[RECENSIONE] IL CANTO DI PENELOPE - MARGARET ATWOOD - PONTE ALLE GRAZIE


Buongiorno Sognalettori!
Oggi vi parlo di un libro con un punto di vista femminile dei racconti epici, diverso da come l'abbiamo sempre sentito raccontare: "IL CANTO DI PENELOPE" di Margaret Atwood, un romanzo molto discusso e famoso, tradotto e pubblicato in Italia da Ponte alle Grazie.

L’AUTORE

Margaret Atwood è una delle voci più note della narrativa e della poesia canadese.
Laureata a Harvard, ha esordito a diciannove anni. Scrittrice estremamente prolifica, ha pubblicato oltre venticinque libri tra romanzi, racconti, raccolte di poesia, libri per bambini e saggi. Ha scritto, inoltre, sceneggiature per la radio e la televisione canadese.
Esordì nel 1961 con la raccolta di versi Double Persephone, alla quale seguì, nel 1964, Il gioco del cerchio. Si tratta di opere nelle quali viene affrontato il tema dell'identità culturale canadese, che sarà il filo conduttore anche delle raccolte poetiche successive; tra queste si ricordano Procedure per il sotterraneo (1970), Storie vere (1981), Interlunare (1984).
La condizione della donna è invece al centro delle opere narrative, a partire dal romanzo La donna da mangiare (1969), che diede all'autrice il successo internazionale.
Tra gli altri romanzi si ricordano Lady Oracolo (1976); Offesa corporale (1981); Il racconto dell’ancella (1986), un romanzo fantascientifico dal quale Harold Pinter ha tratto la sceneggiatura per il film omonimo diretto da Volker Schlöndorff (1990); La donna che rubava i mariti (1993); L’altra Grace (1996), che trae spunto da un fatto realmente accaduto; L'assassino cieco (2001); L'anno del diluvio (2010); Per ultimo il cuore (2016); Seme di strega (2017); Occhio di gatto (2018), Il canto di Penelope (2018), I testamenti (2019), Oryx e Crake (già L'ultimo degli uomini, 2021).
Più volte candidata al Premio Nobel per la letteratura, ha vinto il Booker Prize nel 2000 per L'assassino cieco e nel 2008 il premio Principe delle Asturie. Nel 2017 ha inoltre ricevuto il prestigioso Raymond Chandler Award, istituito da Irene Bignardi nel 1996 in collaborazione con il Raymond Chandler Estate, premio letterario dedicato alla scrittura noir che ogni anno laurea un maestro del genere. Nel 2021 le viene assegnato il Premio Speciale Lattes Grinzane.
Vive a Toronto con il marito, il romanziere Graeme Gibbson, e la figlia Jesse. Ha riflettuto sulla propria attività di scrittrice in Negoziando con le ombre (Ponte alle Grazie, 2003).
In Italia è pubblicata soprattutto da Ponte alle Grazie.


IL ROMANZO



Titolo: Il canto di Penelope
Autore: Margaret Atwood
Data di uscita: 8 Novembre 2018
Genere: Narrativa Straniera Contemporanea | Miti, Saghe e Leggende
Pagine: 160

Fedele e saggia, Penelope ha atteso per vent'anni il ritorno del marito che, dopo aver vinto la guerra di Troia, ha vagato per il Mar Mediterraneo sconfiggendo mostri e amoreggiando con ninfe, principesse e dee, facendo sfoggio di grande astuzia, coraggio, possanza e notevole fascino, guadagnandosi così una fama imperitura di eroe. E intanto che cosa faceva Penelope, chiusa in silenzio nella sua reggia? Sappiamo che piangeva e pregava per il ritorno del marito, che cercava di tenere a bada l'impulsività del figlio adolescente, che si barcamenava per respingere le proposte dei Proci e conservare così il regno. Ma cosa le passava veramente per la testa? Dopo essere morta e finita nell'Ade, Penelope non teme più la vendetta degli dei e desidera raccontare la verità, anche per mettere a tacere certe voci spiacevoli che ha sentito sul suo conto. La sua versione della storia è ricca di colpi di scena, dipana dubbi antichi e suggerisce nuovi interrogativi, mettendo in luce la sua natura tormentata, in contrasto con la sua abituale immagine di equilibrio e pacatezza. L'autrice di culto Margaret Atwood, con la sua scrittura poetica, ironica e anticonvenzionale, dà voce a un personaggio femminile di grande fascino, protagonista di uno dei racconti più amati della Storia occidentale.


Margaret Atwood regala ai suoi lettori una rivisitazione del grande poema omerico, regalandoci uno sguardo diverso sul mito.
La curiosità che mi ha mosso a leggere Il canto di Penelope è stata proprio l’idea di offrire ad una delle donne più importanti del poema, l’occasione di raccontarci la sua versione dei fatti. Leggere l’Odissea dalla parte di chi è rimasto a casa, di colei che ha dovuto proteggere il suo regno e la sua integrità.

Ora non si usa più insegnare il lavoro manuale alle bambine, lo so, ma per fortuna ai miei tempi non era così. È sempre utile avere le mani occupate. Così, se qualcuno fa un'osservazione inopportuna, si può fingere di non avere udito. E non si deve rispondere.

Il romanzo, quindi, è raccontato dalla voce della stessa Penelope che dall’Ade, il Regno dei Morti, decide di offrire al mondo il suo punto di vista sugli eventi che, grazie all’Odissea, hanno fatto di Ulisse l’eroe per eccellenza. Attraverso la sua voce ci presenta una verità diversa, dal sapore tutto femminile alla quale affianca quella delle dodici ancelle che furono impiccate, per tradimento, da Ulisse ritornato finalmente ad Itaca.

Non gli mostrai d’aver capito. Sarebbe stato pericoloso per lui. E poi quando un uomo è orgoglioso della propria bravura nel travestirsi è sciocco che la moglie palesi di averlo riconosciuto: è sempre imprudente mettersi tra un uomo e la dimostrazione delle sue capacità.

Dall'Ade, dove può finalmente dire la verità senza temere la vendetta degli dei, Penelope racconta la sua storia, togliendosi qualche sassolino dai sandali.
Figlia di una ninfa e del re di Sparta, da bambina rischia di essere affogata dal padre, turbato da una profezia. Sposa di Ulisse, subisce le angherie dei suoceri, vede scoppiare la guerra di Troia a causa della cugina Elena.
Dopo anni di solitudine deve respingere l'assalto dei Proci, al ritorno di Odisseo assiste angosciata alla vendetta che colpisce le dodici ancelle apparentemente infedeli, condannate all’impiccagione.

…gli raccontai un sogno: mentre il mio stormo di oche, bianche e belle, che mi piaceva tanto, becchettava nel cortile, un’enorme aquila con un becco ricurvo vi era piombata sopra e aveva ucciso tutte le oche, e io avevo pianto a lungo.
Il mendicante Odisseo mi fornì questa interpretazione: le oche erano i pretendenti e l’aquila mio marito, che li avrebbe presto uccisi. Non mi sembrò il caso di insistere su qual becco ricurvo e sul mio dolore per la morte di quelle oche che mi erano tanto care.
L’interpretazione di Odisseo era sbagliata. Lui sì, era l’aquila, ma le oche non erano i pretendenti. Le oche erano le mie dodici ancelle, presto sarebbero morte e il mio dolore sarebbe stato senza fine.”

Penelope racconta la sua sottomissione, il suo amore e la sua dedizione ad un uomo noto per la scaltrezza, con la quale ha creduto di poterla persuadere e plasmare al suo volere.
Figlia di una naiade seguirà invece il consiglio materno:

L’acqua va dove vuole andare e niente le si può opporre. L’acqua è paziente. L’acqua che gocciola consuma una pietra. Ricordatelo, bambina mia. Ricordati che per una metà sei acqua. Se non puoi superare un ostacolo, giragli intorno. Come fa l’acqua.

Una donna dunque forte, intelligente e determinata quella che viene tratteggiata dalla penna della Atwood che ci mostra la solitudine e l’isolamento di una donna a cui la storia non ha riconosciuto il giusto valore. A volte basta girare la testa di qualche grado per guardare le cose da una prospettiva diversa.

Le storie e i miti sono sempre stati raccontati da uomini che restituito il proprio punto di vista lasciando le donne ai margini. Che cosa ha portato all’impiccagione delle dodici ancelle e che cosa c’era veramente nella mente di Penelope?

Ironica e pungente, irriverente e graffiante, Margaret Atwood denuncia un mondo in cui tutto, dalla religione, ai costumi, alla giustizia ruota intorno ai maschi.

Apprezzabile il ricorso al coro in versi delle ancelle che omaggia il mondo del teatro greco trovando un modo originale per arricchire il testo dandogli ritmo.

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