[REVIEW PARTY] IL GIARDINO DELLA LOCANDA DEI LIBRI - VIVIANA PICCHIARELLI - NEWTON COMPTON EDITORE



Buongiorno Sognalettori!
Oggi, assieme ad altri blog, inizia un evento speciale dedicato all’uscita di un nuovo libro firmato dalla Picchiarelli… Siete curiosi?

Allora non vi resta che continuare a leggere questo post su “Il giardino della locanda dei libri” di Viviana Picchiarelli, pubblicato dalla casa editrice Newton Compton, che ringraziamo per averci dato la possibilità di leggere questo libro in anteprima inviandoci il file in formato digitale.

Viviana Picchiarelli è nata ad Assisi nel 1979. Lettrice accanita, appassionata di viaggi e amante del buon mangiare, si dedica da anni alla scrittura. Ha partecipato a numerosi concorsi letterari e pubblicato racconti in diverse antologie. Ha pubblicato i primi romanzi grazie al Gruppo Letterario women@work, di cui fa parte dal 2011, e partecipa attivamente all’organizzazione e alla promozione dei suoi eventi culturali. Per saperne di più, seguitela su Instagram e su Facebook


IL ROMANZO


Titolo: Il giardino della Locanda dei libri
Autore: Viviana Picchiarelli
Data di uscita: 24 Ottobre 2019
Genere: Narrativa Italiana contemporanea
Pagine: 320


Dopo la morte della madre Ginevra e Celeste hanno provato a recuperare il loro rapporto, ma le troppe incomprensioni legate a un passato mai dimenticato le hanno allontanate al punto da farle sentire due estranee. È facile che le tensioni tornino a galla. Ginevra ha chiuso la relazione travagliata con Riccardo, mettendo fine ai progetti che si era illusa di poter condividere con lui. Celeste invece non può fuggire di fronte al dolore per la perdita, reso più acuto dal ritrovamento di tre taccuini appartenuti alla madre. In quelle pagine potrebbe esserci la chiave per scoprire la verità su un padre che non ha mai conosciuto. A sostenere entrambe c’è Matilde, la proprietaria della Locanda dei Libri, sul lago Trasimeno, le cui stanze, mai sazie di far da teatro ad amori, amicizie, scontri e rappacificazioni, saranno ancora una volta il luogo in cui si consumeranno drammi familiari: ma sarà proprio lì che Celeste e Ginevra riusciranno finalmente a venire a patti con il passato e a concedersi la possibilità di amare ancora.


La famiglia Rossini è una famiglia abbastanza complicata: già da decenni le cose erano complicate, ma il libro inizia proprio nel vivo della storia, ovvero con un funerale. Il funerale di Cinzia Petrillo, al quale partecipano poche persone, tra le quali solo in tre rimangono ad assistere alla tumulazione della defunta nel cimitero di Latina, non lontano dal loculo dell’ex-marito Matteo Rossini: le due figlie Celeste e Ginevra - accompagnata dal compagno Riccardo.
Sebbene la differenza d’età sia poca tra le due sorelle (solo 3 anni), non potrebbero essere più diverse…

Erano così diverse le sorelle Rossini, a cominciare dall’aspetto fisico. Se i colori di Ginevra erano caldi, in perfetta sintonia con l’animo passionale e contraddittorio che l’aveva affascinato, quelli di Celeste erano freddi, anche se nell’insieme si armonizzavano al punto da delineare l’immagine di una donna indefinibile e fragile. Si trattava, però, solo di un’illusione. Le rare volte in cui aveva scambiato rapide battute con lei, Riccardo l’aveva trovata arrogante e superficiale. Dai racconti di Ginevra aveva saputo del rapporto esclusivo che aveva con la madre, della gelosia nei confronti di Matteo, che le aveva fatto da padre, colpevole di averle preferito Ginevra, e della rivalità tra le due sorelle che inevitabilmente ne era scaturita. Rivalità che negli ultimi tempi si era trasformata in freddezza.

Ed è appunto per le loro differenze caratteriali e soprattutto per quello che hanno passato nella loro vita che le due sorelle si sopportano a malapena: se da un lato la minore Ginevra è sempre stata legatissima al padre Matteo (specialmente dopo il divorzio dei genitori), la maggiore Celeste ha sempre avuto un rapporto esclusivo con la madre Cinzia, che l’ha sempre preferita alla secondogenita… Tuttavia la morte prematura ed improvvisa di Cinzia ha lasciato un vuoto ed uno scombussolamento grande in entrambe le figlie, soprattutto ora che sono rimaste orfane e che tra le due sorelle non scorre per nulla buon sangue. Ginevra si sente talmente abbandonata che non sa come gestire la propria vita, tanto da rimettere in discussione anche la convivenza con Riccardo; Celeste invece oltre a sentirsi un macigno sulle spalle per la perdita della persona a cui era più legata al mondo, ha fatto anche una scoperta sconcertante che l’ha completamente scossa.
Ginevra però, a differenza di Celeste, sa dove andare a cercare conforto: “La Locanda dei libri” è un agriturismo sul lago Trasimeno a conduzione familiare – aperto da 7 anni, era il vecchio casale della famiglia di Emma – di proprietà di Matilde ed Emma.
Matilde ed Emma sono migliori amiche, confidenti e si sostengono nei momenti belli e nei periodi più neri, ed è un po’ per questo che è nata la Locanda dei libri, per racchiudere in unico luogo le passioni delle due amiche di lunga data e per confortare chiunque abbia voglia di trascorrere del tempo in quell’agriturismo così caratteristico e singolare.
Infatti la Locanda non solo gode di una Emma in versione “eccellente cuoca”, ma anche di una Matilde che ama a tal punto i libri da averne letteralmente riempito ogni stanza, dando di conseguenza un nome più “romanzato” alle varie sale, giusto per dare quel tocco in più che si trova nei libri che tanto adora… e che a quanto pare amano molto anche tutti gli ospiti che vanno a soggiornare nella locanda.

“Dove accidenti sono capitato?”, si domandò.
Matilde lo fece accomodare in un ambiente che una targa serigrafata identificava come la Stanza dell’arte culinaria. «Cucina sarebbe stato banale, non trova?», commentò Matilde, di fronte all’espressione perplessa dell’uomo.
«Se lo dice lei».
«E, pensi, abbiamo anche la Stanza del convivio, la Stanza delle delizie e la Stanza della lettura».
«Cioè?»
«La sala da pranzo, la dispensa e la sala comune».
«Capisco», mentì.
Emma era un’ex insegnante di lettere in pensione prima di aprire la locanda e diventare una cuoca provetta, e anche grazie ai suoi succulenti pasti è riuscita a conquistare il cuore di Gregorio (vedovo, generoso sensibile e altruista, ama dipingere, in particolare fare ritratti). Emma è una delle donne più generose e scorbutiche che Gregorio abbia mai conosciuto… ma è anche la mamma di Riccardo! Sì, esattamente quel Riccardo… con cui Ginevra ha chiuso.
Matilde invece è la spalla su cui Ginevra ha potuto contare per anni (viste le poche attenzioni della madre) e che le vuole bene quasi come una figlia, specialmente perché legata moltissimo al padre della ragazza, ritrovato dopo più di 30 anni… e a quanto pare l’affetto tra le due donne è sincero e reciproco.
In quel periodo, Matilde si era rivelata un sostegno solido e confortante.
Da quando Matteo era morto, pochi mesi dopo essersi ritrovati, Matilde era riuscita a costruire, con discrezione e pazienza, un legame intenso con Ginevra, diventando un punto di riferimento senza il quale, pensava la ragazza, non avrebbe potuto ridare un senso alla propria esistenza. Lasciandosi alle spalle il cimitero, Ginevra sperò solo di poter continuare a contare su di lei.

Ma, come vi avevo accennato prima, una scoperta improvvisa e totalmente inaspettata sconvolge letteralmente Celeste: il ritrovamento di tre taccuini scritti di suo pugno dalla madre Cinzia. Celeste li ha scoperti un po’ per caso, quando era troppo tardi per fare domande alla diretta interessata, tuttavia non può ignorarne il contenuto e il messaggio che la madre le ha voluto lasciare, anche se non direttamente.

Tutto il suo mondo era andato in frantumi.
Ne restava in piedi solo una piccola parte, di cui era rimasta completamente all’oscuro, fino a quando non aveva trovato, sistemando le cose della madre, tre taccuini a cui la donna aveva affidato, nei primi tempi della malattia, i ricordi di un passato che le aveva sempre tenuto nascosto.
Per non parlare poi del personaggio di Claudio Russo, uomo dai capelli lunghi e grigi nascosti sotto ad un logoro berretto di lana, orgoglioso e scorbutico oltre che senza fissa dimora che se la cava a malapena con piccoli lavori saltuari accettati con molta umiltà. L’unica cosa che possiede di più “prezioso” è un furgoncino scassato (contenente pochi arnesi da giardinaggio) che gli fa perdere il controllo e lo fa schiantare sul muretto della locanda. Grazie a questo sfortunato incidente, Claudio farà la conoscenza di Matilde e di Emma e poi, a ruota, delle altre persone a loro legate.

Questo romanzo dal titolo apparentemente innocuo, in realtà racchiude al suo interno il luogo fulcro della trama di questo libro: la Locanda dei libri… e di conseguenza anche il suo giardino. L’autrice infatti ha pensato bene di creare una storia movimentata e dal passato talvolta burrascoso per i personaggi protagonisti, i quali però – in un modo o nell’altro – ruotano tutti attorno a questo luogo ricco di storie (e come meglio potrebbe definirsi un luogo che contiene innumerevoli libri? 😉 ), ricco di ricordi e… sì. Anche ricco di speranze. Perché non sempre i rimpianti e i ricordi tristi e dolorosi devono affossare le persone che li possiedono, soprattutto se il legame che si è instaurato tra le persone le lega a tal punto da renderle più forti, più vere e più vive se tutte assieme.

Viviana Picchiarelli è riuscita a scrivere un libro che contiene al suo interno una trama elegante e al contempo intrecciata, dove il passato, il presente e il futuro dei protagonisti si intrecciano in modo perfetto da creare una perfetta armonia tra ciò che accade e come viene descritto. E dico questo perché ho trovato lo stile dell’autrice molto curato, delicato e leggero al contempo, leggero perché riesce a descrivere in modo personale e per nulla calcato ogni aspetto della storia, senza far pesare al lettore argomenti tosti e difficili.
Perché vi avviso: questo libro è davvero molto scorrevole da leggere, ma non pensiate che per questo sia semplice né tantomeno banale: i temi che lo renderebbero triste e malinconico sono stati trattati con molto tatto dall’autrice, che accompagna il lettore passo passo facendogli scoprire i retroscena della vicenda e degli intrecci, lasciando che si gusti la narrazione senza portarsi dietro il fardello della malinconia.
Non nego che ci si possa immedesimare nella tristezza dei protagonisti (chi infatti purtroppo nella vita non ha mai perso una persona cara?), tuttavia i lettori si possono addentrare nella narrazione con tranquillità, perché la scrittura di Viviana Picchiarelli ti trasporta con delicatezza ed in modo quasi naturale capitolo dopo capitolo, dall’inizio alla fine del libro.
Questo tipo di narrazione – nonostante sia ambientata ai giorni nostri – mi ha riportata un po’ indietro nel tempo, facendo riaffiorare in me la stessa piacevolissima sensazione che si prova quando si leggono quei romanzi scritti nel XIX secolo da autrici britanniche o statunitensi, dove non si ha timore di parlare anche di argomenti tristi, ma lo si fa dosando le parole con tatto e finezza… o per lo meno questo è ciò che ho provato io leggendo “Il giardino della Locanda dei libri”.

Quando ho letto la sinossi ancor prima di decidere di partecipare a questo Review Party, mi ero immaginata un libro coinvolgente e piacevole, ma non mi sarei aspettata di immergermi nella lettura in modo così leggero, spontaneo e diretto.
Ho apprezzato molto come l’autrice si sia approcciata ai personaggi e alle situazioni, come abbia deciso di intrecciarle tra loro e la maniera con cui ha descritto il tutto. Per non parlare dell’evoluzione che ha dato ad alcuni dei protagonisti.
Concludo questa mia recensione con una citazione che mi ha colpita particolarmente per il paragone che l’autrice ha trovato tra scrittura e giardinaggio, e che, ammetto, calza proprio a pennello:


«Gli scrittori seminano parole e raccolgono storie, quelli come lei piantano semi e raccolgono fiori. Per entrambi, il percorso non è sempre così lineare: a volte i personaggi si ribellano imboccando strade impervie e lo scrittore non può fare altro che assecondarli, così come la natura, a dispetto delle intenzioni del migliore dei giardinieri, improvvisa e scombina. Entrambi curate l’anima degli altri, dopo la vostra. Avete molto in comune, quindi».

Quindi non mi resta che augurarvi una Buona Lettura!! 😉
E andate a dare un'occhiata anche alle recensioni degli altri blog partecipanti.





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