Trilussa ha osservato il mondo che lo circondava e lo ha raccontato in poesia: la nuova società che stava emergendo dall’unificazione italiana, la Grande guerra, il fascismo e poi la nascita della Repubblica. Una vita dedicata a mettere in versi lo spirito e le contraddizioni degli italiani, miscelando sapientemente il cinismo disincantato della tradizione dialettale con la sperimentazione di novità espressive, attraverso il filtro di una comicità graffiante. Un ruolo di coscienza del Paese che gli è stato riconosciuto con la nomina a senatore a vita concessagli nel 1950, a pochi giorni dalla morte. Questa antologia raccoglie il meglio dei versi di Trilussa e svela finalmente il ruolo di Rosa Tomei – compagna di vita, allieva e poetessa – nella sua opera, che ancora oggi sa mettere in scena con immagini e personaggi di una forza viscerale e con lucida partecipazione gli eterni giochi di potere dell’esistenza umana.


Ma torniamo a noi: la nostra amata Rizzoli ha scelto di ricordare Trilussa riproponendo gran parte dei suoi componimenti in un libro nuovo e rendendo contemporaneo un autore novecentesco che pensava già al futuro. È incredibile pensare a quanto Carlo Alberto sia avanti, sembra quasi un poeta “astratto”!

Insomma, questa raccolta gli rende onore in tutto e per tutto, aggiungendoci anche dei disegni inediti del Salustri… sembra quasi di esser in viaggio con lui! Adoro il modo in cui descrive scene di vita quotidiana (che ai nostri occhi appaiono scontate) e ci culla con la leggerezza delle sue parole, per poi stroncare il componimento con una frase che ci mette realmente KO e che ci faccia riflettere sul fatto che ciò che appare scontato non è sempre “normale”.

Vi faccio un esempio:

L’omo e er Lupo

Un Omo disse a un Lupo: - Se nun eri
tanto cattivo e tanto prepotente,
te guadagnavi er pane onestamente
e io t’avrei protetto volentieri…
-Mejo la libbertà che un po’ de pane.
-rispose er Lupo subbito- Der resto,
er giorno ch’ero bono e ch’ero onesto
finivi pe’ trattamme come un cane.

Capite cosa intendo?!

La cover, poi, rispecchia a pieno l’autore in questione: una gallina che mangia mais, ma il suo chicco è improvvisamente scoppiato in pop corn e… (ancor più sorprendente) osservando la gallina ci rendiamo conto che in realtà è finta! La poesia di Trilussa è proprio così: ci descrive una realtà semplice per poi mostrarci il retroscena; una sorta di umorismo Pirandelliano, raccontato con la delicatezza di una favola.
Credo che Carlo Alberto sia tutto da scoprire, perché è un inventore di mondi e ad ogni rilettura sblocca dei pensieri nuovi, aperti, rivoluzionari.

L’unica pecca dei componimenti in romanesco è che, per chi non appartiene né a Roma né alla regione Lazio, leggere questi versi non è proprio semplice: mi sono dovuta improvvisare romana e ho coinvolto il mio moroso Davide nell’impresa… sembravamo due goffe imitazioni, però ci siamo divertiti tanto! Ci si mette in gioco e sembra quasi di mettere in scena delle poesie, come se fosse un piccolo teatrino!

Se pensate che la poesia sia “roba per vecchi”, provate a leggere Trilussa e la vostra vita cambierà del tutto.

Buona riscoperta

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