[RECENSIONE] PECORE MATTE - MARIA TARDITI - ARABA FENICE


Buongiorno Sognalettori,
oggi vi parlerò di "Pecore matte" di Maria Tarditi, pubblicato da Araba Fenice.

Maria Tardici è nata a Monesiglio (Cuneo) il 25 agosto 1928. Ha insegnato nella Scuola Elementare dal 1946 al 1989. Dal 1949 risiede a Pievetta, frazione di Priola (Cn).


IL ROMANZO


Titolo: Pecore matte
Autore: Maria Tarditi
Data di uscita ultima ristampa: Aprile 2012
Genere: Narrativa straniera contemporanea
Pagine: 253

Pecore matte è il libro d'esordio di Maria Tarditi, pubblicato la prima volta nel 2001. Ritorna oggi con tutta la sua forza: un intreccio vorticoso di follia, morte, miseria e guerra sulle colline dell'alta langa, dove alla fine nonostante tutto la vita trionfa. Protagonista è Nuccia, una donna che racconta la propria esistenza dall'infanzia alla maturità, tra immensi dolori e grandi speranze, accompagnata nel bene e nel male dalla comunità, che aiuta e soffoca, ma che è pur sempre il presente, il passato, il futuro.




Pecore matte è il primo libro di Maria Tarditi, pubblicato nel 2001 per la prima volta.
Lo comprai alcuni anni fa proprio alla fiera del tartufo di Alba, e così, per puro caso scoprii questa scrittrice, che nella vita è stata una grande insegnante.

Con un buon uso di termini dialettali e una scrittura fluida, questo è un romanzo di formazione, ambientato in alta langa piemontese, dove è la protagonista Nuccia che racconta la sua vita partendo dall'infanzia.

I libri di Maria Tarditi mi appassionano tutti, descrivono un'antica quotidianità che anche i miei nonni hanno vissuto: gli anni antecedenti alla guerra, la vita nelle campagne dove si viveva a giornata, il duro lavoro dei campi, poi la guerra, la disperazione, la morte, ed infine la rinascita.

"A febbraio non avevamo più grano, né legna per scaldarci. Tutti i giorni polenta, e senza la carità di zio Carlo non avremmo avuto neanche quella."

Nuccia è una bambina di appena otto anni quando si ritrova senza genitori, deve diventare donna in fretta per badare ai suoi fratelli.
La presenza costante della nonna e del fratello Luigi le danno quella sicurezza e quel conforto che il fato le ha negato.

Con l'arrivo della guerra e il conseguente arruolamento degli uomini, servono braccia forti nei campi, Luigi non si lascia scappare l'occasione e, lavorando duro come manovale, riesce ben presto a racimolare un gran gruzzoletto che garantirà il benessere della famiglia per molto tempo.

"Luigi mi chiamò nel seccatoio, mi fece vedere un nascondiglio, ne cavò una scatola, dentro vi era un mazzo di banconote arrotolate! Le trentamilalire!!!
Finalmente ci possiamo tirare su le brache!"

Nuove vicissitudini accompagnano nel bene e nel male questa famiglia, molto importante è il ricordare la comunità: fulcro della vita di paese di un tempo, che aiuta ma allo stesso tempo soffoca, che dà ma allo stesso tempo toglie.

Vite vissute davvero al margine della povertà, ma nonostante tutto tra dolore e speranze la vita va avanti con una grandissima dignità.

"La mia casa fiorita accoglie una donna felice."


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