Buorgiorno Sognalettori,
oggi, con un bel Review Party - proprio in occasione dell'uscita odierna del libro - vi parlo di "MEXICAN GOTHIC" di Silvia Moreno-Garcia, pubblicato dalla casa editrice Oscar Mondadori Fantastica, che ringrazio enormemente per la lettura del file in anteprima!! 📖 😉
Silvia Moreno-Garcia è messicana di nascita, ma canadese d’adozione. Autrice di numerosi romanzi acclamati, come Gods of Jade and Shadow (che ha vinto il Sunburst Award, premio d’eccellenza nella letteratura fantastica in Canada) e Mexican Gothic (romanzo vincitore di numerosi premi).
Silviaè l’editrice dell’Innsmouth Free Press, e co-editrice dell’horror magazine The Dark con Sean Wallace dal 2017 al 2020. Scrive inoltre articoli sul The Washington Post.
Silvia Moreno-Garcia si è laureata in Scienze e Tecnologie alla University of British Columbia, nella città dove vive tutt’ora.
IL ROMANZO
Titolo: Mexican Gothic
Autore: Silvia Moreno-Garcia
Data di uscita: 2 Novembre 2021
Genere: Narrativa Straniera Contemporanea | Fantasy
Pagine: 348
Noemà Taboada riceve una lettera angosciata e delirante da sua cugina Catalina, che ha appena sposato un inglese altolocato e che implora il suo aiuto. E così si reca a High Place, una tetra dimora sperduta tra le montagne del Messico.
Noemà è poco credibile nei panni della crocerossina: è una raffinata debuttante, più adatta ai cocktail party che alle indagini poliziesche, ma è anche caparbia, sveglia, e non si lascia intimorire facilmente: certo non dal marito di Catalina, uno sconosciuto dall’aria sinistra ma intrigante; né dal padre, l’anziano patriarca che sembra particolarmente attratto da lei; e neppure dalla casa, che inizia a invadere i suoi sogni con visioni di sangue e sventure.
Il suo unico alleato in questo luogo inospitale è il più giovane membro della famiglia. Ma forse anche lui ha un oscuro segreto da nascondere.
Mentre dal passato riemergono storie di violenza e follia, Noemà viene lentamente risucchiata in un mondo terrificante e seducente al tempo stesso. Un mondo dal quale potrebbe essere impossibile fuggire.
Noemà è poco credibile nei panni della crocerossina: è una raffinata debuttante, più adatta ai cocktail party che alle indagini poliziesche, ma è anche caparbia, sveglia, e non si lascia intimorire facilmente: certo non dal marito di Catalina, uno sconosciuto dall’aria sinistra ma intrigante; né dal padre, l’anziano patriarca che sembra particolarmente attratto da lei; e neppure dalla casa, che inizia a invadere i suoi sogni con visioni di sangue e sventure.
Il suo unico alleato in questo luogo inospitale è il più giovane membro della famiglia. Ma forse anche lui ha un oscuro segreto da nascondere.
Mentre dal passato riemergono storie di violenza e follia, Noemà viene lentamente risucchiata in un mondo terrificante e seducente al tempo stesso. Un mondo dal quale potrebbe essere impossibile fuggire.
La protagonista di “Mexican Gothic” è Noemà Taboada (22 anni) giovane debuttante in società , che vive a Città del Messico nel 1950 con la sua famiglia.
Il padre Leocadio è un uomo molto severo e dalle strette venute, che non apprezza per nulla le libertà che la figlia continua a prendersi, svagandosi alle feste, vestendosi un po’ troppo vanitosamente, rimorchiando adulatori a vagonate (che poi rigorosamente lascia da parte dopo esserci uscita assieme un paio di volte) e il suo mutevole umore che le fa cambiare spesso interessi ed hobbies.
Noemà però è anche una ragazza curiosa che vuole continuare a studiare (nonostante a quell’epoca in Messico venga visto come non opportuno per una donna fare qualsiasi altra cosa che non sia sposarsi e diventare madri di famiglia), motivo per cui le viene spesso rimproverato dai genitori ogni suo interesse accademico. Un sogno di Noemà sarebbe quello di poter studiare antropologia all’università .
Quando la fanciulla viene richiamata d’urgenza dal padre super preoccupato, non si può immaginare che la stia per spedire a fare visita alla cugina Catalina (27 anni, sposata da qualche mese) che pare non stare per niente bene! La cugina infatti ha mandato una strana lettera allo zio Leocadio, il quale non sa bene come interpretare le frasi un po’ folli contenute nella missiva. Per questo esorta Noemà ad andare immediatamente dalla cugina per sincerarsi non solo della sua salute, ma anche se la situazione sia ben più preoccupante di quanto non appaia in realtà .
Ora che aveva acconsentito a partire per quell’avventura, si rese conto di sapere molto poco del luogo dove era diretta e delle persone che stava per incontrare. Non era né una crociera né un viaggio di svago. Ma volle rassicurarsi pensando che se suo padre l’aveva scelta per quella missione lei l’avrebbe portata a termine. Volubile? Macché. Avrebbe dimostrato a suo padre la determinazione che le aveva richiesto. Forse dopo la riuscita dell’incarico – perché un suo fallimento era fuori discussione – finalmente l’avrebbe considerata più matura e meritevole.
Virgil Doyle (35 anni), il marito di Catalina, minimizza la cosa e anzi dice che non ci sia nulla di cui preoccuparsi. Solo una volta arrivata nella cupa, umida, inquietante casa della famiglia Doyle, Noemà potrà constatare lei stessa quanto stare in mezzo alla nebbia e al nulla tra i monti di El Triunfo possa essere malsano! Come se non bastasse, High Place, la casa della famiglia Doyle, è una grande casa in stile britannico (come tutta la famiglia Doyle, talmente legati a doppio nodo alle loro tradizioni della madrepatria nonostante abitino sul suolo messicano già da decenni, al punto tale da non parlare nemmeno spagnolo e mantenere i contatti solo con la loro ristretta cerchia di conoscenze di origine britannica); magione tanto grande e trasandata quanto silenziosa.
Il silenzio è una delle cose più difficili da sopportare per NoemÃ, così abituata alle chiacchiere, alle feste, alla musica e alla vita in società … ma è una delle regole più ferree del capostipite Howard Doyle.
L’anziano signore infatti non solo pretende che in casa regni il quasi assoluto silenzio, ma non gradisce nemmeno che si cerchi di immischiarsi nelle faccende di famiglia. Motivo per cui anche il malessere della giovane Catalina gli arreca fastidio, sebbene la fanciulla passi praticamente tutto il suo tempo seduta nella propria stanza, accanto alla finestra.
Prima di sposarsi Catalina è sempre stata una ragazza sorridente, gentile, servizievole, sempre pronta ad aiutare la famiglia… eppure quella che Noemà si ritrova di fronte non è assolutamente la cugina che ricordava e con la quale è cresciuta: questa versione di Catalina è decisamente più pallida, smorta e priva di quella dolce vitalità che la caratterizzava. Oltretutto, come se non bastasse, è controllata costantemente dall’austera e rigida Florence, nipote del vecchio Doyle, che si occupa della casa e non permette quasi mai che avvengano visite prolungate tra le due cugine. Neppure i tre domestici che lavorano in quella casa sprizzano simpatia e anzi lavorano sempre stando sulle loro, evitando le chiacchiere e la cortesia.
Fortuna che almeno ci sia Francis (25 anni), il giovane della famiglia Doyle, che è l’unico a scambiare qualche piccola battuta con NoemÃ.
Quel che è certo è che tutti i Dolye, così biondi, pallidi e silenziosi, sono assolutamente in contrasto con gli abitanti della zona… e a Noemà la cosa inizia a pesare ogni giorno di più. Vivere in quella casa le risulterà difficile, sebbene lo faccia solo per amore verso la cugina, perché vuole portare a termine il compito che le ha affidato suo padre, ma anche perché vuole scoprire cosa inquieti così tanto la povera Catalina e cosa siano tutte quelle strane voci e presenze nei muri di cui le parla.
E se inizialmente Noemà pensava che fosse solamente uno degli effetti del malessere della cugina, presto dovrà ammettere lei stessa che riuscire a sfuggire dalle grinfie della famiglia Doyle sia sempre più difficile, e che ci sia decisamente qualcosa che non torna in quella casa, piena di misteri e dettagli inquietanti!!
Quali dettagli siano, però, lo lascio scoprire direttamente a voi Sognalettori, perché si tratta di un libro da leggere personalmente senza farsi condizionare da anticipazioni.
Certo è che posso consigliarlo a chiunque ami i libri dall’atmosfera gotica e misteriosa (dettaglio già parzialmente deducibile dal titolo), e da coloro che non si fanno impressionare dalla presenza di strane entità che incutono timore e ansia nei personaggi del libro… e forse anche nei lettori? 😜
Per stuzzicare la vostra curiosità , vi lascio però un piccolo indizio: l’uroboro della famiglia Doyle (un serpente che si mangia la coda), che appare un po’ ovunque all’interno di High Place, cosa vorrà dire?
Innegabile è la crescita personale che fa la protagonista NoemÃ, che da ragazzina un po’ sprovveduta e civettuola, diventerà decisamente più consapevole e decisa.
Personaggi ed ambientazione sono assolutamente provvisti di tutte le caratteristiche che si confanno al genere letterario gotico, motivo per cui non posso che affermare quanto l’opera sia “centrata” su questo argomento. Tuttavia la narrazione, per quanto dettagliata e consona, oltre che provvista di un linguaggio assolutamente facilmente leggibile, non possiede un ritmo propriamente incalzante (almeno all'inizio)… è un romanzo che troverà sicuramente il gradimento di quei lettori che preferiscono arrivare agli eventi lentamente, gustandosi con molta calma tutti i dettagli e anche qualche episodio leggermente ridondante (ma non posso spifferarvi a quali episodi io mi stia riferendo… ma ce ne sono più di qualcuno!).
Tuttavia, oltre agli aspetti tipici dello stile gotico, in “Mexican Gothic” l’autrice ha scelto di inserire anche una tematica forte: il razzismo, l’eugenetica e la visione alquanto ristretta della mentalità vittoriana britannica. La giovane protagonista infatti dovrà non solo affrontare le inquietanti apparizioni che paiono tormentare gli abitanti della casa, ma anche fare i conti con tutti gli sguardi di stizza e le battutine poco simpatiche che le verranno lanciate dalla famiglia Doyle, soprattutto perché Noemà possiede caratteristiche fisiche messicane così in contrasto con quelle britanniche dei Doyle… ma non posso spifferarvi oltre!
Certo è che Silvia Moreno-Garcia, tessendo la trama di questo romanzo, è stata assolutamente abile nell’includere anche tutti gli elementi che richiamano le leggende e la mitologia Maya, tingendo con tinte cupe i vari capitoli.
Questo non è propriamente il libro che mi sarei aspettata, ma trovo che sia assolutamente giusto uscire ogni tanto dalla propria confort zone di lettura… quindi non posso che ritenermi soddisfatta anche di questa lettura “fuori dal mio genere letterario preferito”.
Buona Lettura ed aspetto i vostri pareri sotto al post. 😉
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