[REVIEW PARTY] LA CITTÀ DI OTTONE - S. A. CHAKRABORTY - OSCAR MONDADORI VAULT



Buongiorno Sognalettori!
Come preannunciato qualche giorno fa, il blog torna a festeggiare un libro freschissimo di stampa (è uscito ieri in tutte le librerie fisiche e piattaforme digitali!) ed io, dopo avervi parlato del personaggio maschile nel Blog Tour QUI , oggi, grazie al Review Party, vi parlo dell'intero libro:

“LA CITTÀ DI OTTONE" scritto da S. A. Chakraborty e pubblicato in Italia dalla casa editrice Oscar Mondadori Vault, che ringrazio enormemente per avermi dato in anteprima la possibilità di addentrarmi in un mondo inaspettato e speciale grazie a questo Review Party. 


Ma ora qualche notizia sull'autrice:

Shannon A. Chakraborty (nata nel 1985) è un'autrice statunitense di fantasy storici e di fiction, conosciuta soprattutto per la trilogia di Daevabad.
"La città di ottone", il suo libro d'esordio, è stato enormemente acclamato nel 2017 (anno di pubblicazione), arrivando finalista a numerosi concorsi come il Crawford Award, Compton Crook Award, Locus Award, British Fantasy Award, World Fantasy Award...
Inoltre ad inizio Maggio di quest'anno, è stato annunciato che l'intera trilogia sarà fonte di ispirazione per una serie su Netflix.


IL ROMANZO


Titolo: La città di ottone
Autore: S. A. Chakraborty
Data di uscita: 9 Giugno 2020
Genere: Narrativa straniera | Fantasy
Pagine: 528


EGITTO, XVIII SECOLO. Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un’abile guaritrice e di saper condurre l’antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori.

Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all’interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L’arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.


Preparatevi per un viaggio nell’Antico Oriente, dove atmosfere, profumi, stoffe e colori vi avvolgeranno, trasportandovi direttamente all’interno della mitologia islamica attorniata da suggestive e particolareggiate ambientazioni da mille e una notte. 

Ci troviamo in Egitto, nel XVIII secolo.
Nella città de Il Cairo, tra le affollate strade piene di bazar e mercati, c’è anche una minuscola bottega coperta da sciarpe scure appese alle pareti, per proteggere l’anonimato dei clienti.
In questa minuscola bottega lavora una ragazza sulla ventina d’anni, ma molto più scaltra di quanto non lo siano le sue coetanee, perché orfana fin da piccolissima, senza nessuno che si prendesse cura di lei, ha dovuto imparare a cavarsela da sola.

Lei è Nahri, una giovane dai luminosi occhi neri con le ciglia lunghe, i capelli color della notte, viso affilato e molto magra… a causa della sua dieta saltuaria (mangia solo quando trova qualcosa da mettere sotto i denti). Di mestiere fa la guaritrice di strada (anche se in realtà lo fa come copertura per nascondere il suo lavoro ufficiale di ladruncola), e collabora con Yaqub, un anziano speziale ebreo che, come lei, è molto riservato e cerca di sopravvivere in una terra che li squadra dall’alto in basso e li tratta come “diversi”.
Fin da piccola Nahri ha una propensione per imparare con grande facilità molte lingue straniere, dote che usa a suo vantaggio con i clienti, i quali non sanno di essere compresi anche quando parlottano tra loro.

Nahri nascose un sorriso trionfante. Erano proprio turchi, allora. Di certo non si aspettavano che lei li capisse, probabilmente pensavano che una guaritrice di strada egiziana parlasse a malapena un arabo decente, ma Nahri conosceva il turco quanto la sua lingua nativa. E anche l’arabo e l’ebraico, il persiano erudito, il veneziano delle classi alte e lo swahili della costa. Nei suoi – più o meno – vent’anni di vita, non si era ancora imbattuta in una lingua che non capisse immediatamente.

La vita è sempre stata dura per lei e si complica decisamente quando, durante una cerimonia di guarigione con una bambina posseduta, Nahri risveglia – a sua insaputa – non solo il demone che possedeva la bambina (un ifrit), ma anche un daeva! Quest’ultimo non solo non si aspetta di comparire lì, ma soprattutto non si capacita di come possa esistere una ragazza come lei!

Perché Darayavahoush e-Afshin o meglio Dara (questo è il nome del daeva → trovate più info su di lui nella mia tappa del blog tour QUI) percepisce che Nahri sia molto più speciale di quanto lei sappia: è una guaritrice vera e propria (fatto che lei non rivela a nessuno e che stenta a crederlo lei stessa) e le sue origini sono ben più elevate e ben più complicate di una semplice umana.
Nahri è una shafit, e nel suo sangue, oltre al sangue umano, scorre il sangue Nahid, una delle più importanti tribù dei jinn !

Nahri non avrebbe saputo spiegare come faceva a guarire se stessa e a percepire le malattie altrui, esattamente come non avrebbe saputo spiegare il funzionamento dei suoi occhi e delle sue orecchie. Le sue capacità facevano parte di lei da così tanto tempo che, semplicemente, non metteva più in discussione la loro esistenza. Da bambina le ci erano voluti anni e molte esperienze dolorose per capire quanto era diversa dalla gente attorno a lei, come se fosse stata l’unica persona dotata di vista in un mondo di ciechi. E le sue capacità erano così naturali, così radicate che le era impossibile considerarle come qualcosa fuori dall’ordinario.

Nahri non sa nulla del suo passato, e nemmeno ne vuole parlare, però quando capisce che Dara può darle molte informazioni decisamente rilevanti, non può fare a meno di resistere alla tentazione, seppur con gran fatica! Perché Dara ha una personalità estremamente riservata e sfuggente e, nonostante il suo aspetto bellissimo e giovane, ha alle sue spalle moltissime sofferenze che l’hanno segnato duramente.
Per tutto quel che ha passato infatti si è abituato a stare da solo, invece la presenza costante di Nahri lo obbligherà non solo a sciogliersi un po’ ma anche a mettere in atto ogni sua abilità guerriera, per proteggerla e accompagnarla verso il suo destino.

[fanart trovata online]

Se da una parte ci sono Nahri e Dara che stanno cominciando a conoscersi, a causa della vicinanza forzata e del lungo viaggio che sono stati costretti ad intraprendere, rischiando in continuazione la pelle, dall’altra, su un binario inizialmente parallelo, troviamo un terzo protagonista del libro.

Il principe Alyzayd al Quahtani è figlio del sovrano di Daevabad (La città di ottone), anche se allevato nella Cittadella, lontano dalla sua famiglia in modo che fin da subito si rafforzasse e imparasse le dure leggi del combattimento.
Ali (è il suo soprannome) essendo cresciuto lontano dalla sua famiglia, conosce poco anche i suoi due fratelli maggiori: il qaid Muntadhir e l’unica figlia femmina Zaynab, che non perdono occasione per stuzzicarlo e metterlo in imbarazzo, ora che è diventato maggiorenne.
I genitori di Ali appartengono a due tribù diverse di Daevabad, e lui ha preso alcune caratteristiche dalla famiglia del padre, ma assomiglia soprattutto alla madre… dalla quale ha ereditato anche una cospicua eredità (non solo monetaria) che gli permette di vivere in modo agiato, nonostante le ristrettezze che invece preferirebbe il padre.

Eppure il cuore di Ali apparteneva ad Am Gezira. Aveva sempre preferito i geziri, una devozione schernita dal suo aspetto. Aveva preso così tanto dal popolo di sua madre che ci sarebbero stati pettegolezzi, se suo padre non fosse stato il re. Come loro era alto e allampanato; la pelle nera, la bocca severa e le guance affilate erano quasi identiche a quelle della madre. Da suo padre non aveva ereditato altro che gli occhi color acciaio scuro. E, quella notte, avrebbe dovuto rinunciarci.

Primo di una trilogia che promette molto bene, “La città di ottone” è una sorta di apripista per un fantasy con ambientazione orientale… peculiarità non molto comune finora.
Ma non è solo questo a caratterizzare il libro, infatti le numerosissime vicende, i personaggi, le suggestive e particolareggiate descrizioni, nonché i dialoghi posti al punto giusto, tengono sempre alto il ritmo della narrazione, creando sia coinvolgimento che aspettativa nel lettore.

Non fatevi spaventare dai termini sconosciuti (almeno per me che, ahimè, non sono molto ferrata in conoscenze mediorientali) perché l’autrice ha ben pensato di inserire a fine libro un utilissimo Glossario, che vi aiuterà ad immergervi ancora di più nel mondo di Daevabad e dei suoi protagonisti.

La narrazione viaggia su capitoli alternati, che vedono la storia raccontata con gli occhi di Nahri, di Dara o con quelli di Ali, permettendo ai lettori di addentrarsi pian piano nel vasto ed elaborato mondo che l’autrice che creato per questa affascinante e magica storia.

 Non abbiate fretta: lasciatevi trascinare, capitolo dopo capitolo, sempre più all’interno delle vicende e, anche grazie al glossario e alle riflessioni dei personaggi, riuscirete ad avere un quadro sempre più completo di tutto ciò che è successo nel passato e che, inevitabilmente condizionerà le vicende dei tre protagonisti.

Le descrizioni particolareggiate danno quel tocco in più che permette al lettore di immaginare il mondo fantastico narrato, e i dialoghi fanno conoscere meglio il caratterino bello tosto di tutti e tre i protagonisti, così diversi tra loro eppure così legati… ma non vi svelo come! Lascio a voi lettori la sorpresa! 😉

Aprite il libro, aprite la mente e lasciatevi trascinare dalle calde brezze, lasciatevi avvolgere dai profumi, e soprattutto volate assieme a Nahri, Dara e Ali in un mondo ricchissimo di azione, colpi di scena e sorprese! Perché vi assicuro che ce ne sono molte…

Inoltre non fatevi spaventare dal numero di pagine, perché la scrittura della Chakraborty è talmente coinvolgente che vi catturerà e vi lascerà col fiato sospeso fino alla fine… tanto da desiderare con impazienza l’uscita del libro seguente! 😉

Prima di salutarvi, vi lascio un piccolo recap dei titoli della trilogia, in attesa dell’uscita dei volumi seguenti.

La Daevabad Trilogy è composta da:
1. The City of Brass (“La città di ottone” pubblicato da Oscar Mondadori Vault il 16 Giugno 2020)
2. The Kingdom of Copper (per ora inedito in Italia)
3. The Empire of Gold (per ora inedito in Italia)


Come sempre attendo i vostri commenti, le vostre impressioni e domande: scriveteli pure nei commenti sotto al post. 😊
A presto per altre emozionanti e succulente anteprime, ne vedrete delle belle!



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