[RECENSIONE] LA LADRA DI PAROLE - ABI DARÉ - CASA EDITRICE NORD


Buongiorno Sognalettori,
sono tornata! Oggi vi parlo di "LA LADRA DI PAROLE" di Abi Daré, pubblicato dalla Casa Editrice Nord.

Abi Daré è cresciuta a Lagos, in Nigeria, ma vive in Inghilterra da diciotto anni. Dopo la laurea in Legge con specializzazione in Managment internazionale, ha ottenuto un master in Scrittura creativa alla Birkbeck University of London. Attualmente abita nell'Essex col marito e le figlie. La ladra di parole è il suo romanzo d'esordio e si è subito imposto come un caso editoriale sia in Inghilterra sia negli Stati Uniti, dove è rimasto in classifica per settimane.


IL ROMANZO


Titolo: La ladra di parole
Autore: Abi Daré
Data di uscita: 26 Agosto 2021
Genere: Narrativa Straniera Contemporanea
Pagine: 368

A Ikati, un villaggio nel cuore della Nigeria, il destino delle donne è segnato: passano l'infanzia a occuparsi della casa e dei fratelli più piccoli, vanno a scuola solo per imparare a leggere e scrivere e poi vengono date in moglie al miglior offerente. Ma la quattordicenne Adunni è diversa: ama studiare, scoprire parole nuove per dar voce ai propri pensieri, per capire il mondo, per immaginare un altro futuro. E sogna di diventare maestra, di spiegare alle bambine come, grazie all'istruzione, possano liberarsi della miseria, guardare lontano, cercare la loro strada. Un sogno che però sembra infrangersi la mattina in cui il padre le annuncia di averla promessa a Morufu, un uomo molto più vecchio di lei e con già altre due mogli. Adunni sa che la sua famiglia ha un disperato bisogno dei soldi di Morufu, eppure non si arrende, nemmeno dopo aver compiuto il suo dovere di figlia, nemmeno dopo che una tragedia la obbligherà a scappare a Lagos, dove diventerà la serva di una donna prepotente e crudele. Anche nell'ora più buia, Adunni saprà trovare parole di coraggio e di speranza, parole che le daranno la forza di trasformare il suo sogno in realtà…

Un romanzo che esalta tutte quelle donne che ogni giorno lottano per un mondo più giusto. Una storia drammatica ed emozionante, che svela una realtà umana e sociale sconosciuta a molti. Una voce – sincera, spiazzante, indimenticabile – che arriva dritta al cuore e non lo lascia più. Un libro che, proprio come dice Adunni, è un amico che aiuta a trovare la libertà.



Per le ragazze come me, il futuro è già deciso, ma io non mi arrendo nel silenzio. Un giorno troverò la mia voce.


Grazie, dico al Libro dei fatti della Nigeria; grazie, dico al Collins e a tutti i miei amici libri, che mi hanno aiutato a trovare una libertà nella prigione di questa casa.

Adunni, sì, è una ladra di parole. Le ruba di nascosto dai libri di una biblioteca privata, le assorbe, le sente scorrere sottopelle, le fa sue perché sa che quelle parole le servono per affrancarsi dalla sua condizione di moglie bambina e schiava. Adunni è una voce, un grido di speranza in mezzo a milioni di voci silenziate.
In Nigeria, come in tanti altri paesi dell'Africa e del mondo, la donna è ancora considerata al pari di una bestia da soma.

Basti pensare che in Nigeria le donne costituiscono il 60% della forza lavoro agricola e producono fino all'80% delle derrate alimentari. L'istruzione non è un diritto, ma un traguardo di poche.

L'autrice Abi Darè, edita dalla casa editrice Nord, riesce a smuovere le coscienze assopite della società occidentale adagiata in un torpore dimentico dei diritti che possiede, attraverso un linguaggio semplice - tradotto volutamente seguendo la lingua parlata delle persone prive di istruzione, il cosiddetto broken English -, ma potente, che arriva dritto nelle viscere lasciando cicatrici aperte piene di domande, dubbi e ipotesi.

Ho guardato le cicatrici e ho visto che si è insediata una domanda, un'immedesimazione, una trasposizione: "io, Anna, potrei essere Adunni, ma sono Anna. Io sono Anna, ma dentro di me mi sento Adunni, una ragazza che attraverso lo studio ha capito che può migliorare la sua condizione e quella di milioni di donne. Io, Anna, amo Adunni e tutte le donne che lottano per avere il diritto di vivere una vita libera."




1 commento

  1. Molto interessante! Spinge a fare una riflessione su quello che significhi davvero "studiare"!

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