[REVIEW PARTY] SORELLE BRONTë - "AGNES GREY" - ANNE BRONTë - OSCAR MONDADORI VAULT



Buongiorno Sognalettori!
Oggi il blog ha come protagonista un libro che uscirà il 25 Agosto, ma di cui ho l'onore di parlarvi in anteprima: sicuramente catturerà la vostra attenzione sia per il titolo (amanti dei classici fatevi sotto!! 😉) che per la cover molto suggestiva… 
“Sorelle Brontë. Cime tempestose-Jane Eyre-Agnes Grey. I capolavori delle impareggiabili penne sororali" di Anne, Charlotte ed Emily Brontë, curato da Oscar Mondadori Vault, che ringraziamo moltissimo per averci fornito il file per la lettura in anteprima.

Come vedete abbiamo deciso, assieme ad altri blog, di festeggiarne la pubblicazione creando un bel Review Party. 😉


E, se vi siete persi la mia tappa del blog tour, potete recuperarla QUI

Anne Brontë (Thornton, Yorkshire, 1820 - Scarborough, Yorkshire, 1849) scrittrice inglese. Sorella di Charlotte ed Emily, collaborò con loro alla raccolta di versi Poesie di Currer, Ellis e Acton Bell (Poems of Currer, Ellis and Acton Bell, 1846).
Nei romanzi sviluppò i temi di una dolorosa autobiografia: Agnes Grey (1847) è la storia di una governante; L’affittuaria di Wildfell Hall (The tenant of Wildfell Hall, 1848) è ispirata alla tragedia del fratello Branwell, morto per abuso di droga e di alcool.


IL ROMANZO


Titolo: Agnes Grey
Autore: Anne Brontë
Data di uscita: 4 Agosto 2020
Genere: Narrativa straniera | Classici
Pagine: 780 con copertina rigida


Questo volume offre l’occasione per riscoprire tre voci femminili originalissime nel panorama letterario, tra incanto, disperazione, e il desiderio insopprimibile di affermare la propria identità.

Da Cime Tempestose, a Jane Eyre, passando per Agnes Grey, fino ai meno noti L’angelo della tempesta, La Signora di Wildfell Hall e Shirley, le tre sorelle Bronte ci hanno lasciato romanzi immortali , capolavori della narrativa ottocentesca pieni di pathos e emozione, ciascuna con la propria voce. A questi romanzi si aggiungono i sublimi versi nei quali rivive tutto il fascino della natura selvaggia delle brughiere dello Yorkshire, tra distese d’erica, roccia e foschia. Questo volume offre l’occasione per riscoprire tre voci femminili originalissime nel panorama letterario, tra incanto, disperazione, e il desiderio insopprimibile di affermare la propria identità.


La storia di “Agnes Grey” è un romanzo scritto da una delle tre sorelle Brontë , forse la meno conosciuta, Anne, la quale ha deciso di inserire nei suoi scritto qualche accenno autobiografico.

La protagonista del libro è Agnes Grey, figlia di Richard Grey ed Alice.
Richard è un ecclesiastico dell’Inghilterra settentrionale, rispettato da tutti ma “povero” anche a causa della sua enorme generosità, Alice invece è figlia di un gentiluomo di campagna, coraggiosa, innamorata e non teme di perdere l’eredità quando decide di sposare Richard, oltre ad essere felice della sua vita semplice ma dignitosa, e di aver cresciuto due figlie molto educate, giudiziose e colte (infatti la madre le ha istruite in casa su tutte le materie possibili, invece il padre ha insegnato loro il latino).

I coniugi Grey hanno avuto sei figli, ma solo due sono sopravvissute ai duri anni dell’infanzia: Mary e Agnes, (di 5-6 anni più giovane della sorella).
Mary dipinge molto bene, ricama, aiuta in casa, insomma è la responsabile figlia maggiore, invece alla piccola Agnes non viene permesso di far nulla “perché è solo una bambina”, e per quanto sia allegra e vivace e si adatti a tutto, le tocca avere come miglior compagno di giochi solo un gatto.
Agnes è la figlioletta prediletta, inerme, dipendente dagli altri, ottimista e anche un po’ ingenua… ma proprio grazie al suo ottimismo e al suo spirito di iniziativa, decide di dare una mano alla famiglia quando la famiglia subirà un notevole crollo economico: decide di diventare una istitutrice. Sebbene però la sua famiglia cerchi di dissuaderla, lei non molla…

Sarebbe stato bellissimo fare l’istitutrice. Vedere il mondo, iniziare una nuova vita, agire liberamente, esercitare facoltà inutilizzate, mettere alla prova una forza sconosciuta, guadagnarmi da vivere e guadagnare qualcosa per aiutare mio padre, mia madre e mia sorella, oltre a liberarli dell’impegno di pensare al cibo e ai vestiti per me; far vedere a papà che cosa sapeva fare la sua piccola Agnes, convincere la mamma e Mary che non ero una creatura inerme e spensierata come loro credevano. E quanto sarebbe stato gradevole vedersi affidata la cura e l’educazione dei bambini! Qualsiasi cosa dicessero gli altri, mi sentivo perfettamente all’altezza del compito: il nitido ricordo dei miei pensieri e sentimenti di quando ero bambina mi avrebbe guidato meglio dei suggerimenti del consigliere più saggio e maturo. Dovevo soltanto volgermi dai miei piccoli allievi a quello che io ero alla loro età, e subito avrei saputo come conquistare la loro fiducia e il loro affetto; come risvegliare il pentimento di chi aveva sbagliato; come dare forza ai timorosi e consolare gli afflitti; come rendere possibile la virtù, desiderabile l’istruzione, amabile e comprensibile la religione.

…E all’età di 18 anni, accettando il primo lavoro che le viene affidato, si allontana per la prima volta dalla sua famiglia, dalla sua casa, dalle sue sicurezze per intraprendere un viaggio nell’ignoto. Infatti sa ben poco della famiglia dove andrà a lavorare… e la sua enorme pazienza ed educazione verranno messi a dura prova in molteplici casi!
Infatti non dovrà affrontare solo la famiglia Bloomfield (una famiglia senza educazione né rispetto per il prossimo), ma in seguito anche la famiglia Murray le darà innumerevoli grattacapi!

Era un pensiero sgradito: indispettita, esausta, delusa, sempre più pronta ad apprezzare e amare la mia casa, non ero tuttavia ancora stanca di avventura, né ero disposta a rinunciare ai miei sforzi. Sapevo che non tutti i genitori erano come i signori Bloomfield ed ero certa che non tutti i bambini fossero come i loro. La famiglia successiva non poteva non essere diversa, e ogni cambiamento non poteva non essere per il meglio. Le avversità mi avevano maturato, l’esperienza mi aveva ammaestrato: ero ansiosa di riscattare il mio onore perso agli occhi di coloro la cui opinione valeva per me più di quella del mondo intero.

Nonostante le innumerevoli difficoltà e la sua giovane età, la nostra protagonista ha nel suo bagaglio personale un innato ottimismo e buona volontà da vendere, che le serviranno sia per sopravvivere alle innumerevoli difficoltà che incontrerà nella sua carriera di istitutrice, sia per maturare lei stessa e migliorare come fanciulla e come persona.
Questo aspetto viene ben descritto soprattutto dalle varie riflessioni che Agnes fa parlando sia ai lettori che a se stessa durante la sua narrazione che racconta tutte le sue vicende in modo conciso ma efficace, in modo esplicativo e al contempo riflessivo… con uno stile che tiene viva l’attenzione dei lettori e, con una maniera assai delicata, illustra come funzionasse la vita a quel tempo e cosa volesse dire essere un’istitutrice che ama il proprio lavoro… nonostante tutto.

Io sono una grande lettrice di classici fin da quand’ero piccola, e li ho sempre amati sia per lo stile narrativo (pieno di citazioni, di descrizioni, di aneddoti, di spunti di riflessione, di giri di parole così originali, educati ed eleganti), sia per la direzione che prendono: in un modo o nell’altro parlano ai lettori con vicende che stuzzicano l’attenzione e al contempo insegnano qualcosa. Non che tutti gli autori di libri classici siano uguali, sia chiaro!! Ognuno ha il proprio stile, ma queste caratteristiche sono quelle che ho riscontrato in comune tra i vari libri classici che ho avuto modo di leggere e apprezzare nei miei anni di vita-da-lettrice.

 Con questo non voglio dire che i libri moderni siano sprovvisti di tali caratteristiche, solo che per me i classici possiedono quel fascino particolare perché so che quando andrò a leggerne uno sarà una lettura interessante, appagante e, in qualche modo, “sicura”… cioè che andrà a parare da qualche parte.
Le letture più moderne invece hanno talvolta un andamento meno sicuro… o forse è solo una sensazione mia personale, che percepisco a pelle quando ho un “classico” tra le mani. ;-)

Giusto per farvi capire cosa io intenda, vi faccio un esempio.
Il libro inizia con una piacevole rappresentazione di modestia ed umiltà, sia da parte dell’autrice che della protagonista, voce narrante.

In ogni storia vera è racchiusa una morale; in alcune può essere difficile trovarla e, dopo averla trovata, è così povera e piccola che non valeva la pena schiacciare il guscio per quella noce rinsecchita. Non posso giudicare io se sia o non sia questo il caso per la mia storia. A volte penso che possa rivelarsi utile per alcuni e gradevole per altri; ma sarà la gente a giudicare da sola: protetta dalla mia oscurità, dal trascorrere degli anni e da alcuni nomi inventati, inizio senza timori la mia avventura; e rivelerò in tutta sincerità al pubblico quel che non confiderei all’amica più cara.

Certamente questi sono escamotage che venivano usati all’epoca per scrivere romanzi, ma io personalmente trovo che siano così rassicuranti e al contempo eleganti, tanto da rendere la narrazione più gentile e discorsiva, ma anche più umile e rispettosa del lettore, proprio perché chiunque può leggere questo romanzo (a prescindere dai gusti personali).

Un altro aspetto che ho apprezzato molto nella narrazione di Anne Brontë è il messaggio che lascia alle sue lettrici, giovani o adulte che siano:

È sciocco desiderare la bellezza. La gente di buonsenso non la desidera per sé né la cerca negli altri. Se la mente è ben coltivata e il cuore ha sentimenti giusti, a nessuno importa l’aspetto esterno. Questo ci dicevano le insegnanti quando eravamo bambine, e questo diciamo noi ora ai bambini. Parole giudiziose e giuste, senza dubbio; ma tali affermazioni sono sorrette dall’esperienza concreta? [...]
Se la felicità non è per me in questo mondo, mi studierò di fare la felicità di quanti mi stanno attorno, e la ricompensa l’avrò nel mondo futuro.

Potrei dirvi molto altro ancora di questo libro, ma rischierei di fare spoiler, visto che è un romanzo breve e lineare da leggere, quindi concludo dicendovi che a me è piaciuto (per tutto quello che ho scritto sopra) e sono stata contenta di scoprire la scrittura di un’autrice del passato che, dopo tutti questi secoli, ancora riesce a coinvolgere l’interesse dei lettori.

E voi siete lettori di classici? Ditemi i vostri pensieri in un commento sotto al post, non vedo l’ora di leggerli! 😉




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