[RECENSIONE] I DELITTI DELLA SALINA - FRANCESCO ABATE - GIULIO EINAUDI EDITORE


Buongiorno Sognalettori,
oggi vi parlo di "I delitti della salina" di Francesco Abate, pubblicato dalla casa editrice Giulio Einaudi Editore.

Francesco Abate (Cagliari, 1964). Ha esordito con Mister Dabolina (Castelvecchi, 1998). Sono seguiti Il cattivo cronista (Il Maestrale, 2003), Ultima di campionato, da un soggetto vincitore del premio Solinas (Il Maestrale, 2004/ Frassinelli 2006), Getsemani (Frassinelli, 2006) e I ragazzi di città (Il Maestrale, 2007). Con Einaudi ha pubblicato Mi fido di te (Stile libero 2007 e Super ET 2015), scritto a quattro mani con Massimo Carlotto, Cosí si dice (2008), Chiedo scusa (con Saverio Mastrofranco, Stile libero 2010 e Super ET 2012 e 2017), Un posto anche per me (2013), Mia madre e altre catastrofi (2016), Torpedone trapiantati (2018) e I delitti della salina (2020). È fra gli autori dell'antologia benefica Sei per la Sardegna (Einaudi 2014, con Alessandro De Roma, Marcello Fois, Salvatore Mannuzzu, Michela Murgia e Paola Soriga).

IL ROMANZO


Titolo: I delitti della salina
Autore: Francesco Abate
Data di uscita: 13 Ottobre 2020
Genere: Narrativa contemporanea italiana
Pagine: 296

Francesco Abate ricostruisce una città esotica e inedita, dalle saline al Bagno penale, dal bordello al teatro dell’opera alla spiaggia del Poetto. Una città avvolta da un’atmosfera da feuilleton, che ci cattura e sconvolge con i suoi oscuri segreti.

«E per la prima volta fu certa della bontà del gesto che l’aveva portata a perdere i gradi. L’unica giornalista donna della Sardegna era finita in un sottoscala a correggere le bozze di due rubriche di scarso valore per aver osato far venire a galla la verità. Una verità che non era piaciuta a molti».

Quando una delle sigaraie – le manifatturiere del tabacco – va a chiederle aiuto, Clara Simon non sa che fare. È una bella ragazza, con quegli occhi a mandorla ereditati dalla madre, una cinese del porto che, nonostante le differenze di classe, aveva sposato il capitano di marina Francesco Paolo Simon. Poi però è morta di parto e il marito è finito disperso in guerra. Cosí, Clara vive con il nonno, uno degli uomini piú in vista di Cagliari, e lavora all’«Unione», anche se non può firmare i pezzi: perché è una donna, e soprattutto perché in passato la sua tensione verso la giustizia e il suo bisogno di verità l’hanno messa nei guai. Ma la sigaraia le spiega che i piciocus de crobi, i miserabili bambini del mercato, stanno scomparendo uno dopo l’altro e, di fronte alla notizia di un piccolo cadavere rinvenuto alla salina, Clara non riesce a soffocare il suo istinto investigativo. Grazie all’aiuto del fedele Ugo Fassberger, redattore al giornale e suo amico d’infanzia, e al tenente dei carabinieri Rodolfo Saporito, napoletano trasferito da poco in città e sensibile al suo fascino, questa ragazza determinata e pronta a difendere i piú deboli attraversa una Cagliari lontana da ogni stereotipo, per svelarne il cuore nero e scellerato.


Che meraviglia la Cagliari dei primi del 900!

Clara Simon è la protagonista femminile di questo romanzo che si presenta con un mistero sul quale investigare. Clara è una ragazza che lavora per l’Unione, il più diffuso e anche il più antico quotidiano sardo, ma si ritrova a non saper come fare quando una sigaraia si rivolge a lei per chiederle aiuto. Clara tempo prima è stata allontanata come giornalista, in quanto donna, a cui era proibito scrivere di cronaca nera e svolgere indagini. Clara è una donna che chiede giustizia, ha un carattere forte e determinato, avendo perso i genitori vive col nonno Ottavio Simon, persona molto conosciuta nella città di Cagliari.

Siamo una stirpe bizzarra, una famiglia eccentrica, bislacca. Oserei dire che abbiamo incanalato la nostra pazzia nel genio, abbiamo mitigato gli umori neri che ci sono propri per natura con l’ingegno, vinto ogni angoscia lanciandoci nel vuoto delle avventure più perigliose. Abbiamo sfidato le barriere geografiche e le convenzioni dei tempi. Però bambina mia, a tutto c’è un limite.

Il mistero che si presenta a Clara riguarda la sparizione di alcuni “piciocus de crobi”, i bambini del mercato, e di fronte a questo l’istinto investigativo e la sensibilità femminile non riescono a fermare la nostra protagonista, che indomita e coraggiosa affronta questa avventura accompagnata da due figure maschili che seppure se in modo diverso ne subiscono il fascino.

È un susseguirsi di vicende, a momenti anche comiche, dove l’attività investigativa si alterna alla descrizione della Cagliari dei primi anni del ‘900.
In questo meraviglioso viaggio a ritroso nel tempo Francesco Abate ci ricorda strade e luoghi, alcuni ormai inesistenti, ma mai dimenticati, come ad esempio il bagno penale e la manifattura dei tabacchi, unita alla bellezza delle saline e dell’incantevole spiaggia del Poetto.

“Clara la guardò impassibile, lasciandosi andare a un commento che, in mezzo a quella confusione, pensava non potesse essere udito: - Mi avete già rovinato l’esistenza in passato…
- Signorina Simon, non dica così, la prego, le sigaraie della manifattura le saranno grate per sempre, e io con loro.
- La vostra gratitudine non mi ha salvato da…- Clara si bloccò, realizzando che non era certo davanti a metà dei dipendenti della Compagnia Simon che avrebbe dovuto mettere in piazza i fatti suoi. Fatti che, già da anni, erano abbondantemente sulla bocca di tutti.

I delitti della salina è un libro piacevole e scorrevole, con un linguaggio semplice e coinvolgente, e vista la mia passione per i gialli a tinte forti, mi piace definirlo un giallo “light”, dove l’indagine e il mistero si uniscono all’ironia e trovano il punto forte nelle belle descrizioni cittadine e nella forza e determinazione che caratterizzano la protagonista inserita in un contesto come poteva essere quello del giornalismo nei primi anni del 900.

Consiglio questo libro a tutti gli amanti della scrittura di Francesco Abate, che non si smentisce neanche in questa storia, diversa dalle sue precedenti, ma dove sempre attraverso un buon racconto e un po' di umorismo, viene messa in evidenza qualche crepa della società, senza mai rendere noioso il racconto.
E a chi non avesse mai letto Francesco Abate, consiglio di iniziare a farlo.



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