[RECENSIONE] DI CHI È QUESTO CUORE - MAURO COVACICH - LA NAVE DI TESEO


Buongiorno cari sognalettori,
oggi per me è il terzo e ultimo appuntamento con i libri protagonisti del Premio Strega 2019; proprio per questa occasione, ho voluto concludere questa avventura con un libro decisamente per persone concrete nella vita: cercherò di parlarvi “Di chi è questo cuore” di Mauro Covacich, edito da La nave di Teseo Editore…un’opera che non lascerà indifferenti nessuno.

Mauro Covacich (Trieste, 1965) è autore della raccolta di racconti La sposa (2014, finalista Premio Strega) e di numerosi romanzi, tra cui A perdifiato (2003), Fiona (2005), Prima di sparire (2008) e A nome tuo (2011), che compongono il ciclo delle stelle.
Nel 2017 ha pubblicato con La nave di Teseo La città interiore (finalista Premio Campiello). Nel 1999 l’Università di Vienna gli ha conferito l’Abraham Woursell Prize. Vive a Roma.

IL ROMANZO

Genere: Narrativa Contemporanea
Data di uscita: 7 Febbraio 2019
Prezzo cartaceo: 17,00€
Prezzo ebook: 9,99€


Una piccola anomalia cardiaca viene scoperta all'uomo che ha il nome e le sembianze dell'autore, allontanandolo da un'attività sportiva ai limiti del fanatismo e infrangendo l'illusione di un'efficienza fisica senza data di scadenza. È questo l'innesco di un romanzo sul corpo, ma soprattutto sul cuore come luogo dei sentimenti e dei destini individuali. C'è un ragazzo caduto, o forse lasciato cadere, da una finestra di un albergo di Milano durante una gita scolastica. Ci sono gli esseri umani, fragili e pieni di voglie. La solitudine e il desiderio. Ma la storia gira attorno alla relazione dell'autore con la sua compagna, alle trasferte di lavoro, alle tentazioni a cui sono esposti, alla fiducia e al sospetto di cui si nutre la convivenza. Chi è, ad esempio, quell'uomo che si infila in casa loro la notte? Una pista porterebbe nel quartiere, il Villaggio Olimpico di Roma, popolato da figure che sembrano carte dei tarocchi e che lo scrittore consulta nelle sue camminate erranti.


Ho voluto leggere questo libro inizialmente perché sono stata attirata dal titolo, ma subito dopo ho scoperto che quanto narrato in queste pagine mi ricordava e riportava alla mente la storia, anzi le storie, di alcuni conoscenti che hanno vissuto una vicenda analoga a quella del protagonista.
Mauro Covacich è, ma non è, il protagonista di questo romanzo; lo ha scritto in prima persona dove la narrazione di vari episodi privati ed intimi ci accompagna alla scoperta di alcuni frangenti di vita descritti magistralmente dall’autore.
Indipendentemente dalla trama ogni situazione è vissuta in modo totalmente condiviso con i lettori; i dettagli riportati di ogni singola situazione vengono convertiti da spicchi marginali della vicenda, a momenti importanti, in cui si viene inevitabilmente catturati e dove la storia stessa viene in qualche modo risucchiata da ciò che la circonda.
Un esempio lampante è come è stata descritta la nostra vecchia ed impegnativa Roma: pregi e difetti vengono sempre accostati a chi la alberga, dando vita a quartieri caratteristici e personaggi senza tempo.
La bravura di Mauro Covacich fa materializzare davanti a noi alcuni aspetti complessi e grotteschi che riescono a trasmettere un’emozione di “amore” verso ciò che si sente come casa propria, ci si sente romani pur abitando a centinaia di chilometri di distanza.

Un altro aspetto che mi ha particolarmente conquistata è quello psicologico: sempre presente in questo libro dove il nostro protagonista all’improvviso, a causa di una diagnosi clinica preoccupante, deve cambiare buona parte della sua vita rinunciando a qualcosa che per lui era veramente importante.
È finito il tempo dello sport a livello agonistico, riduzione drastica di ogni attività, niente più cocktail di farmaci per curare gli effetti collaterali causati da altri farmaci, un uomo ancora giovane costretto a mettere in pensione ogni “vizio” a lui caro.

Cosa cambia nella nostra testa quando il nostro cuore decide che la nostra vita non può più sostenere certi ritmi?
Tutto cambia e si dà importanza a ciò che prima per noi era irrilevante, si dà un significato alla morte che ci passa accanto senza guardarci negli occhi ma che non smette mai di farci sentire la sua opprimente presenza… per la prima volta ci poniamo il problema di non essere immortali ma assolutamente mortali; probabilmente iniziamo a vivere veramente proprio in questi momenti.
Da qui infatti aumenta la capacità invidiabile dell'autore di notare ogni cosa, il cercare sempre di immedesimarsi negli altri prima di esprimere un proprio giudizio: si inizia ad amare i difetti di chi ci sta accanto, inevitabilmente vecchi ricordi riemergono per costringerci a valutare il nostro comportamento ma soprattutto niente più è scontato e ci appare tutto necessario.

Questo libro ci metterà di fronte a delle riflessioni che spesso abbiamo sempre rimandato e ci lascerà perplessi in più occasioni, come quando si è parlato della morte cruenta di un ragazzo avvenuta a Milano nell’albergo in cui alloggiava con la sua classe.
Mauro Covacich è un giornalista che aveva ricevuto l’offerta da una testata giornalistica importante per andare a vedere il luogo dove era accaduta questa tragedia e scriverci su un bell’articolo, ma lui non sapeva se accettare perché, a differenza delle altre persone, credeva che in quella occasione la morte, in fin dei conti, potesse essere una sorte di liberazione.

“Perché non riesco a pensare a nient’altro che al sollievo di quel ragazzo”
“Ma questo non si può scrivere”

Fantastico è l’uomo grasso descritto dall’autore che di notte irrompe in casa sua lasciando una puzza di fumo fastidiosa, criticando tutte le sue scelte e impedendo così al nostro scrittore di dormire… che poi quest’uomo immaginario non è altro che il suo alter ego irriverente ma a mio avviso decisamente molto simpatico.

Chi ha letto i libri precedenti di Mauro Covacich troverà in quest’opera degli spunti interessanti e riconoscerà la continuazione di un progetto narrativo caro all’autore: io personalmente non ho trovato completamente convincente quest’opera, anche se ho apprezzato questa lettura in più tratti.

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