[REVIEW PARTY] PIPER. Il canto della solitudine - JAY ASHER, JESSICA FREEBURG - MONDADORI


Buongiorno Sognalettori,
oggi il blog partecipa al Review Party di un libro unico nel suo genere, un libro che è al contempo una storia lontana nel tempo e una piccola chicca moderna quanto al tipo di realizzazione... ma poi nella recensione vi spiegherò meglio. 😉
Sto parlando di "Piper" di Jay Asher e Jessica Freeburg, pubblicato dalla casa editrice Mondadori... che ringrazio molto per avermielo fatto leggere in anteprima!

Jay Asher vive in California, è stato bibliotecario e libraio in ogni tipo di libreria, da quelle indipendenti a quelle di catena. Tredici, il suo romanzo d'esordio, è un bestseller internazionale e ora anche una serie originale Netflix di straordinario successo. Questo è il suo terzo romanzo.

Jessica Freeburg è un'autrice di libri per ragazzi. Ha anche scritto opere di saggistica e narrativa paranormali incentrate su leggende raccapriccianti e momenti oscuri della storia tra cui Monsters of the Midwest, Fight for Survival, Collapse and Chaos.

Le illustrazioni di questo libro sono di Jeff Stokely.


IL ROMANZO


Titolo: Piper
Autore: Jay Asher, Jessica Freeburg
Data di uscita: 15 Ottobre 2019
Genere: Narrativa straniera
Pagine: 144


Tanto tempo fa, in un piccolo villaggio sperduto in mezzo a una fitta e oscura foresta, viveva una ragazza sorda e sola, chiamata Maggie.
Evitata da tutti gli abitanti del villaggio proprio a causa della sua disabilità, ha come unico conforto la sua vivida immaginazione. Maggie, infatti, ha lo straordinario talento di inventare storie meravigliose. E, segretamente, sogna di incontrare un giorno il suo principe azzurro per vivere nella realtà uno degli amori da favola su cui ama fantasticare.
Quando Maggie incappa in un misterioso ragazzo, un suonatore di flauto appena giunto al villaggio, tutti i suoi desideri sembrano sul punto di realizzarsi. Completamente ammaliata, se ne innamora perdutamente e si immerge a capofitto nel suo magico mondo. Ma, a mano a mano che gli si fa più vicina, Maggie ne scopre anche il lato più oscuro. E capisce che il ragazzo dei suoi sogni potrebbe trasformarsi nel peggiore dei suoi incubi…

Ispirandosi alla fiaba dei fratelli Grimm Il pifferaio di Hamelin, con Piper l’acclamato autore di Tredici torna ancora una volta ad affrontare con estrema sensibilità i temi a lui più cari, l’emarginazione del diverso, il senso profondo della verità, della colpa e del perdono, che hanno fatto del suo primo romanzo un classico della letteratura young adult.



Molti di voi conosceranno il “Pifferaio magico”, perché avranno sentito la storia narrata dai genitori, nonni, zii ecc. quand’erano piccoli… Ma chi davvero conosce La leggenda del pifferaio magico, quella leggenda medievale ambientata in un villaggio tedesco che risale a secoli e secoli e secoli indietro nel tempo? Forse pochi…
In questo libro – che è una sorta di fiaba e di grafic-novel al contempo – i due autori Jay Asher e Jessica Freeburg hanno voluto concentrare in un unico volume tradizione, fiaba, leggenda e modernità, mixate in maniera insolita ed originale dall’abile mano dell’illustratore Jeff Stokely.

Mi ha colpito molto l’introduzione che i due autori hanno dato alla storia, dove hanno parlato delle ricerche fatte per risalire alla versione più originale e meno edulcorata possibile… scoprendo che le citazioni più remote della figura del pifferaio magico sono rintracciabili negli archivi ufficiali della città di Hamelin, in particolare nella Chronica ecclesiae Hamelensis del 1384.
Ho trovato questa scelta informativa molto utile per i lettori, che possono così apprezzare ulteriormente la storicità di questa fiaba popolare.
Sebbene chiunque possa supporre che il protagonista di questa storia sia il pifferaio magico, in realtà in questa versione la protagonista femminile è Magdalena detta Maggie: una giovane fanciulla dai lunghi capelli rossi, molto dolce, buona e bella ma sorda, che vive ad Hamelin. Proprio a causa del suo problema, talvolta lei si sente sola perché il paese è sempre stato ostile con chi è diverso… come lei. Ma nonostante tutto, la fanciulla continua a sognare ad occhi aperti che prima o poi arrivi qualcuno adatto a lei, qualcuno di cui non conosce ancora l’aspetto, ma che forse scoprirà… ammesso che esista…

La nostra Maggie è una fanciulla molto buona, talmente tanto da perdonare tutti, anche coloro che quotidianamente la maltrattano e la prendono in giro per la sua sordità. L’unica che le dimostra affetto sincero è la vecchia Agathe – con cui Magdalene abita – che le vuole bene come ad una figlia fin da quando la ragazza era una bambina. Questo perché, purtroppo, Maggie è orfana fin da piccola. Agathe e Maggie hanno un ottimo rapporto e molta immaginazione: data la scarsa disponibilità di cibo, loro catturano i topi (fingendo che siano grassi conigli) che poi cucinano e mangiano, pur di sopravvivere… E la loro fantasia si manifesta anche con un’altra cosa che hanno in comune: si divertono a scrivere assieme delle storie dove i protagonisti sono tutti coloro che si comportano male con Maggie durante il giorno, e per questo nei loro racconti subiscono le giuste punizioni fantasiose per le loro cattiverie.

Ad Hamelin ogni giorno sempre più persone vengono contagiate dalla febbre, e quelle che non si ammalano muoiono di fame… anche a causa dell’invasione di topi che distruggono tutte le coltivazioni nei campi e che mordono gli abitanti dei villaggi. La popolazione non ne può più e pur di trovare una soluzione, mandano a chiamare aiuto.
Un giorno passa di lì un giovane che dice di catturare abilmente i topi e che, sentendo cosa succede ad Hamelin, decide di offrirsi come “catturatopi” in cambio di un lauto compenso da lui stabilito. Inizialmente coloro che stanno al servizio del Conte a capo del villaggio, sono un po’ titubanti, dato l’alto compenso richiesto dal ragazzo, tuttavia non avendo altre alternative, accettano la sua offerta, e lo fanno dopo aver visto come sia riuscito ad ammaliare e addormentare un cane col suono del suo piffero… un piffero che al primo sguardo sembra normale, ma che subito alcuni iniziano a pensare possieda qualità magiche!
Il giovane pifferaio, durante i suoi giri di ricognizione per la città, nota più volte Magdalene, e le parla in modo gentile, anche quando si accorge della sua sordità. Lei arrossisce e sorride radiosa per la gentilezza e la cordialità del giovane forestiero, tanto da confidargli la storia del suo passato, comprese le crudeltà subite da parte dei ragazzini del villaggio quando lei e suo fratello erano piccoli, ed è proprio a causa di uno scherzo davvero di cattivo gusto che Maggie ha iniziato a perdere l’udito in giovane età…

A quanto pare l’interesse di Maggie per il giovane forestiero è ricambiato, perché anche lui sembra proprio felice di trascorrere del tempo con lei, al punto tale da fidarsi di lei e di raccontarle in cosa consista la sua abilità coi topi.

Da qui in poi non posso svelarvi di più perché non voglio fare spoiler di questo libro già breve di per sé, tuttavia vi posso parlare delle sensazioni che ho provato leggendolo.
Pur essendo un libro breve e che parla di una fiaba, l’atmosfera è un po’ cupa, non tanto per le illustrazioni dai colori principalmente scuri, ma proprio per la trama.
Tra una figura e l’altra si percepisce la pesantezza della vita di stenti degli abitanti, si percepisce l’odio che hanno nei confronti di queste orde di topi che distruggono tutto, si respira la voglia di riscatto che gettano sulle spalle del pifferaio e anche i sentimenti contrastanti che il giovane forestiero prova nei confronti degli abitanti di Hamelin, specialmente dopo aver incontrato e conosciuto meglio Maggie.
Traspare anche tutta la dolcezza della ragazza (che in più di qualche vignetta ha il sorriso sulle labbra e una carezza o un gesto gentile verso chi le è accanto, che si tratti di una bambina a cui intreccia i capelli, o alla vecchia e cara Agathe, o al sacrestano) e quanto il suo cuore sia puro e buono nonostante tutto quello che ha dovuto subire… per non parlare della nostalgia che lei ha per la sua famiglia, cosa che la accomuna (e forse la avvicina maggiormente) al giovane pifferaio.

Questa fiaba dolce-amara è riuscita a coinvolgermi dall’inizio alla fine sia per i colpi di scena, sia per il linguaggio diretto con cui si rivolge ai lettori: in maniera schietta parla di sentimenti teneri come di sentimenti dolorosi, parla di speranza e anche di vendetta.
Vi assicuro che la lettura di questo libro mi ha stupita e lasciata con un qualcosa su cui riflettere, perché, come molti di voi Sognalettori, immagino che non vi aspettereste che la fiaba abbia tali esiti… che non vi spoilero però. 😉

Ho apprezzato l’idea dei due autori e dell’illustratore di scegliere una fiaba come questa per il loro progetto, e soprattutto di spostare l’attenzione principale dal pifferaio alla giovane Maggie, perché così si sono potuti osservare meglio i due lati della medaglia.

Consiglio la lettura di questo libro a chiunque abbia amato fin da piccolo le fiabe e i racconti che gli sono stati fatti secondo tradizione, ma che abbia anche la curiosità di scavare più a fondo sia nei significati delle fiabe che negli insegnamenti che ciascuno potrebbe trarne. Consiglio la lettura di “Piper, il canto della solitudine” a chi ama le grafic-novel ma anche a coloro che vogliano cimentarsi in qualcosa di nuovo e non molto impegnativo: dico questo perché le immagini sono semplici e chiare, tuttavia i lettori dovranno imparare anche a leggere “tra le righe”, ad interpretare le parole non scritte ma disegnate, ad immedesimarsi sia nella giovane Maggie ché nel pifferaio…
Lo consiglio a chiunque abbia la saggezza e l'umiltà di andare al di là delle apparenze, e soprattutto lo consiglio a chiunque voglia buttarsi in una nuova avventura, perché i libri sono anche questo: avventure in cui buttarsi a capofitto per sognare ad occhi aperti.


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