[REVIEW PARTY] ASILO CLUB. Storia semiseria di un padre alle prese con il mistero dell'infanzia - MIRKO VOLPI - SALANI EDITORE


Buongiorno Sognalettori!
Oggi, in occasione del Review Party dedicato, vi parlo di 
“ASILO CLUB. Storia semiseria di un padre alle prese con il mistero dell'infanzia” di Mirko Volpi, pubblicato da Adriano Salani Editore, che ringrazio per la copia digitale del libro! 📖 😊

Mirko Volpi è nato a Nosadello, in provincia di Cremona, nel 1977. Insegna Linguistica italiana all'Università di Pavia e si occupa di Dante e dei suoi primi commentatori, e di antichi volgari italiani. Collabora con Il Foglio. Nel 2015 è uscito Oceano Padano. È coautore del libro per ragazzi I mostri di Dante (con Laura Vaioli e Giacomo Guccinelli) pubblicato da Salani nel 2021.

IL ROMANZO


Titolo: ASILO CLUB. Storia semiseria di un padre alle prese con il mistero dell'infanzia
Autore: Mirko Volpi
Data di uscita: 29 Aprile 2021
Genere: Narrativa Italiana Contemporanea
Pagine: 224

– Ludovico, mi racconti cosa avete fatto oggi di bello, all’asilo?
– …
– Giocato?
– …
– Disegnato?
– …
– Cantato?
– …
– Niente?
– Niente.


Polo a strisce, capelli appena tagliati e zaino dei Minions in spalla: ecco Ludovico al suo primo giorno di asilo. Ed ecco anche suo padre, dopo una notte insonne, accompagnarlo diligente fino ai cancelli della scuola dell’infanzia L’Aquilone di Pavia, presidiati da un sorridente nano Dotto in terracotta che sembra lanciare un avvertimento ai poveri genitori ancora ignari del destino a cui stanno andando incontro.
Cosa si nasconde dietro le impenetrabili mura della classe dei Verdi? Chi sono Margot, Desirée, Viola e gli altri membri della segretissima società di tre, quattro e cinquenni che è l’Asilo Club? Nessuno lo saprà, mai.
Abbandonata ogni pretesa di essere un padre ‛all’antica’, Mirko Volpi si ritrova alle prese con i temuti Giorni dell’Inserimento; con gli odiatissimi ma ormai imprescindibili corsi pomeridiani; con la routine quotidiana del tragitto casa-scuola e ritorno, in cui ogni tentativo di carpire qualcosa sulla giornata di Ludovico è sempre, comicamente e drammaticamente, vano. Con ironia tagliente e allo stesso tempo con uno sguardo tenero e sincero, Mirko Volpi ci offre un punto di vista inedito sulla paternità, in questo romanzo autobiografico che è un viaggio semiserio tra le paure, le aspettative e le domande di tutti i genitori alle prese con il grande mistero della crescita dei figli.


Questa di “Asilo Club” è una storia vera, come vero è il protagonista del libro, alle prime armi nel complicato mondo di genitore.

Avrei voluto questo, e anche molto altro di più retrivo, ma domani è il primo giorno di asilo di Ludovico e lo accompagno io, domani, Barbara non può, deve andare presto al lavoro, Agnese ronfa accanto a lei godendosi altrimenti i suoi dieci mesi di vita e io sono qui che non dormo, mi aggiro per casa pensando di essermi scordato qualcosa che è stato invece perfettamente sistemato, ordinato, predisposto ore fa.

Il narratore del libro è proprio Mirko Volpi – papà del piccolo treenne Ludovico – il quale in prima persona racconta tra queste pagine la sua tragicomica esperienza di padre dal primo giorno di asilo nella scuola dell’infanzia statale L’Aquilone e ne prosegue la narrazione nei mesi seguenti.
E lo fa in modo apprensivo, ironico, riflessivo, come un contorto flusso di coscienza: per la maggior parte è una sorta di monologo continuo interiore, come se parlasse più tra sé e sé che con gli altri personaggi (i quali altri non sono che persone reali della sua vita quotidiana).
Il flusso narrativo è intervallato qua e là da qualche brevissimo micro-dialogo col figlioletto... che parla gran poco (a differenza del padre!).

Lui non spiega, tace e omette il nome del colpevole.
Prima regola dell’Asilo Club: non si parla dell’Asilo Club.

Paure, pensieri, riflessioni, ricordi e preoccupazioni vengono snocciolati uno dietro l’altro con un linguaggio forbito, incalzante e talvolta critico di un papà alle prime armi, di un papà che non ha a sua disposizione un libretto-istruzioni e che per tanto si affida al proprio istinto e alle indicazioni delle maestre… e cerca di fare del suo meglio.

‘Ma Ludovico starà patendo questo inavvertito aumento di vita-senza-di-noi?’ mi chiedo muto, ben attento a non condividere il dubbio con nessuno, nemmeno con Barbara, un poco vergognandomi del cedimento sentimentale, dell’abbandono della rudezza che mi dovrebbe competere.

Per non parlare poi degli innumerevoli dubbi che si pone, sia come padre, sia come adulto, sia come individuo visto dagli occhi di suo figlio! Proprio per questo motivo si paragona spesso al se stesso treenne, per capire meglio i motivi delle reazioni di suo figlio, il più delle volte a lui completamente inaspettate!

Non potendomi da padre esimere dal perpetuare o dal produrre ex novo errori, misuro distrattamente l’oggi coi patetici occhi del passato, le cui fonti orali cerco di volgere a mio vantaggio nella vana lotta contro la moderna piega degli eventi.

Tra cambi di orari, chat di genitori, confronti con la moglie Barbara (presissima con la neonata Agnese), Mirko cerca di districarsi nel misterioso e contorto mondo genitoriale e dell’asilo in quel di Pavia, ed in particolar modo riguardo a ciò che avviene nella fantomatica aula dei verdi.
Mirko osserva il suo Ludovico crescere, cambiare, maturare, stupendosi con un pizzico di nostalgia di quanto veloci siano questi cambiamenti nel suo piccolo treenne che inizia pian piano ad avere una propria indipendenza. E ne descrive tutti i cambiamenti per tutto l’anno scolastico ed oltre, quindi preparatevi che di aneddoti ce ne saranno non pochi!! 😜

Non vi faccio ulteriori spoiler, perché il tema centrale del libro penso sia ben chiaro.
Ma vi posso spiegare le mie sensazioni nella lettura di questo.

Ho trovato la lettura di “Asilo Club” sicuramente singolare, ironica e tagliente, perfino più di quanto io stessa me l’aspettassi! 
😆 Ed è un punto di vista molto originale che non capita spesso di vedere stampato nero su bianco.

Tuttavia, facendo un mio personale bilancio finale, non posso non nominare alcuni aspetti che non hanno riscontrato appieno le mie aspettative… ma penso che siano puramente dovuti ad un mio schietto e personale punto di vista.
Mi spiego meglio: ho trovato nella narrazione svariate divagazioni e frasi molto lunghe e piene di subordinate (al punto tale che talvolta dovevo andare a rileggermi alcune frasi dall’inizio perché nel frattempo avevo perso il filo) che ahimè hanno reso la lettura eccessivamente corposa e non proprio scorrevolissima… per il mio modestissimo e personalissimo parere.
Ma i gusti son gusti, no? 😅
O forse, più semplicemente, perché io non sono un papà di un piccolo treenne?? 
😜

Lascio a voi Sognalettori l’ardua sentenza…
Pertanto sono curiosissima di leggere il vostro parere, quindi su fatevi sotto, non vedo l’ora di leggere i vostri commenti!

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