Buongiorno cari lettori sognatori; oggi riprendo con piacere a parlarvi di un libro divenuto per me oramai fonte di discussione e riflessione con mio figlio preadolescente. Avrete quindi sicuramente capito che sarà una recensione scritta con il cuore perché “Il nulla che per noi era tutto” di Andrea Conteddu, edito da BookRoad, ha lasciato nella mia famiglia degli spunti concreti su cui basare un dialogo costruttivo.
IL ROMANZO
Genere: Narrativa Contemporanea
Data di uscita: 04 Aprile 2019
Prezzo cartaceo: 12,90€
Prezzo ebook: -
Estate 1994. A Maris, paesino sulla costa centro-orientale della Sardegna, pieno di vita in estate e
desolato in inverno, Francesco, undici anni, si gode le vacanze estive in compagnia di Matteo e
Giulio, entrambi vicini di casa e suoi migliori amici. I tre affrontano le afose giornate giocando
nelle campagne arse dal sole che si estendono di fronte alle loro case.
In seguito alla morte di un turista, all’apparenza dovuta a cause naturali, giunge a Maris il signor
Pasquale, e si trasferisce in una vecchia casa abbandonata da anni che incute un certo timore a
Francesco e i suoi amici. Obbligato dai suoi genitori a dare una mano al signor Pasquale nei lavori
di casa, Francesco assiste ad avvenimenti sempre più strani e inquietanti, finché non assiste
all’apparizione del fantasma sanguinante di una bambina, la cui identità rimane avvolta nel mistero.
Francesco ricorda con un velo di malinconia l’estate di vent’anni prima trascorsa a Maris, in Sardegna, in compagnia di alcuni ragazzi che erano i suoi migliori amici, compagni di giochi e di avventure che erano sempre pronti ad ascoltare e aiutare in tutti i modi, chi di loro ne aveva bisogno.
I protagonisti di questo libro, come vedremo, sono dei preadolescenti dalla vita normale, che non avranno problemi a mostrarsi per quello che sono, con i loro pregi e i loro difetti ma senza ombra di dubbio tutti si dimostreranno coraggiosi e di buon cuore.
Vediamo ora un po’ chi sono: Francesco era un ragazzino di undici anni, molto timido e un po’ fifone. La sua famiglia non poteva considerarsi benestante ma a lui non mancava nulla, aveva una madre amorevole ed un padre sempre pronto a supportarlo e a insegnarli cos’è la vita: una vera guida per lui; Giulio invece era il ragazzo più indifeso del gruppo, abbondava con la sua stazza e per questo era spesso preso in giro da adulti e coetanei; fu abbandonato dal padre quando era molto piccolo e per questo sua madre lo aveva viziato esageratamente; Matteo era il “figo”, il più intraprendente dei tre con le ragazzine ma con un caratterino che spesso metterà lui, ma anche tutti gli altri nei guai. Purtroppo la sua situazione familiare non era affatto piacevole: aveva un padre ubriacone, molto aggressivo e violento con lui e la madre, e spesso Matteo, per evitare che se la prendesse anche la sorellina di tre anni, doveva abbassare il capo a quel prepotente; Roberta e Ilaria erano le fanciulle dell’allegra compagnia, la prima faceva perdutamente battere il cuore a Francesco mentre la seconda non riusciva a nascondere una simpatia particolare per Matteo: erano femmine, anche un po’ civettuole, ma spesso dimostravano di essere le più lucide nel prendere delle decisioni.
“Il nulla che per noi era tutto” non è solo il titolo del libro ma è ciò che rappresenta tutto il mondo per i nostri ragazzi: era la campagna sarda, quella meravigliosa macchia mediterranea, tutto ciò che potevano scrutare dalla finestra del loro cameretta e questo per dei bambini un po’ cresciuti, credetemi, è la cosa più importante perché per loro significa casa, sicurezza e tranquillità . In mezzo al loro nulla c’era “il rifugio”, un groviglio di rovi avvolto intorno a due piante di lentischio con un ampio spazio all’interno, dove i nostri protagonisti trascorrevano le ore leggendo fumetti nascosti dagli sguardi degli adulti.
Durante la lettura del libro mi è capitato spesso di pensare a Francesco e di sorridere senza accorgermene; in alcune occasioni mi ha ricordato il mio Riccardo, in particolar modo quando ha dovuto affrontare il bulletto del paese, perché mio figlio, come lui, ha avuto a che vedere con questi personaggi e come lui è riuscito ad opporsi e a ribellarsi a una situazione assurda... assurda come è il bullismo.
Sino ad ora vi ho raccontato la cornice della storia noir di questo libro ma ora vi accennerò chi renderà così avvincente questa lettura: è la presenza di Sara (specifico subito che non è Sara la fondatrice di “Diario di un sogno”), è lei che farà accapponare la pelle a tutti i nostri ragazzi, è lei che comparirà a Francesco durante le notti afose dell’estate del 1994 facendolo correre nel letto dei suoi genitori.
Sara era una presenza nella casa del Sig. Pasquale, descritto come “Divoratore di bambini inermi” ma anche “Vecchio eremita gonfio di soldi” che aveva dato un lavoro estivo da giardiniere a Francesco e che lui temeva moltissimo.
La bambina fece due passi verso di me, poi il suo sorriso pian piano si spense, i capelli sulla fronte si inzupparono di sangue che cominciò a colare, ingoiandole il viso…
Ci sono libri noir e di horror che in effetti sono troppo cruenti ma questo non lo è… anzi; quella suspense presente nel testo procura un piacevole brivido al momento giusto, quindi si riesce tranquillamente a procedere con la lettura senza alcun turbamento eccessivo ma solo con la voglia di capire come andrà a finire.
La fine mi ha completamente sorpresa e spiazzata perché, oltre a scoprire la verità , si innesca automaticamente un altro argomento molto importante da affrontare in famiglia.
A questo punto è lampante il mio consiglio di acquisto riguardo questo libro: è scritto in maniera impeccabile e la storia è straordinariamente accattivante e contemporanea.
L’autore è entrato in punta di piedi nella vita di ragazzi normali, vivi e sinceri, e ha voluto donare a noi lettori l’opportunità di essere spettatori consapevoli di fatti di cronaca nera pur essendo inventati. Ora avete qualche elemento in più sulla storia di questo libro... io vi lascio con la frase conclusiva di Francesco, ormai divenuto adulto, che finalmente capisce che era giunto il momento, il momento per i suoi:
Segreti che ora ho trovato la forza di svelare.
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