[RECENSIONE] IL GIOCO DEL MAI - JEFFERY DEAVER - RIZZOLI


Buongiorno Sognalettori,
oggi sul blog trovate la recensione di un nuovo libro firmato Deaver: si tratta di "Il gioco del mai" di Jeffery Deaver, pubblicato dalla casa editrice Rizzoli.

Jeffery Deaver è nato a Chicago nel 1950. È uno dei più grandi autori di thriller, consacrato dal pubblico mondiale con Il collezionista di ossa (2002). Tra i suoi ultimi libri, tutti editi da Rizzoli, La stanza della morte (2013), L’uomo del sole (2013), October List (2014), L’ombra del collezionista (2014), Solitude Creek (2015), Hard News (2015), Il bacio d’acciaio (2016), Menti pericolose (2016) e Il taglio di Dio (2018).



IL ROMANZO

Titolo: Il gioco del mai
Autore: Jeffery Deaver
Data di uscita: 3 Settembre 2019
Genere: Narrativa straniera | Thriller
Pagine: 560


Colter Shaw non è un poliziotto né un militare. È un tracker, un localizzatore, uno che per vivere cerca persone scomparse, a bordo di un furgone, da una parte all’altra degli States. Allenato dal padre fin da bambino a contare solo su se stesso quando lì fuori si mette male, Shaw è un vero talento nel seguire gli indizi, anche i più indecifrabili. Sa come sopravvivere in ogni situazione, anche la più estrema, perché sa quali regole rispettare e quali comportamenti non assumere. Mai. Oggi il nuovo ingaggio lo porta in California: è sparita una studentessa universitaria. Colter si mette sulle tracce del rapitore e dei suoi inquietanti messaggi che si rifanno a quelli di un popolare videogioco. Fuggi, se puoi è il primo. Ma sul sentiero di caccia cade più di una vittima e Colter viene risucchiato nel cuore nero della Silicon Valley, che non è solo ricchezza, potere, modernità scintillante. È anche un tritacarne, un ingranaggio programmato per sbriciolare chi non sa tenere il passo. È solo qui che qualcuno potrebbe concepire il gioco sadico e mortale in cui le vittime vengono lasciate in un luogo isolato, con cinque oggetti per salvarsi. Un rebus che, se non viene risolto, porta con sé l’ultimo messaggio dell’Uomo che Sussurra: Muori con dignità.


L’autore, dopo anni, esce dalla sua confort zone. Abbandona, momentaneamente, i suoi personaggi più celebri, Lincoln Rhyme e Amelia Sachs, per inventarsi un nuovo protagonista. Colter Shaw. Un investigatore molto particolare, un tracker, specializzato nella ricerca di persone scomparse. Allenato dal padre a cavarsela, fin da bambino, anche nelle situazioni più estreme, il nostro protagonista è un vero talento nel seguire ogni più piccolo indizio che lo porti alla soluzione del mistero, ma è anche un provetto nuotatore, scalatore, esperto nel combattimento, sa usare benissimo le armi...
Colter vive e si muove per tutta l’America a bordo di un furgone che usa come camper. Accetta qualsiasi incarico, ma non per la vil pecunia, o almeno questo è ciò che fa intendere, bensì per la soddisfazione di riportare a casa le vittime di rapimenti.
Nel corso della lettura intuiamo che Colter non campa, solo, del suo lavoro di investigatore, ma con altre attività di cui non si è ben capita la natura. Attorno a sé ha dei collaboratori fidati che l’aiutano nella ricerca di informazioni sulle persone scomparse.

Il caso di questo romanzo porta Colter in California, dove una studentessa universitaria, Sophie Mulliner, è scomparsa. Suo padre ha offerto una ricompensa di 10.000 dollari.
Il nostro eroe si getta sulle tracce del rapitore, seguendo dei sibillini messaggi che si rifanno a quelli di un popolare videogioco.
Il primo è: Fuggi, se puoi. In questa ricerca, Colter, vede morire diverse vittime, fino a rischiare di perdersi nel lato oscuro della Silicon Valley, il tempio sacro della tecnologia mondiale. È in questo luogo che potrebbe trovarsi Sophie, quindi il suo carnefice. Il rapitore, si scoprirà essere un sadico che ha concepito un gioco mortale in cui le vittime sono abbandonate in un luogo sperduto con a disposizione, solo, cinque oggetti per salvarsi.
Il rapitore sembra voler ricreare nella vita reale i dieci livelli de L’uomo che sussurra, un videogame andato di moda qualche anno prima.

Deaver non è la prima volta che affronta il tema dei videogiochi online e della loro trasposizione nella realtà, era già accaduto con La strada delle croci, secondo romanzo della serie su Kathryn Dance.
Deaver non ha certo bisogno di grosse presentazioni, essendo uno dei più prolifici e amati autori di thriller statunitensi. Tutti conosciamo la serie di Lincoln Rhyme, non fosse altro per il fortunato film, Il collezionista di ossa (1999), interpretato da Denzel Washington e Angelina Jolie.

Con questo nuovo romanzo, Deaver, ha cercato di stupirci, adottando nuove tipologie di indagine. Come già era accaduto con Kathryn Dance e la cinesica, la comunicazione paraverbale.
L’operazione, a mio modesto parere, è riuscita a metà.
Il thriller, tutto sommato, si regge benissimo, tuttavia è mancata quella costante tensione a cui l’autore ci aveva, ormai, abituato nei suoi precedenti lavori.
Il motivo va ricercato, forse, nelle (troppe?) digressioni riguardanti la fanciullezza del personaggio e il suo rapporto, difficile, con il padre.
Anche i continui riferimenti tecnologici, il più delle volte astrusi, rallentano la storia. Il ritmo zoppica. Manca, e mi ripeto, quella spinta propulsiva che mi fa dimenticare che sono al sicuro nel mio divano o nel mio letto.
Ciò detto, Deaver è sempre Deaver, anche con la marcia ridotta, quindi il mio consiglio è di leggere Il Gioco del mai. Non ve ne pentirete.

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