Buongiorno lettori, oggi vi parlerĂ² di un romanzo candidato al Premio Strega di questo 2019 e che mi ha fatto penare un po': Nero Ananas di Valerio Aiolli.
Lo
scrittore nasce a Firenze nel 1961 ed esordisce nel 1995 con una raccolta di
racconti, Male ai piedi. Il suo primo romanzo, Io e mio fratello,
pubblicato da E/O nel 1999, viene seguito da altri otto romanzi, due dei quali
pubblicati da Voland: Lo stesso vento, nel 2016 e Nero Ananas,
nel 2019.
IL ROMANZO
Genere: Narrativa Contemporanea
Data di uscita: 22 Febbraio 2019
Prezzo cartaceo: 17,00€
Prezzo ebook: -
Tutto comincia un secondo dopo il botto. Il botto che ha cambiato l'Italia, che ha chiuso l'età dell'innocenza e aperto la strategia della tensione. Il botto del 12 dicembre 1969, Piazza Fontana. Gli estremisti di destra, invisibili, si incontrano, commentano, ricordano, tramano. Un anarchico si trascina di città in città , di nazione in nazione, di sconfitta in sconfitta, in attesa del momento del riscatto. Un politico, così devoto da essere soprannominato il Pio, comincia la sua lenta ma inesorabile scalata al potere. Poi ci sono i servizi segreti che provano a capire, sapere, influenzare. E c'è un ragazzino, che quel giorno ha visto sparire sua sorella e farà di tutto per riuscire a ritrovarla. Quattro anni di destini intrecciati, di fughe, ritorni, di amore e di odio. Quattro anni incandescenti della storia d'Italia, dal 1969 al 1973.
Il
libro racconta parte degli anni di piombo dell'Italia. Inizia con la strage di
Piazza Fontana avvenuta il 12 dicembre 1969 e finisce con quella della Questura
di Milano del 17 maggio 1973. Aiolli fa parlare i personaggi che ci raccontano
delle trame sottili intessute durante quegli anni da estremisti di destra,
monarchici, servizi segreti e ci mostrano la situazione della classe politica
di quel tempo. Fa parlare chi quelle stragi le stava architettando, fa parlare
uno dei politici, il Pio, che in quel periodo inizia la sua scalata al potere e
deve fronteggiare quegli anni così difficili, che pesavano come una cappa densa
e nera sull'anima delle persone. C'è anche un bambino che fa sentire la sua
voce; ci racconta la storia della sua famiglia, le discussioni politiche tra il
padre e la sorella, le impressioni che le stragi di quegli anni avranno su di
lui e le conseguenze che si abbatteranno sulla sua famiglia.
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stato un libro difficile da leggere per me e non ho capito sino in fondo se sia
dipeso dalla scrittura di Aiolli o dal fatto che stavo attraversando un periodo
particolarmente stressante e non avevo la testa per affrontare un argomento
così impegnativo. Mi sono informata molto dopo aver finito la lettura e una
ragazza con cui ho parlato di questo libro mi ha consigliato di ascoltare su
Fahrenheit un'intervista fatta ad Aiolli. Grazie a questa intervista ho
scoperto che non si sa di preciso se gli attentatori siano davvero quelli ma
che Aiolli ha cercato di dare della storia una versione che sia la piĂ¹
probabile possibile, alla luce della conclusione dei lunghi iter processuali
riguardanti le varie stragi citate, che lasciano perĂ² aperti molti
interrogativi e non mettono un punto definitivo alla questione.
Il
tipo di lavoro che ha fatto Aiolli, dare una sua versione dei fatti tenendo
conto di tutte le informazioni a disposizione possibili, mi è piaciuto molto
perché malgrado non si possa essere sicuri che la verità raccontata in questo
libro sia quella effettiva, si puĂ² star certi che il lavoro di studio e ricerca
da lui svolto sia stato accurato e gli abbia permesso di raccontarci una
versione decisamente plausibile della storia. Anche la parte che parla della
famiglia è importante perché è lo specchio delle sensazioni, impressioni, paure
che la gente comune provava in quegli anni. Io che amo i romanzi storici che
rispettano la storia da cui prendono ispirazione, non posso che essere contenta
del rispetto che Aiolli ha mostrato nella scrittura di questo libro e che
traspare anche dall'intervista che ho ascoltato.
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ammirabile anche il fatto che abbia voluto dare visibilitĂ a una parte della
storia italiana che stiamo rischiando di dimenticare e che invece dovrebbe
essere ben presente alla nostra memoria.
Per
quanto apprezzi tutto questo, resta comunque la mia difficoltĂ nella lettura
del romanzo. In particolare c'è un fatto che l'ha resa ostica. I nomi dei
personaggi non vengono mai detti, ognuno di loro ha uno pseudonimo che lo
identifica e questo mi ha creato un po' di confusione anche perché sono una di
quelle persone che, purtroppo, non ha grandi conoscenze relative a quel periodo
e ho fatto fatica a identificare i nomi, sopratutto quelli dei politici, che
stavano dietro quegli pseudonimi. In piĂ¹ la narrazione serrata, che passava da
un personaggio all'altro mi faceva spesso perdere e ci mettevo sempre un po' a
capire di cosa si stesse parlando. Ad aumentare la mia confusione è stato
sicuramente anche il periodo particolare che stavo attraversando. Non so se
rileggendolo piĂ¹ avanti e alla luce delle informazioni di cui ora sono a
conoscenza, le mie impressioni su questo libro sarebbero diverse.
Non
posso comunque far altro che consigliarne la lettura perché è un libro che ci
parla della nostra storia con obiettivitĂ , ricordandoci fatti che sono stati
importantissimi ma che purtroppo rischiamo di dimenticare e si sa, la storia
non va mai dimenticata perché dalla storia possiamo imparare ed evitare di
commettere gli stessi sbagli commessi in passato.
Molto interessante, magari lo leggerĂ².
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