[RECENSIONE] LA CERCATRICE DI CORALLO - VANESSA ROGGERI - RIZZOLI


Buongiorno Sognalettori!
Oggi ho l'onore di aprire questo viaggio alla scoperta di un romanzo che ha completamente rubato il mio cuore.
Sto parlando de LA CERCATRICE DI CORALLO della bravissima Vanessa Roggeri edito Rizzoli... che ieri ha vinto il prestigioso Premio Grazia Deledda!!! 🎉 🥳
Ieri, infatti, si è tenuta la 23esima edizione dello storico Premio che ha avuto inizio nel 1952.
Un riconoscimento più che meritato a un'autrice che ha tutte le carte in regola per portare in alto l'onore sardo, da raccogliere l'eredità della prima vincitrice italiana del Nobel della Letteratura.
E colgo l'occasione per congratularmi con Vanessa, premio meritatissimo!!! 😊

Siete pronti a partire? Destinazione Sardegna, una terra piena di fascino, misteri, leggende e tradizioni.

Mi scuso per la lunghezza della recensione ma era doveroso da parte mia, descrivere i personaggi principali per permettervi di capire. Dopo aver letto il libro capirete che in realtà ho scritto pochissimo. Posso dirvi che questo è, senza alcun dubbio, il libro che aspettavo di leggere. Amore, rabbia, rancori, famiglia, tradizioni, Sardegna, leggende e storia, un mix che Vanessa Roggeri è stata in grado di mescolare alla perfezione!

Vanessa Roggeri è nata e cresciuta a Cagliari, dove si è laureata in Relazioni Internazionali. La sua passione per la scrittura è nata grazie alla nonna che le raccontava favole e leggende sarde. Ha pubblicato Il cuore selvatico del ginepro (2013) e Fiore di fulmine (2015).


IL ROMANZO


Titolo: La cercatrice di corallo
Autore: Vanessa Roggeri
Data di uscita: 23 Gennaio 2018
Genere: Narrativa italiana contemporanea
Pagine: 322


Achille e Regina si incontrano per la prima volta nell'estate del 1919, di fronte alle acque spumeggianti di una Sardegna magica. Regina dona ad Achille un rametto di corallo rosso come il fuoco, il più prezioso, con la promessa che gli porterà fortuna. Anni dopo, quella bambina è diventata una delle più abili cercatrici di corallo; quando si tuffa da Medusa, il peschereccio di suo padre, neanche l'onda più alta e minacciosa la spaventa. Lei è come una creatura dei mari ed è talmente libera da non avere mai conosciuto legami. Finché, un giorno, la sua strada si incrocia di nuovo con quella di Achille: nel viso di un uomo ritrova gli occhi del ragazzino di un tempo. A travolgerli non è solo un sentimento folle, ma anche un passato indelebile. Le loro famiglie, infatti, sono legate a doppio filo da rancori e vendette ed è in corso una guerra senza ritorno. Spesso non basta l'amore per cambiare un destino che sembra già scritto. Ma l'unico modo di scoprirlo è provarci, fino all'ultimo...



Avete presente l'atmosfera che i nonni riescono a creare quando raccontano una storia? Io ho avuto la fortuna di crescere circondata dai racconti dei miei nonni, non vedevo l'ora di ascoltare quelle che per me, da bambina, erano storie ma in realtà erano le tradizioni, le leggende della mia terra, la Sardegna.

Quando leggo un nuovo libro di Vanessa Roggeri mi emoziono... perché riesce a riportarmi indietro nel tempo, quando ancora mi sedevo ai piedi dei miei nonni per ascoltare e iniziare il mio viaggio con la fantasia.

Vanessa ama la Sardegna, proprio come me, per capirlo basta leggere i suoi libri. Le sue storie sono piene di magia, riesce a ricreare l'atmosfera di quel luogo e quel momento in modo perfetto, ogni volta mi basta chiudere gli occhi per vedermi tutta la scena.

I personaggi sono descritti nel dettaglio e arrivano dritti al lettore, rendendoli indimenticabili.

La storia inizia con Dolores che dopo la morte del marito Attilio Derosas, per non far soffrire la fame ai suoi otto figli, si reca dal cugino di primo grado del marito, il corallaro Fortunato Derosas per chiedere un aiuto.

«Vi ricordate di me, cugino Fortunato?» La voce di Dolores fu terribilmente grave: pronunciare quelle parole, e le altre che seguirono, le costò quanto partorire delle pietre. Fortunato accentuò il sorrisetto che gli errava sulle labbra e fece un cenno con la testa corvina. Del resto, come dimenticare un viso così insolito? I tratti di Dolores erano a tal punto particolari che sembravano giungere da un tempo antico. Tra gli uomini esistono occhi la cui mancanza di forza li rende incapaci di lasciare traccia di sé nel mondo; le pupille sfiorano appena l’oggetto della loro attenzione con sguardi effimeri come un volo d’insetto. E poi, esistono occhi potenti come quelli di Dolores, che seppure piccoli e di un nocciola pallido e delicato, piantati nel mezzo di una cornice di polpa e ossa spigolose, parevano incisi nel bronzo come quel genere di effigi raffiguranti guerrieri e stregoni di razza nuragica. Alla fine, Fortunato non avrebbe saputo giudicare se Dolores fosse bella o brutta, se i capelli ricciuti costretti in una treccia arrotolata su se stessa e le forme generose bastassero a fare di lei una donna piacente. Sapeva tuttavia che, in ogni caso, era difficile saziarsi della sua visione. Da ragazza aveva fatto la spigolatrice sempre in viaggio ovunque ci fosse necessità di braccianti, e appena si sposò con Attilio rimase subito in attesa di Benvenuto. Da allora, ogni due anni precisi, Dolores aveva messo al mondo una bocca in più da sfamare, otto figli forti e sani che ora rischiavano di morire di stenti.

Proprio per i suoi figli Dolores chiede aiuto. E nel leggere questa parte, da sarda, mi sono messa nei panni di questa donna che, nonostante l'orgoglio, antepone la sua immensa forza per amore della sua prole, per affrontare gli ostacoli che in quel momento la vita le aveva riservato. La morte del marito e la fame dopo la guerra.

La donna si ravvivò un poco quando spinse i figli avanti affinché Fortunato potesse vederli bene uno per uno, sistemandoli in fila come un manipolo di soldatini tristi e cenciosi.
«Questi sono i nipoti vostri. Sono dei Derosas, come voi. Hanno il vostro stesso sangue» disse, giusto perché lo zio se ne rammentasse. «Sono tutti figlioli bravi bravi e molto ubbidienti. Sono la vita mia! Benvenuto, il maggiore, è rimasto a Borutta perché doveva lavorare. Per pochi soldi fa lo spaccapietre in una fornace di calce. Anche Attilio lavorava in una fornace… Povero Attilio mio! A voi vi considerava un fratello.» Dolores perse d’improvviso il coraggio di continuare e dovette mandar giù parecchi bocconi amari prima di ritrovare la forza di andare avanti. «Questo qui è Achille, nato per secondo. È così buono e rispettoso che non mi dà nemmeno un pensiero. E poi è così intelligente che si è preso la licenza elementare. Questi che vengono dopo sono Angelino, Michele, Beniamino, Emilietto e Costantino.
Lei invece è l’ultima, Miracolina: l’abbiamo chiamata così perché non pensavamo mai che dopo sette maschi arrivava una femmina.»
Fortunato osservò i nipoti come se avesse davanti un branco di topolini. Erano scuri e sporchi. Avevano tutti una chioma di capelli ricciuti e selvaggi e specialmente gli ultimi quattro, benché di età diversa, erano così piccoli e mingherlini da sembrare coetanei. Alcuni di loro lo guardavano tenendo le dita nel naso, e in generale, agli occhi di Fortunato, non sembravano dei ragazzini molto svegli. Tranne Achille. Continuava a fissare lo zio come se intendesse ucciderlo. Si vedeva lontano un miglio che possedeva un’indole rancorosa, di quelle che tendevano a covare tutto dentro. Suo malgrado fu l’unico a ispirargli una qualche simpatia.
«Cosa volete da me?» Fortunato andò dritto al sodo e Dolores non si perse in giri inutili di parole. Il discorso che si era preparata andò a farsi benedire.
«Voglio un prestito!»
Il sorriso del cugino si fece più aperto davanti a tanta sfacciataggine. Ora o mai più!, pensò Dolores, sputando il groppo che aveva in gola.
«Sarebbe a tempo determinato e si intende che ve lo renderei con gli interessi. Non voglio mica regali, io. Con la morte di Attilio abbiamo perso tutto. Tutto! Finita la guerra la gente in paese ha avuto guai grossi da sbrigare e troppi morti da piangere. A chi possiamo chiedere aiuto se non a voi che siete il nostro unico parente dal cuore così grande e giusto?»
Fortunato scoppiò in una risata fragorosa che riecheggiò nella stanza come un tuono. Scavallò la gamba e si protese in avanti ritornando di colpo serio. «Donna senza vergogna siete! Venite nella mia casa a piangere miseria dopo che avete istigato quello stupido di mio cugino a vendermi il terreno dove è morto mio padre a un prezzo che superava dieci volte il suo valore. Tutti al vostro paese sanno dello sgarro infame che mi avete fatto!»

Riuscite ad immaginarvi questo tizio? Perché io non me la sento proprio di definirlo uomo...

Iniziamo con due personaggi molto forti e molto orgogliosi, che si odiano e non vedono l'ora di vendicarsi l'uno dell'altro per i torti subiti da ciascuno.

Dolores sentì la vampa dell’umiliazione bruciarle la testa come una febbre. Avrebbe preferito cavarsi tutto il sangue dalle vene pur di risparmiarsi un tale supplizio, ma c’era una speranza molto più importante del proprio orgoglio che la portava a non desistere dal proposito che le aveva fatto percorrere tutta quella strada.

Negare un aiuto a dei bambini? Lasciarli al proprio destino di miseria e povertà, no... questa è una cosa che Dolores non può sopportare. Ma anche Fortunato ha una figlia, Regina, lei è la figlia del mare, la cercatrice di corallo.

A Dolores bastarono pochi istanti per comprendere che Regina era la cosa più preziosa per Fortunato. Capì anche che la bambina era uguale al padre non solo nel taglio inconfondibile degli occhi e nel modo di sorridere: entrambi possedevano la stessa indole ingovernabile, lo stesso carattere astuto e superbo, lo stesso sentimento per i coralli.

Dolores tenta di impietosire Fortunato, anche lui aveva una figlia e non poteva avere un cuore di pietra. Ma lui la caccia via a mani vuote. A questo punto, Achille, il secondogenito di Dolores, e Regina, la figlia di Fortunato si incontrano per la prima volta...

«Ehilà! Ehilà!». Achille si voltò di scatto e vide giungere per una stradina traversa al sentiero principale la figlia dell’uomo che più odiava al mondo.
Pronto a ricevere un colpo basso stette in guardia, e quando quella strana creatura del mare – con le treccine striminzite e gli occhi dello stesso colore della paglia marina lasciata a imbiondirsi sulla battigia – gli tese una mezza forma di formaggio e una pagnotta così grande che a stento reggeva tra le sue piccole mani, Achille immaginò si trattasse di una trappola o di uno scherzo malvagio. In un primo momento pensò di buttare a terra quei falsi doni, ma qualcosa nello sguardo serio della piccola lo convinse che non c’erano inganno o malignità in lei. «Tieni» gli disse Regina incoraggiandolo ad accettare, ma Achille divenne ancora più torvo e diffidente. Avrebbe preferito morire piuttosto che ricevere l’elemosina da quella mocciosa.
«Tieni!» insistette ancora lei e fu soltanto il pensiero della pancia vuota dei suoi fratellini e del lungo viaggio che li aspettava a convincere Achille a rabbonirsi. Accettò il pane e il formaggio, ma non ci pensò neppure a ringraziare la figlia del nemico.
Inaspettatamente, scoprì che la generosità della bambina non era finita lì: con l’aria di chi possedeva un tesoro magico, gli porse un rametto di corallo, rosso come il fuoco, non più grande di un palmo e mezzo, composto da una biforcazione principale e numerosi rametti più sottili.
«Porta fortuna se lo regali» gli confidò con l’innocenza di chi crede ancora nelle cose magiche e occulte.
La tentazione fu grande per Achille, che sul corallo aveva sempre sentito raccontare storie straordinarie. Quando strappò con sgarberia anche il terzo dono dalle mani della bambina, per tutta risposta Regina lo degnò di un sorriso grazioso come un arcobaleno dopo l’acquazzone. Poi corse via veloce, sparendo presto alla vista.

La sorte di Dolores sarà segnata? Fortunato continuerà a vivere nella ricchezza? Avete mai sentito la frase "LA RUOTA GIRA" ? Cosa succederà a quest'uomo e a questa donna che tanto si odiano? Achille e Regina si incontreranno di nuovo anni dopo, e tra loro nasce un sentimento... scoppia l'amore, la passione. L'amore tra Achille e Regina riuscirà a cambiare un destino che sembra già scritto? Il loro sentimento basterà a metter pace tra queste due famiglie che si odiano e provano solo rancore l'una verso l'altra?

In questo romanzo c'è un bagaglio enorme per noi lettori... sono tantissimi gli spunti di riflessione, c'è la storia della Sardegna a cavallo tra le due guerre, che racconta ciò che i sardi hanno dovuto accettare, i compromessi per scampare alla fame. "Accettare i continentali" che hanno provato in ogni modo ad impadronirsi delle ricchezze della Sardegna. Ma non solo... Troviamo la storia e la tradizione del corallo, troviamo l'amore, quello puro e innocente (Achille e Regina hanno tanto da insegnare), troviamo l'orgoglio Sardo (i sardi sono rancorosi, non parlano, coltivano vendetta in silenzio, è questa la loro arma).

Troviamo la donna sarda, prendiamo Dolores, che nonostante le difficoltà, alza la testa e le affronta! La sua forza è immensa come il suo orgoglio e la sua sete di vendetta.
Potrei stare ore a parlarvi di questo libro ma non voglio togliervi il piacere di questo viaggio meraviglioso all'interno di questa storia magica.

Leggetelo!


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