[RECENSIONE] LO SPECCHIO DELL'ANIMA - ALESSANDRO DEL GAUDIO - SàGA EDIZIONI


Buongiorno Sognalettori!
Il Review Party di oggi riguarda un libro che ho scoperto tramite Miriam del blog letterario "Me and Books", ovvero “LO SPECCHIO DELL'ANIMA" di Alessandro Del Gaudio, pubblicato dalla casa editrice Sàga Edizioni, che ringrazio molto per aver fornito il file digitale per la lettura in anteprima. 📖😉

Alessandro Del Gaudio è nato a Torino nel 1974.
Ha pubblicato i romanzi: Il candore dei ciliegi (2001), Lungomare (2002), Italoamericana (2005), Le note di Nancy (2009), Aziza (2011) e Aurora d’Inverno (2012).
Nel 2012 e nel 2014 ha pubblicato i primi due volumi della saga fantastica “Le ombre di Big City”: Metallo d’Ombra - Nascita di un supereroe e Lacrima d’Ombra - Il destino di un supereroe.
È autore di un’antologia di racconti - Luna all'alba (2004) - e di due saggi: L’identità segreta (2008) e Kyoko mon amour - Vent'anni di manga giovanili (2009), entrambi editi da Il Foglio.
Sempre per le edizioni Il Foglio nel 2013 ha curato l’antologia di racconti fantastici Tonirica.
Collabora con il circolo letterario Letture Corsare di Borgaro Torinese e con la rivista Nuovo Progetto, come curatore della rubrica di fumetto.


IL ROMANZO


Titolo: Lo specchio dell'anima
Autore: Alessandro Del Gaudio
Data di uscita: 30 Ottobre 2021
Genere: Narrativa Contemporanea Italiana | Fantasy
Pagine: 480

Radian vive a Roccabruna, mentre la sua esistenza gli scivola tra le dita, tra notte insonni e uno strano dado, un dono del suo amico Ferge. Durante una di quelle serate vuote, decide di entrare al Bianconiglio, un locale dove niente è ciò che sembra, nel quale incontra Feef, un personaggio alquanto singolare, molto interessato a quel dado di cui Radian è estremamente geloso. Dopo quell'incontro, nulla sarà più lo stesso: Radian perderà un occhio e si ritroverà su Najar, una dimensione in cui vige ancora un sistema feudale. Il Pescatore di Anime gli ha ghermito l'anima e a lui non resta che prepararsi, assieme ai suoi nuovi amici per la battaglia che libererà la dimensione da quel sovrano spietato: lo scontro finale. «Tu potrai riavere la tua anima, ma per farlo dovrai trovare il Pescatore di Anime e affrontarlo con il tuo dado. Esso ti aiuterà, ti è già servito una volta a sconfiggere un suo maleficio.


Radian Elfman vive a Roccabruna e, dopo quasi dodici anni di lavoro come impiegato, è stato improvvisamente licenziato. Talmente giù di morale, vaga per la città e capita per caso in un locale notturno, “Il Bianconiglio”, dove uno sconosciuto lo avvicina e dice di chiamarsi Feef. Questo tizio pare incuriosito da Radian e fin troppo anche dal dado che lui porta al collo (un portafortuna in ossidiana fatto a mano dal suo migliore amico di vecchia data Ferge), tanto che lo tocca senza chiedere il permesso.
Sconvolto da questa confidenza indesiderata, Radian se ne va immediatamente dal locale, e inizia a vagare per la città cercando di tornare a casa il prima possibile.

Solo una volta arrivato però, dopo una notte praticamente insonne a causa di un dolore sempre crescente all’occhio destro, Radian si guarderà nello specchio del bagno dove… succederà qualcosa di inimmaginabile!
Non solo si renderà conto di non avere più l’occhio, ma finirà catapultato in un vortice nero che lo porterà fino al pianeta di Najar, un luogo fermo al medioevo, dove lo accolgono l’alchimista Olgiak e la guerriera Nikol. Da loro scoprirà di trovarsi su un pianeta assai insolito, strutturato in tre sistemi: l’Abisso, il Continente e la Nazione dei Cieli; quest’ultima è governata dal Sommo Yatred, che racconterà a Radian non solo della presenza del malefico Pescatore di Anime e di cosa l’abbia privato a sua insaputa, ma anche del fatto che quel dado, così caro affettivamente per Radian sia su quel mondo allo stesso tempo una protezione per lui e una minaccia perché c’è chi vorrà a tutti i costi impossessarsene.

«Tu potrai riavere la tua anima, ma per farlo dovrai trovare il Pescatore di Anime e affrontarlo con il tuo dado. Esso ti aiuterà, ti è già servito una volta a sconfiggere un suo maleficio.»

Per aiutare Radian, il Sommo Yatred lo manderà alla ricerca del Pescatore scortato dai suoi fedeli cinque Alfieri del Santo (tra questi appunto ci saranno Olgiak e Nikol) con una missione ben precisa: riappropriarsi della propria anima che il Pescatore gli ha sottratto. Il viaggio che dovrà affrontare sarà lungo ed impervio, durante il quale avrà modo non solo di conoscere meglio la sua scorta, ma soprattutto di scoprire il potere nascosto e sconosciuto del suo dado portafortuna, temuto dagli abitanti di Najar, bramato dal Pescatore e, a quanto pare, molto più potente di quanto Radian abbia mai minimamente potuto immaginare!

Era sempre il portafortuna che Ferge gli aveva regalato, ma aveva qualcosa di diverso. Non si riferiva alle rune sulle facce a cui, doveva ammetterlo, non aveva ancora fatto l’abitudine, ma all’’oggetto in sé, ora stranamente vivo, come provvisto di una propria volontà. Esternamente era immobile, eppure lo sentiva respirare, una vibrazione che solo lui sembrava percepire e di cui non si era accorto fino a quando non erano arrivati sull’Isola.

La missione che Radian ha intrapreso è tutt’altro che semplice, perché lui, un ragazzo normalissimo ma sfortunato del Pianeta Terra dovrà abituarsi presto a tutte le stranezze di Najar, ma soprattutto dovrà affrontare innumerevoli prove, visto che il Pescatore di Anime ha sguinzagliato le sue Bestie, che daranno la caccia a Radian e la sua scorta ovunque. Durante l’avventuroso viaggio, il cammino del protagonista si incrocerà con quello di altri personaggi, non sempre così sinceri.
E, come se non bastasse, Radian avrà ben presto il sospetto che il vero obiettivo della missione non sia quella di permettergli di ritrovare il suo occhio, ma bensì di sbarazzarsi di lui e del suo dado.

In un rocambolesco romanzo di stampo urban fantasy, Alessandro Del Gaudio ha strutturato una trama che ruota attorno a due perni principali: un’ambientazione fantastica del mondo dove viene scaraventato il protagonista, e la missione che Radian si troverà obbligato ad intraprendere pur di cercare di riconquistare quello che gli è stato ingiustamente tolto. Il tutto in una trama intricata piena di colpi di scena, con numerosi personaggi che si alternano e creano a loro volta numerose sotto-trame.

Sicuramente hanno una parte rilevante l’ambientazione e l’elemento fantastico: le descrizioni minuziose dei luoghi come ad esempio le varie isole tutte così singolari e diverse l’una dall’altra, ma anche i panorami che Radian potrà ammirare lungo la sua missione saranno una parte assai importante nella storia, ma anche l’azione avvincente e il ritmo incalzante della trama.

Ma anche il doppio e la contrapposizione tra il bene e il male trovano una grande importanza per il romanzo: troverete grande dualità nei nomi di luoghi e personaggi, ma anche nella presenza degli specchi (che con la loro immagine riflessa mostrano qualcosa di speculare ma non identico) e, di conseguenza, nei vari “opposti” presenti nella trama.

Assumono una caratterizzazione particolareggiata pure i personaggi principali che appaiono in “Lo specchio del’anima”, così differenti tra loro eppure complementari. Non saprei sceglierne uno preferito, però c’è l’imbarazzo della scelta, proprio perché sono molti e diversi.

Come anche ho apprezzato molto il fatto di scegliere un oggetto apparentemente così piccolo e semplice come un dado intagliato a mano e portato al collo più come ricordo, possa trasformarsi in un portafortuna che racchiude in sé un potere enorme, mettendo sì in pericolo il protagonista, ma anche facendo vacillare le certezze di un mondo come Najar abituato alla magia (a differenza di Radian, comune terrestre).
Oltre al fatto che, proprio grazie ad un oggetto così piccolo, si scateneranno una serie di meccanismi e di battaglie che scuoteranno non poco la trama.

Se devo essere sincera, ho apprezzato il libro nel suo complesso (trama, personaggi, mondi fantastici, intreccio e la storia in sé), ma quello che mi ha un po’ appesantito la lettura è il come l’autore ha narrato la storia. Mi spiego meglio: forse abituata ad altri modi di scrivere (ricordiamoci che ogni singolo autore possiede un personalissimo modo di narrare!) ho avuto leggera difficoltà ad adattarmi alla scrittura contenuta in questo romanzo. I personaggi dialogano assai spesso (talvolta anche troppo, pure per delle cose che si capirebbero anche sottointese) e molte informazioni vengono snocciolate e spoilerate subito ai lettori già nei primi capitoli, facendo sì entrare nel vivo della storia… ma forse un po’ troppo presto.
Magari era proprio nell’intenzione dell’autore di svelare fin da subito dove volesse andare a parare con la storia, in modo che i lettori avessero immediatamente chiarissima la direzione della trama. I gusti son gusti...

Però allo stesso tempo ho gradito il messaggio (o meglio i messaggi) che l’autore ha voluto trasmettere ai lettori attraverso questa storia: spesso si è abituati a ricercare il meglio al di fuori di noi stessi e delle nostre vite… Eppure a volte lo possediamo già, ma senza rendercene conto, non dando il giusto valore a quello che abbiamo, ricercando pertanto ossessivamente una felicità impalpabile.

Nonostante ciò però non possiamo scordarci di una cosa: dobbiamo mettercela tutta in ogni nostro obiettivo, perché è importante per noi stessi, e dobbiamo impegnarci con tutte le nostre forze, esattamente come ha fatto Radian, catapultato contro la sua volontà in un mondo sconosciuto.

Inoltre “Lo specchio dell’anima” è un libro che, con una trama avvincente e decisamente movimentata, affronta in modo singolare ed originale la lotta tra il bene e il male, lasciando ai lettori vari spunti di riflessione.

Non mi resta che augurarvi una buona lettura 😉


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