[RECENSIONE] MUSSOLINI HA FATTO ANCHE COSE BUONE - FRANCESCO FILIPPI - BOLLATI BORINGHIERI


Buongiorno Sognalettori,
da oggi entra a far parte dello staff il primo blogger della nostra quota blu... Andrea C.
Avremo comunque modo di conoscerlo meglio nelle prossime settimane. Siete curiosi?
Per ora vuole restate un po' in incognito... Fateci sapere cosa ne pensate della sua prima recensione. Sostenetelo anche voi lettori! Noi del team ti diamo il benvenuto!

Il libro di cui ci parla è "Mussolini ha fatto anche cose buone" di Francesco Filippi, pubblicato dalla casa editrice Bollati Borgherini.


Francesco Filippi (1981), storico della mentalità e formatore, fa parte dell’Associazione di Promozione Sociale Deina, che organizza viaggi di memoria e percorsi formativi in collaborazione con scuole, istituti storici e università in tutta Italia.
Ha collaborato alla stesura di manuali e percorsi educativi sui temi del rapporto tra memoria e presente. Tra le sue ultime pubblicazioni Appunti di Antimafia. Breve storia delle azioni della ‘Ndrangheta e di coloro che l’hanno contrastata (con Dominella Trunfio, 2017) e Il Litorale Austriaco tra Otto e Novecento. Quanti e quali confini?, in Piacenza, Trieste, Sarajevo, un viaggio della Memoria (a cura di Carla Antonini, 2018). Presso Bollati Boringhieri è apparso Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo (2019).


IL ROMANZO


Titolo: Mussolini ha fatto anche cose buone
Autore: Francesco Filippi
Data di uscita: 7 dicembre 2018
Genere: Narrativa | Classici
Pagine: 160


Dopo oltre settant'anni dalla caduta del fascismo, mai come ora l'idra risolleva la testa, soprattutto su Internet, ma non solo. Frasi ripetute a mo' di barzelletta per anni, che parevano innocue e risibili fino a non molto tempo fa, si stanno sempre più facendo largo in Italia con tutt'altro obiettivo. E fanno presa. La storiografia ha indagato il fascismo e la figura di Mussolini in tutti i suoi dettagli e continua a farlo. Il quadro che è stato tracciato dalla grande maggioranza degli studiosi è quello di un regime dispotico, violento, miope e perlopiù incapace. L'accordo tra gli studiosi, che conoscono bene la storia, è piuttosto solido e i dati non mancano. Ma chi la storia non la conosce bene - e magari ha un'agenda politica precisa in mente - ha buon gioco a riprendere quelle antiche storielle e spacciarle per verità. È il meccanismo delle fake news, di cui tanto si parla in relazione a Internet; ma è anche il metodo propagandistico che fu tanto caro proprio ai fascisti di allora: «Dite il falso, ditelo molte volte e diventerà una verità comune». Per reagire a questo nuovo attacco non resta che la forza dello studio. Non resta che rispondere punto su punto, per mostrare la realtà storica che si cela dietro alle «sparate» della Rete. Perché una cosa è certa: Mussolini fu un pessimo amministratore, un modestissimo stratega, tutt'altro che un uomo di specchiata onestà, un economista inetto e uno spietato dittatore. Il risultato del suo regime ventennale fu un generale impoverimento della popolazione italiana, un aumento vertiginoso delle ingiustizie, la provincializzazione del paese e infine, come si sa, una guerra disastrosa. Basta un'ora per leggere questo volume, e sarà un'ora ben spesa, che darà a chiunque gli strumenti per difendersi dal rigurgito nostalgico che sta montando dentro e fuori il chiacchiericcio sguaiato dei social. Prefazione di Carlo Greppi.

Chi frequenta i social sa bene che il dibattito politico è fortemente popolato da utenti che mostrano in modo piuttosto chiaro simpatie verso regimi autoritari e/o conservatori - ad es. quello di Putin in Russia ed il trumpismo negli USA - quando non proprio verso il fu regime fascista.

Spiegare il perché questo accada potrebbe essere facile tuttavia, man mano che ci si addentra in ipotesi ed analisi, ci si rende conto facilmente di quanto sia complesso il disagio esistenziale che porta i cittadini italiani a diventare nostalgici di quel regime espressamente criminalizzato dalla nostra Costituzione.

Il libro di Francesco Filippi si inserisce nel dibattito social sul fascismo in quanto categoria storica: una serie di fatti da contestualizzare per restituire a chi non sa come siano andate le cose un'immagine quanto più fedele di quello che è stato il pane quotidiano di qualche generazione fa.

Il problema al quale Filippi tenta efficacemente di rispondere è lo stravolgimento, talvolta ingenuo altre volte consapevole, di quei fatti finché non delineano una storia che non è mai avvenuta allo scopo di intercettare l'esigenza di vedere una via d'uscita al proprio disagio presente con una soluzione apparentemente già trovata nel passato. Il risultato di tale stravolgimento è lo stillicidio di post contenenti pillole di (presunta) conoscenza ipersemplificata ma di indubbia efficacia comunicativa: il Duce mattatore di mafiosi, il fascismo umanitario nelle ex colonie, il fascismo garante di lavoro e benessere per tutti, ecc...

Questo saggio non è né un libro di storia né un manuale di sopravvivenza nella giungla gentista bensì entrambe le cose: emerge fortemente il desiderio dell'autore di sgonfiare le balle che circolano sull'argomento ed il lettore potrà da una parte sapere per filo e per segno per quale motivo è estremamente falso, ad esempio, che Mussolini abbia inventato il sistema pensionistico, dall'altra circostanziare in modo inattaccabile la replica a quell'utente che non mostra grande consapevolezza del periodo che tanto vorrebbe tornasse.

La lettura è agevole e interessante: Filippi segue un'organizzazione argomentativa fortemente dipendente dai casi tipici di falso storico che è comune trovare nel dibattito politico, non solamente nel web (sigh!).

Un lavoro pregevole, utile ed un prodotto editoriale intelligente.

Nonostante questo, sul fascismo in quanto social topic, vale la pena fare due considerazioni:
1) né i fatti storici né tantomeno questo libro riescono a risolvere il problema del revisionismo del fascismo in quanto categoria emotiva: nessuna precisazione, dato o fatto possono far cambiare idea ad un "napalm51" qualsiasi quando, convinto di trovarsi in balia dell'invasione musulmana, auspica "una passata di Mussolini" per risolvere la cosa una volta per tutte
2) E' poi lunare che l'autore, per rispondere a quei ipersemplificati e brevissimi tweet revisionisti, invece di opporre qualcosa di simile ma di "segno" opposto, abbia dovuto scrivere, per quanto breve e piacevole, un vero e proprio libro.

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