[RECENSIONE] COME UCCIDONO LE BRAVE RAGAZZE - HOLLY JACKSON - RIZZOLI


Buongiorno Sognalettori!
La recensione di oggi è una gioia doppiamente inaspettata: un libro d'impatto, di quelli visti-e-piaciuti che ti conquistano all'istante!! 😊
Sto parlando di “COME UCCIDONO LE BRAVE RAGAZZE” di Holly Jackson, pubblicato in Italia dalla casa editrice Rizzoli, che ringrazio davvero enormemente per la copia del libro in anteprima! 😊📖

Holly Jackson si è laureata all’università di Nottingham, dove ha studiato linguistica letteraria e scrittura creativa. Vive a Londra, dove trascorre il suo tempo libero con i libri (che legge e scrive), con i videogiochi e con i documentari sul crimine, immaginando di essere una detective. Questo è il suo primo romanzo e presto diventerà una serie TV.

Contatti dell'autrice: Twitter e Instagram @Hola92

IL ROMANZO


Titolo: Come uccidono le brave ragazze
Autore: Holly Jackson
Data di uscita: 26 Gennaio 2021
Genere: Narrativa straniera contemporanea | Thriller
Pagine: 464

Little Kilton, aprile 2012: Andie Bell, una delle ragazze più popolari della scuola, viene uccisa. O meglio, scompare, e il suo corpo non verrà mai ritrovato.
L’assassino è Sal Singh, compagno di scuola e amico della vittima: la polizia e tutti in città ne sono convinti. Il suo suicidio a qualche giorno di distanza ha cancellato tutti i dubbi.
Ma Pippa Fitz-Amobi, che al tempo dei fatti aveva dodici anni e che ora si prepara a fare domanda per il college, non ne è per niente sicura.
Quando sceglie di studiare il caso come tesina di fine anno, comincia a scoprire segreti che qualcuno in città vuole disperatamente che rimangano tali.
E se l’assassino fosse davvero ancora là fuori?


Little Kilton, nel Buckinghamshire, U.K., 2017.
La famiglia Singh (composta da tre persone), vive in una casa “stregata” con finestre infrante da sassate e il muro esterno vandalizzato da “famiglia feccia” scritto con la vernice spray scura.
Perché non si sono trasferiti? Come fanno a sopportare l’odio della gente? Inoltre la loro casa è così vicina al liceo che hanno frequentato sia Sal Singh che Andie Bell…

Ma partiamo dall’inizio: cos’è successo veramente nella notte del 20 Aprile 2012?
Sono passati già 5 anni e mezzo, eppure nulla è cambiato per gli abitanti di Little Kilton: per loro c’è un assassino. Punto. Non importa se le indagini siano state poche e per nulla approfondite, non importa che non ci sia stato un processo né una giuria, hanno già deciso.

La giovane Andrea (Andie) Bell, 17 anni, è stata uccisa la sera del 20 Aprile 2012 quando, in macchina da sola, era uscita per andare a prendere i genitori ad una cena.
E la colpa ̬ stata affibbiata senza pensarci due volte al suo ragazzo Salil (Sal) Singh Рcoetaneo di Andie Рperch̩ ̬ stato ritrovato morto nel bosco quattro giorni dopo con addosso il cellulare della ragazza, e le sue impronte sono state ritrovate sul volante della macchina di Andie.
Non importa che il corpo della ragazza non sia mai stato ritrovato (e quindi nessuno mette in dubbio che possa ad esempio essere stata rapita?), nessuno tiene conto della possibilità che Sal avesse più volte toccato il volante (visto che i due giovani stavano insieme da mesi), per nessuno conta quanto Sal sia sempre stato un ragazzo intelligentissimo con un brillante futuro, né ricordano più quanto fosse sempre così buono, gentile e premuroso con tutti… Sal era un ragazzo britannico di origini indiane e trovarlo morto nel bosco col cellulare della vittima vuol dire suicidio per sensi di colpa. Stop.
E nonostante la famiglia Singh abbia chiesto più volte che venissero fatte indagini più approfondite, che ci fosse qualcosa che non tornava, che venisse cercato per lo meno il corpo della ragazza o che venisse fatto un processo… Tutto gli è stato rifiutato in modo brusco, chiudendo la faccenda in modo fin troppo frettoloso.

Così, anche se non c’è mai stato un processo, anche se nessun presidente di giuria si è mai alzato in piedi, con le mani sudate e carico di adrenalina, a dichiarare: “La giuria giudica l’imputato colpevole”, anche se Sal non ha mai avuto la possibilità di difendersi, è colpevole. Non nel senso legale, ma in tutti gli altri che importano davvero.
Se chiedete alle persone in città cos’è successo a Andie Bell, loro vi risponderanno senza esitazione: “È stata uccisa da Salil Singh”. Niente presumibilmente, niente potrebbe essere stata, niente probabilmente, niente estremamente probabile che.
È stato lui, dicono. Sal Singh uccise Andie.
Ma io non ne sono così sicura…

Però, oltre alla famiglia Singh, c’è qualcun altro che ritiene che queste teorie facciano acqua, e soprattutto è decisamente convinta dell’innocenza di Sal: Pippa!

Pippa Fitz-Amobi ha 17 anni ora, e sebbene avesse solo 12 anni quando è successa la tragedia, non ha per nulla dimenticato il fatto e sente in cuor suo che il colpevole non sia assolutamente Sal!
Per questo motivo, utilizzando la scusa di un progetto scolastico, Pippa sceglie questo argomento per iniziare ad indagare lei stessa, per scoprire la verità (che pare non interessare quasi a nessuno) e, soprattutto, per dimostrare di aver ragione!
Perché, per ragioni che non sono proprio sicura di sapermi spiegare, voglio che Sal Singh sia innocente. Ragioni che mi trascino dietro da quando avevo dodici anni, incongruenze che mi tormentano da cinque anni.
Una normale ragazza di 17 anni non può fare molto, eppure Pippa ha un grande intuito, guidato dalla sua infinita curiosità, e procedere nelle ricerche in maniera puntigliosa ed accurata le viene fin troppo spontaneo. Partendo da informazioni ricavate dai pochi articoli di giornale recuperati dagli archivi, Pippa inizia a stilare un suo personale metodo d’azione, facendo domande qua e là, “intervistando” le persone vicine ad Andie e Sal, iniziando a scavare a fondo e cercando di rimettere insieme tutti i pezzi…

Ma neppure la più giovane ed arguta ragazza può fare tutto da sola, perciò quando Ravi Singh (20 anni) – il fratello minore di Sal – le propone il suo aiuto, Pippa non può che accettare con piacere! Certo, dovranno imparare a conoscersi e a fidarsi l’uno dell’altra, ma hanno già una cosa in comune: sono convinti entrambi dell’innocenza di Sal.

Ovviamente una ricerca scolastica non può essere così vasta e puntigliosa, e le ricerche di Pippa devono essere portate avanti in modo astuto ricavando informazioni utili senza esplicitare il vero motivo che la spinge ad indagare, però una mente attenta ai dettagli è decisamente un vantaggio.
Piccolo problema: di segreti nascosti ce ne sono tanti, ogni nuovo indiziato che compare nella lista dei sospetti di Pippa porta dubbi e misteri e, come se non bastasse, non è così facile capire la verità quando nel quadro generale mancano ancora dei pezzi…

Sto facendo parecchia fatica anche solo a metabolizzare quello che ho imparato da quest’unica conversazione. L’indagine cambia sfumatura ogni volta che do una sbirciatina dietro a uno dei paraventi che nascondono la vita di Andie.

Inoltre aggiungiamo pure il fatto che la vittima – Andie – fosse molto brava a nascondere i suoi segreti, e che più vanno avanti le indagini più la lista di sospettati si allunga, ingarbugliando tutto…
Molte, troppe cose sono collegate tra loro, troppe cose sono state nascoste in questi cinque anni, ma Pippa ha deciso: vuole andare fino in fondo a qualunque costo!

Questo giallo YA è stata una lettura decisamente piacevole, per vari motivi.
Innanzitutto Pippa è sicuramente una brillante, attentissima, tenace adolescente con la testa sulle spalle e tanta grinta… sia nell’affrontare la vita, che nel raggiungere i suoi obiettivi! Perché certo ha iniziato questa ricerca per un progetto scolastico, ma poi la cosa è diventata ben più grande ed importante, e la voglia di scoprire il vero colpevole è talmente tanta da non fermarla davanti a niente e a nessuno!
Sicuramente ogni dettaglio in più ha un peso perché potrebbe stravolgere le cose, ma quello che conta davvero per lei è solo una cosa: la VERITÀ!

Ed è questo il secondo aspetto che mi ha piacevolmente colpita: la ricerca della verità per Pippa è così importante che, nonostante nel corso delle sue indagini sorgano alcuni dubbi, nonostante gli indizi la possano mandare in confusione, nonostante ci sia qualcuno deciso fortemente a farla smettere, lei continua imperterrita per la sua strada – la ricerca della verità.

Altro aspetto molto importante nel libro è il concetto di giustizia ed uguaglianza. Pippa è una ragazza britannica dalla pelle chiarissima, orfana di padre da quando aveva solo 10 mesi, ma è stata cresciuta ed adottata dall’uomo che sua madre ha sposato, che le vuole un bene dell’anima e che l’ha adottata come figlia sua: Victor Amobi, un simpaticissimo ed amorevolissimo papà nigeriano.
Da sempre per Pippa ogni persona è importante ed il colore della pelle o la provenienza non fa differenza: lei ama incondizionatamente il suo fratellino Joshua (9 anni) e papà Victor (tanto quanto ama sua madre Leanne e il cagnolone di famiglia Barney) e da sempre si batte perché vengano trattati esattamente come tutti.
Forse anche per questo le pesa assai il fatto che Sal sia stato considerato colpevole dagli abitanti di Little Kilton senza pensarci due volte: per le sue origini indiane.

Non è facile parlare di determinati argomenti, e le persone con la mentalità chiusa esistono ovunque in ogni nazione, eppure Holly Jackson ha saputo rendere la sua protagonista cocciuta in tutti i sensi: anche nel battersi per i diritti di tutti.
[Nella scena al supermercato in particolare Pippa si merita un grandissimo applauso! 😉 ]
In più l’autrice ha saputo parlarne in modo spontaneo e diretto esattamente come l’avrebbe potuto dire la protagonista Pip: è una tematica che mi sta a cuore e mi piace doppiamente quando trovo un libro che ha la mentalità aperta e la pensa come me. 😉
Non so se sia un caso, ma i miei personaggi preferiti di questo libro sono Victor e Ravi (oltre a Pip), ciascuno col proprio carattere, ma molto sensibili ed empatici: i migliori alleati e sostegni che la protagonista potesse mai desiderare.

I personaggi che compaiono nella storia sono molti, ma l’autrice ha avuto una grande abilità nel saperli presentare ai lettori grazie anche a determinati espedienti narrativi.
Mi spiego meglio. Un altro punto a parere mio ulteriormente a favore del libro (ed è stata anche una bella ed inaspettata sorpresa!) è senza dubbio l’utilizzo grafico differente a seconda di quello di cui si parla: e-mail, interviste, pagine di diario, schemini riassuntivi, la lista degli indagati, gli appunti che Pippa prende sul suo computer (scritti in prima persona) bilanciandoli con le parti narrate in terza persona. Holly Jackson ha realizzato un libro davvero ben fatto dal punto di vista narrativo, per gli intrecci, per i personaggi e per la scelta di inserire queste parti visive che coinvolgono maggiormente i lettori.

Inoltre mi ha piacevolmente convinta con i messaggi positivi inseriti tra le righe.

Direte: ma hai parlato solo di aspetti positivi! Ebbene sì, effettivamente trovo solamente lati positivi della lettura di “Come uccidono le brave ragazze”, un libro che ha saputo catturarmi e piacermi al punto tale da averlo letteralmente divorato! Una lettura curiosa, coinvolgente, interessante e che mi ha proprio piacevolissimamente stupita.

Si dice che i libri a volte vengano da noi per donarci qualcosa, per farci trovare spunti riflessivi e per regalarci momenti belli adatti a noi, ecco, è indubbiamente il caso di questo romanzo: semplice ma efficace, diretto e allo stesso tempo con sorprese e colpi di scena, dal ritmo incalzante e dal tocco giovanile e curioso…

In definitiva: una lettura che mi ha proprio convinta! 😊

E aggiungo anche che sarei molto curiosa di leggere un futuro libro di questa giovane e promettente autrice… e sono certa che ne sentiremo parlare molto presto!

Buona Lettura!! 😉


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