[RECENSIONE] LA LEGGE DEL SOGNATORE - DANIEL PENNAC - FELTRINELLI



Buongiorno Sognalettori,

oggi vi parlo di "La legge del sognatore" scritto da Daniel Pennac e pubblicato da Feltrinelli.


Daniel Pennac, nato a Casablanca nel 1944, già insegnante di lettere in un liceo parigino, dopo un'infanzia vissuta in giro per il mondo, tra l'Africa, l'Europa e l'Asia, si è definitivamente stabilito a Parigi. Quando comincia a scrivere scopre una particolare propensione per storie comiche, surreali ma ben radicate nelle contraddizioni del nostro tempo. Ha raggiunto il successo dopo i quarant'anni con la serie di Belleville, i romanzi editi in Italia da Feltrinelli tra il 1991 e il 1995 (Il paradiso degli orchi, La fata carabina, La prosivendola, Signor Malaussène e La passione secondo Thérèse, oltre a Ultime notizie dalla famiglia), incentrati sul personaggio di Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio, e relativa famiglia.


IL ROMANZO


Titolo: La legge del sognatore
Autore: Daniel Pennac
Data di uscita: Gennaio 2019
Genere: Narrativa straniera contemporanea
Pagine: 160


La lampadina del proiettore è saltata in pieno Fellini. Minne e io stavamo guardando Amarcord a letto. “Oh, no, cazzo!” Ho piazzato una sedia sopra un tavolo e sono andato all’assalto di quell’arnese per cambiare la lampadina fulminata. Un gran botto, la casa si è spenta, sono franato giù con tutta la mia impalcatura e non mi sono più rialzato. Mia moglie mi ha visto morto ai piedi del letto coniugale. Nel frattempo io rivivevo la mia vita. Pare succeda spesso. Ma non si svolgeva esattamente come l’avevo vissuta.
D.P.

“Se solo mia madre mi avesse presentato a Federico Fellini!”

Un romanzo di formazione moderno, fresco e brillante, una storia sulla difficoltà di capire sé stessi e di amare.



"Verso i sei, sette anni ero convinto che ci fossero due vite: una con gli occhi aperti e l'altra con gli occhi chiusi. "

F. Fellini

Pennac rende omaggio al grande regista riminese nel centenario della nascita con un romanzo che ha come tema principale i sogni.
Cosa può legare lo scrittore a Fellini se non il fatto di essere entrambi dei sognatori, abili nel trascrivere e disegnare i propri sogni una volta svegliati.

Il romanzo inizia con un Pennac bambino, ha dieci anni quando la sera prima di una gita con i genitori e l'amico di sempre, dorme sotto un disegno di Fellini e sogna un'inondazione di luce, una luce liquida che cola dal corridoio e inizia a riempire le stanze, la casa, le vie, la chiesa e invade man mano che si ingrandisce tutto ciò che incontra.
L'indomani lo racconta ai familiari e quello che ne sussegue è un viaggio onirico tra sogni e realtà.

"Se quella mattina non mi hanno considerato un genio, di sicuro però avranno dovuto riconoscere che ero un bel fenomeno! Il re dei sognatori! Non sarebbe il caso di parlarne a Fellini? Che ne pensi tesoro? Non credi che dovremmo presentare il bambino a Federico? Tanto più se è destinato a diventare uno scrittore! Federico è un uomo cordiale e diretto, lo prenderà sotto la sua ala, lo saprà indirizzare, nel suo modo bonario e sorridente..."

Cinquant'anni dopo l'amico gli offre la possibilità di ricordare quel sogno ritornando nei luoghi dove non erano più stati per tutto quel tempo, ma proprio in quell'occasione Daniel trova molto di più. Una scoperta gli darà accesso a nuovi pensieri e nuove idee, sempre messe a paragone con la vita artistica del regista.

"I nostri sogni sono pieni come un uovo, ci avete fatto caso? Immagini e sensazioni riempiono tutto. Non c'è spazio per il vuoto. In un sogno non c'è spazio per perdersi nei sogni."

Una precisazione: Pennac non ha mai conosciuto né incontrato Fellini ed infatti è il suo più grosso rammarico soprattutto ora che invecchia e le affinità aumentano.

Sono stato a Bologna alla presentazione del libro e così ho avuto l'opportunità di vedere, ascoltare e stringere la mano a Pennac a cui voglio particolarmente bene. Ero certo di non trovarmi di fronte all'anticipazione di un nuovo capitolo della saga Malaussene (una saga alla quale sono legato fin da quando ho iniziato a leggere per puro piacere), ma l'autore ha saputo comunque intrattenere il pubblico con la sua innata ironia che ho ritrovato in diversi punti del suo ultimo lavoro.

Pennac, anche in questa occasione, si diverte a confondere i lettori durante la narrazione proprio come in un gioco tra finzione e realtà fino a farli cadere in una sorta di incertezza che li accompagnerà per tutta la durata del racconto.
Il libro si divora in un lampo, tanti brevi capitoli fanno sì che aumenti la voglia di proseguire la lettura per curiosità perché è quello che lo scrittore chiede alle nuove generazioni: essere curiosi e creativi.



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