[RECENSIONE] NINFA DORMIENTE - ILARIA TUTI - LONGANESI


Buongiorno Sognalettori, è da tanto tempo che aspettavo questo momento, o meglio, l’uscita del nuovo romanzo di Ilaria Tuti. L’ho conosciuta grazie al suo primo “Fiori sopra l’inferno”, un libro che mi ha stregata, che mi ha fatto appassionare alla storia del commissario Teresa Battaglia. Oggi vi parlerò della “Ninfa Dormiente”!



Ilaria Tuti vive a Gemona del Friuli, in provincia di Udine. Da ragazzina voleva fare la fotografa, ma ha studiato Economia. Ama il mare, ma vive in montagna. Appassionata di pittura, nel tempo libero ha fatto l’illustratrice per una piccola casa editrice.
Il suo romanzo d’esordio, Fiori sopra l’inferno (Longanesi 2018), è stato un vero e proprio caso editoriale in Italia e all’estero, selezionato come Crime Book of the Month dal Times nel marzo 2019. Tra i punti di forza, un’ambientazione suggestiva e inquietante, uno stile fresco e maturo allo stesso tempo, un meccanismo narrativo impeccabile e una protagonista, Teresa Battaglia, da subito indimenticabile.

Dopo Fiori sopra l’inferno – l’esordio italiano del 2018 più amato dai lettori – torna la straordinaria Teresa Battaglia: un carattere fiero e indomito, a tratti brusco, sempre compassionevole. Torna l’ambientazione piena di suggestioni, una natura fatta di boschi e cime montuose, di valli isolate e di bellezze insospettabili. Tornano soprattutto il talento, l’immaginazione e la scrittura piena di grazia di una grande autrice.


IL ROMANZO


Titolo: Ninfa dormiente
Autore: Ilaria Tuti
Data di uscita: 27 Maggio 2019
Genere: Thriller
Pagine: 480


Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi, ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne. Violenze sepolte dal tempo e che d’improvviso riaffiorano, con la crudele perentorietà di un enigma. Ma ciò che ho di fronte è qualcosa di più cupo e più complicato di quanto mi aspettavo. Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno. Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. Ogni giorno cammino sopra l’inferno, ogni giorno l’inferno mi abita e mi divora. Perché c’è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l’ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa.


Ilaria Tuti ci riporta alle montagne del Friuli, ai suoi fiumi, boschi e ai suoi orridi, l’inverno è passato e la primavera è alle porte, una primavera però molto rigida, drammatica e misteriosa come il nuovo caso che il commissario Battaglia e l’ispettore Marini insieme alla propria squadra dovranno riuscire a risolvere. 
E’ il ritrovamento di un quadro, la Ninfa Dormiente, di uno splendore unico nel suo genere, a farci tornare ad un passato infernale, negli anni della Seconda Guerra Mondiale, quando i nazisti tedeschi facevano razzia di ebrei e non solo. Un soggetto spettacolare a mio avviso. Un’idea capace di fare scalpore, un titolo perfetto. Cercavo di osservare quel quadro con gli occhi di tutti, poterne cogliere la bellezza inerme e antica, e allo stesso tempo col timore che potesse rinascere da quel segreto d’amore che si porterà dentro per sempre.

Una storia che coinvolge molte persone. E’ la Val Resia il nuovo scenario di questo “cold case”, che separa le Alpi Giulie dalle Prealpi Giulie occidentali. 
I suoi abitanti, i Resiani, con la loro particolare cultura e tradizione ci avvolgono in un’atmosfera dal gusto leggendario, antico, mistico. Ho apprezzato molto la cura con cui l’autrice ci racconta nel dettaglio le loro usanze, ci faccia conoscere così un popolo considerato russo e sloveno ma ahimè italiano. Origini che difendono a spada tratta. 
Una valle circondata da boschi, montagne e ricordi, laggiù qualcosa di molto grave è successa anni e anni fa, quando la guerra rendeva tutti assassini giustificati. 

Ritroviamo la nostra Teresa Battaglia, una donna forte, rigida, con la corazza dura eppure morbida dentro, piena di fragilità che la vita le ha impresso nel profondo. Lei che vive per il suo lavoro e con la consapevolezza che quel male che pian piano la sta divorando non può avere la meglio, non finché tutto il suo sapere non venga tramandato alla sua squadra, non finché non riuscirà a forgiare i suoi “soldati”. La stessa che ha deciso di mettere la sua vita in un diario, per non dimenticarla, per sapere sempre cosa fare. Una lotta continua nei meandri dell’inferno, la sua, contro gli spiriti del passato e quelli del presente che sono sempre dietro le sue spalle a tenderle una trappola. Ma lei non si arrende e questo grazie anche al suo braccio destro Marini. 

“Aveva disperatamente bisogno di qualcuno che si prendesse cura di lei, di dare almeno per un attimo a qualcun altro le redini della propria vita, perché lei non ce la faceva più a governarla.”

Massimo Marini, un’altra figura che ritroviamo anche nel secondo romanzo. Lo conosciamo meglio, ci apre il suo cuore, ci fa vedere quel lato nascosto e dolce di un uomo buono e forse troppo giovane per affrontare di petto e con facilità cose più grandi di lui, ma sarà Teresa a mettergli una mano sulla spalla, a proteggerlo, come faranno a vicenda. 
Il loro è un rapporto “duramente comico”. Voglio chiamarlo così perché la durezza dei loro dialoghi sono sempre accompagnati da una buona dose di ironia, mi hanno fatto appassionare; potrei ascoltarli ogni giorno. Perché ho detto ascoltarli? Perché grazie alla maestria dell’autrice io ero lì, sulle varie scene del delitto, nelle loro case, nei loro uffici, a spiarli e a seguirli con le numerose indagini. Non ho letto questo libro, l’ho letteralmente vissuto in prima persona. 
Marini si troverà di fronte alla prova più importante della sua vita, che non ha a che fare con il suo lavoro, ma con il suo cuore. Dovrà fare i conti con i suoi scheletri nell’armadio, il suo passato che torna e con il quale ha ancora qualcosa in sospeso, che in qualche modo si legherà al vissuto del commissario. Riusciranno ad aprirsi a vicenda? A sciogliere quel ghiaccio consentito solo alle montagne? E Marini riuscirà a trovare la sua strada? 

Per via delle mie origini, ho sempre avuto una passione per il Friuli, è stato uno dei tanti motivi che mi hanno fatto conoscere Ilaria Tuti, che non vedo l’ora di conoscere anche di persona, e in questo nuovo romanzo posso dire che alcuni dei luoghi citati li ho visti con i miei occhi. Mi hanno fatto tornare alla mia infanzia, ricordo ogni minimo dettaglio, che non posso svelarvi! Grazie Ilaria per avermi dato un motivo in più per tornarci. 
Come dicevo, sono tanti i personaggi che troviamo. Alcuni già conosciuti, altri totalmente nuovi. In particolare una ragazza cieca e il suo cane. Ho apprezzato molto questi due personaggi, la trovo una scelta originale e astuta, ad ogni capitolo non vedevo l’ora di trovarli. Ci faranno scoprire un mestiere curioso, un po’ tetro, ma ricco di mistero. 
Capacità che vanno oltre la vista e che ci insegnano un’importante morale che scoprirete da soli. 
“Ninfa dormiente era nata da un ultimo soffio vitale che forse l’aveva maledetta, o forse l’aveva resa sacra.”
Un lavoro così che tu lo voglia o no sei costretta a portartelo a casa, ti terrà sveglia giorno e notte finché il caso non sarà risolto. Ti coinvolgerà talmente tanto che tutti, anche il vicino di casa potrebbe essere un testimone o un complice del delitto commesso. Il buon cittadino nasconderà segreti inconfessabili e il peggior sospettato potrebbe essere l’unico con un alibi perfetto. Questo Teresa Battaglia lo sa bene, arrivata a metà libro ero in pena per lei, ogni scoperta importante risultava essere solamente un piccolissimo tassello di quell’enorme puzzle di pezzi mancanti. Uno dei casi più difficili in assoluto, dove solo passando per l’inferno si può trovare la soluzione. 

Una descrizione paesaggistica mai mancante e allo stesso tempo mai esagerata o fastidiosa, una storia molto incalzante, appassionante, avvincente e coinvolgente, un tipo di thriller che continuerò a cercare sempre, una scrittura attenta, particolare e scorrevole, un romanzo indimenticabile, che consiglio vivamente di leggere, una conferma che non vedo l’ora di ritrovare nel prossimo romanzo! Teresa Battaglia, ti aspetto. 

“La ragazza del quadro dormiva un sonno di pace con la solennità di una principessa antica”


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