[RECENSIONE] LA CASA SULL'ARGINE - DANIELA RAIMONDI - NORD


Buongiorno Sognalettori,
oggi torno sul blog per parlarvi di un libro che, ahimè, non mi ha molto convinta:
"La casa sull'argine" di Daniela Raimondi, pubblicato dalla casa editrice Nord.

Daniela Raimondi è nata in provincia di Mantova e ha trascorso la maggior parte della sua vita in Inghilterra. Ora si divide tra Londra e la Sardegna.
Ha pubblicato dieci libri di poesia che hanno ottenuto importanti riconoscimenti nazionali. Suoi racconti sono presenti in antologie e riviste letterarie.
La casa sull'argine è il suo primo romanzo.

IL ROMANZO


Titolo: La casa sull'argine
Autore: Daniela Raimondi
Data di uscita: 24 Agosto 2020
Genere: Narrativa italiana contemporanea | Storico
Pagine: 400

La saga della famiglia Casadio

La famiglia Casadio vive da sempre nel borgo di Stellata, all'incrocio tra Lombardia, Emilia e Veneto. Gente semplice, schietta, lavoratrice. Poi, all'inizio dell'Ottocento, qualcosa cambia: Giacomo Casadio s'innamora di Viollca Toska, una zingara, e la sposa. Da quel momento, i discendenti della famiglia si dividono in due ceppi: i sognatori dagli occhi azzurri e dai capelli biondi, che raccolgono l’eredità di Giacomo, e i sensitivi, che hanno gli occhi e i capelli neri di Viollca, la veggente. Da Achille, deciso a scoprire quanto pesa un respiro, a Edvige, che gioca a briscola con lo zio morto due secoli prima; da Adele, che si spinge fino in Brasile, a Neve, che emana un dolce profumo quando è felice, i Casadio vivono sospesi tra l'irrefrenabile desiderio di sfidare il destino e la pericolosa abitudine di inseguire i loro sogni. E portano ogni scelta sino in fondo, non importa se dettata dall'amore o dalla ribellione, dalla sete di giustizia o dalla volontà di cambiare il mondo. Ma soprattutto a onta della terribile profezia che Viollca ha letto nei tarocchi in una notte di tempesta…
La saga di una famiglia che si dipana attraverso due secoli di Storia, percorrendo gli eventi che hanno segnato l’Italia: dai moti rivoluzionari che portarono all'Unità fino agli Anni di Piombo. Una storia epica e intima insieme, un romanzo in cui immergersi per recuperare la magia dei sogni e ritrovare tutto ciò che ci rende davvero vivi.


Inizio la mia recensione dicendo che avevo alte aspettative su questo libro.
Il lavoro commerciale della casa editrice, a mio modesto avviso, ha fatto un ottimo lavoro di marketing.

Il sottotitolo la saga della famiglia Casadio, aveva destato in me l'indimenticabile esperienza di lettura con i grandi autori sudamericani, anche se le premesse iniziali c'erano tutte, il mio entusiasmo è scemato già dopo le prime pagine e pian piano fino alla fine.
Cosa non ha funzionato?

L'autrice ha raccontato la storia di una famiglia lunga duecento anni come se fosse una lista di nascite e morte, permettetemi di affermare: una noiosa lista della spesa!
Una sfilata bulimica di personaggi molto interessanti ma mai approfonditi.
Tanti personaggi abbandonati nel corso delle pagine, storie che catturavano il lettore per poi all'improvviso troncarle, lasciando un senso di assenza mai colmato nel resto del romanzo.

Purtroppo le potenzialità di questo romanzo c'erano tutte ma la Raimondi non le ha sapute gestire e approfondire.
Trame fiabesche, magia, leggende, mistero, personaggi visionari e sognatori avrebbero creato un romanzo di interesse, personaggi e storie di spessore.

La bravura di uno scrittore che emerge sta anche nella capacità di narrare le storie che ha nella sua testa in una maniera da accattivare chi legge, facendo divenire il lettore parte della storia e dei personaggi stessi.

La mia impressione è che il romanzo o avrebbe dovuto avere un seguito così da suddividere gli anni in due o più volumi per approfondire meglio le vicende, oppure avrebbe dovuto raccontare la saga dei Casadio in un arco di tempo inferiore ai due secoli.

Da lettrice mi sono sentita ingannata, pur riconoscendo l'interessante stile di scrittura dell'autrice e l'originalità della trama.
Per fare un esempio pratico: è come se mi fossi alzata ancora affamata da una tavola ben bandita.


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