[REVIEW PARTY] IL FABBRICANTE DI SOGNI - R.M. ROMERO - DEA PLANETA LIBRI



Buongiorno Sognalettori!
È da poco iniziato il mese di Marzo, ed oggi il nostro blog partecipa ad un Review Party dedicato al libro “IL FABBRICANTE DI SOGNI” dell’autrice R.M. Romero, pubblicato in Italia dalla casa editrice DeA Planeta pochi giorni fa.
Siete curiosi? Allora tuffatevi con me tra le pagine di questo libro e lasciatemi un commento con i vostri pensieri sotto al post, grazie! 😉

R.M. Romero è un’autrice cubano-americana di origine ebraica. Vive a Miami Beach con il suo gatto nero. Quando non si dedica alla scrittura, si diverte a leggere fiabe e a cercare di studiare il polacco.

IL ROMANZO


Genere: Narrativa
Data di uscita: 26 Febbraio 2019
Prezzo cartaceo: 17,00€
Prezzo ebook: 9,99€


Karolina è una bambola che vive nella Terra incantata dei Giocattoli, almeno fino al giorno in cui una terribile guerra infrange l'idillio. Costretta a fuggire, Karolina si trova come per magia a Cracovia, nella bottega di un vecchio giocattolaio. Jozef è un uomo burbero e solitario che pensa solo per sé, ma con l'arrivo di Karolina la sua vita cambia. Nella bottega torna il sorriso e il giocattolaio, su consiglio di Karolina, si avvicina anche a un violinista ebreo e a sua figlia, per cui inizia a realizzare splendidi giocattoli. Ma, quando tutti sembrano finalmente aver trovato la felicità, l'ombra nera del nazismo si allunga su Cracovia. I nuovi amici ebrei sono in pericolo, e Jozef non intende abbandonarli per nessun motivo. Anche se questo significa sacrificare se stesso.



Cracovia, 1939. Solo chi crede nella magia può sopravvivere alla realtà.
La Terra delle Bambole è un luogo speciale e magico, che accoglie tutti i giocattoli che siano mai stati costruiti dopo che vengono lasciati da parte dai bambini a cui sono appartenuti.
Questo regno è molto vasto e lontano dal mondo degli uomini, è ricco di vegetazione e di molte meraviglie, come il piccolo cottage con le pareti di pane di zenzero e le tende fatte di fiori intrecciati dove abita la piccola bambola Karolina, il cui nome in francese significa “canzone della felicità”.
Karolina è una bambola dai luminosi occhi azzurri e dai capelli biondi raccolti in due trecce morbide, e possiede delle piccole dita rosate che lavorano velocemente: perché lei è una bambola sarta con un potere speciale, seppur piccolo, e adora confezionare abiti di ogni genere per gli altri giocattoli che vanno a trovarla a casa.

Aveva confezionato abiti da ballo di raso e panciotti di velluto, gonne che si aprivano a ventaglio come ali di una farfalla e splendide giacche con bottoni d’oro. Ma la cosa più bella era che con ago e filo Karolina cuciva desideri in ogni indumento. Ciascun desiderio era una speranza incompleta, una storia tessuta a metà che aveva bisogno di un finale. Ma Karolina non aveva il potere di esaudire i desideri che cuciva: la magia di cui disponeva non era molta.

Karolina è felice della vita che fa e, sebbene abiti da sola nel suo piccolo cottage, non soffre di solitudine perché è circondata da molti amici, né sente la nostalgia della vita che faceva prima di arrivare nella Terra delle bambole. Lei non ricorda (o non vuole ricordare?) ciò che c’era prima, chi si era preso cura di lei e a quali bambini fosse appartenuta. Lei si accontenta della sua quotidianità, a maggior ragione quando vede alcuni amici giocattoli terribilmente tristi mentre ricordano i bambini che li avevano amati e rimpiangono la vita che facevano tra le loro mani.

I bimbi a cui erano appartenuti li avevano trattati con gentilezza all’inizio, ma poi erano cresciuti, abbandonando gli affezionati compagni di gioco di un tempo a prendere polvere e muffa in cantina o sotto qualche letto. Quando il legno, i vestiti e la porcellana di cui erano fatti non erano più in grado di sostenere le loro anime, facevano ritorno alla Terra delle bambole.

Purtroppo il mondo dei giocattoli, per quanto sia bello e pacifico, non è l’unica terra di quel mondo. Al di là del mare infatti sorge la Terra delle Ombre, governata da una perfida regina con smanie di potere e popolata di grandi, ripugnanti e crudeli ratti i quali decidono di attraversare il mare per invadere la Terra delle bambole, saccheggiando, distruggendo, facendo razzie di ogni bene e seminando morte tra i giocattoli terrorizzati.

Nonostante sia piccola di statura e non possieda armi con cui difendersi, la piccola Karolina è una bambola coraggiosa e con i suoi modi garbati cerca di difendere la sua casetta fino all'ultimo. Quando però viene catturata e costretta a lavorare per i ratti oppressori, decide di fuggire nei boschi da dove nessuno ha mai fatto ritorno… ed è proprio lì che, impaurita, viene raggiunta da Dogoda, un magico vento gentile che la trasporta dove Karolina è destinata a tornare: nel mondo degli uomini!
Così al suo risveglio, la piccola bambola nota con grande stupore che il suo viso è tornato liscio ed incipriato di vernice fresca, la crepa sul suo volto è sparita e nel suo petto di legno batte un nuovo cuore di vetro, ma non è tutto! A quanto pare è capitata in un negozio di giocattoli, e sebbene sia circondata da bellissimi balocchi, solo lei è viva.

Presa alla sprovvista da questa scoperta, Karolina fa la conoscenza del Giocattolaio, Cyryl Brzezick, un uomo solitario ma gentile di mezz'età con gli occhi verdi, gli occhiali e una barba leggermente rossa, la pelle candida e le guance arrossate rigate dalle lacrime. L’uomo mormora tra sé e sé che la Grande Guerra è finita da vent'anni, che è il 1939 e ricorda a se stesso di essere a casa a Cracovia e che gli incubi appena fatti non sono reali… Mossa da compassione per quest’uomo triste, Karolina non riesce a stare ferma, inciampa ed inizia a parlargli, con enorme spavento del Giocattolaio!
Da quando in qua i giocattoli parlano e si muovono?
Ma basta poco perché la bambola riesca a conquistare la fiducia dell’uomo, il quale l’ha costruita proprio come la ricordava dai racconti della madre quand'era bambino. Karolina intuisce quindi che forse il vento l’ha trasportata non solo dove era destinata a stare, ma anche dove era già stata in passato!

La confidenza tra loro si instaura all'istante, come all'istante sboccia la simpatia e l’affetto reciproco tra il Giocattolaio e la bambola viva. Karolina così scopre che l’uomo ha una gamba di legno perché ha combattuto in guerra ma soprattutto che ha le mani d’oro nel costruire con amore i giocattoli che realizza, e sebbene ci sia molto dolore nella sua vita, sono proprio questi giocattoli che crea a dargli conforto e sollievo.

Mentre lavorava, le lacrime del Giocattolaio si placarono, e lei pensò di sapere il perché. Creare qualcosa la faceva sempre sentire meglio. Solo quando stava con le mani in mano non riusciva a scacciare le paure che minacciavano di farsi strada nel suo cuore.

Con grande curiosità, spontaneità e dolcezza, la piccola Karolina inizia a conoscere Cracovia ed il mondo degli uomini pendendo dalle labbra di Cyryl mentre soddisfa le sue curiosità con racconti e narrazioni, e la compagnia che si fanno a vicenda è di supporto per queste due anime così simili seppur in due corpi completamente diversi.
Karolina inizia piano piano ad intuire sempre di più il motivo per cui sia finita proprio in quel negozio di giocattoli, ed è felice di poter aiutare il Giocattolaio, cucendo abiti bellissimi per i nuovi balocchi, e in particolare è affascinata dalla casa delle bambole che lui sta costruendo con molta cura e minuziosità nei dettagli.

La casa delle bambole è il regalo di compleanno che il signor Jozef Trzmiel ha commissionato al giocattolaio per il 9° compleanno della figlia Rena, ed è proprio grazie a questo dono che Cyryl e Karolina fanno la conoscenza di due persone squisite e molto buone. Padre e figlia Trzmiel abitano a Kazimierz –  quartiere ebraico di Cracovia – lui polistrumentista che suona nell'orchestra sinfonica, la piccola amante del disegno ha perso la madre, ma è così dolce ed educata che si fa subito benvolere sia dal Giocattolaio che dalla bambola Karolina.
Proprio per questa simpatia, la bambola decide di rivelarle il suo segreto: di essere una bambola viva! Rena non può credere ai suoi occhi, e con lo stesso entusiasmo del significato del suo nome – “canzone della gioia” in ebraico – Rena diventa immediatamente una buona amica, una confidente ed un supporto morale per la bambola.


Purtroppo le belle cose durano poco quando la guerra e la crudeltà nazista incombono, e infatti presto con l’arrivo delle SS nella città, i Trzimiel, come le altre famiglie ebree di Cracovia, sono costretti a trasferirsi e perdono via via il lavoro, i loro averi, la libertà e la dignità. Cyryl Brzezick però non può stare con le mani in mano: decide immediatamente di fare il possibile per aiutare i loro amici, anche se rischiando grosso. E lo fa grazie ad un cavillo burocratico che gli viene proposto dai nazisti: Cyryl infatti, polacco di nascita, è anche di origine tedesca da parte di padre, e sebbene lui ripudi ogni connessione con la crudeltà dei nazisti, non ci pensa due volte ad assecondare la loro richiesta di “arruolamento” nelle liste naziste pur di ricevere delle razioni di cibo e viveri più abbondanti da offrire ai suoi amici ebrei, sperando anche di poterli aiutare maggiormente ed in segreto.


Sapeva che, registrandosi in quella lista, l’uomo avrebbe ceduto il suo nome ai tedeschi. Ma era convinta che lui fosse molto più furbo di loro: il loro cibo valeva più di un nome.
La musica, l’arte, le risate: ciascuna di quelle cose richiedeva innanzitutto una pancia piena.
E chi meritava quei regali più di Jozef e Rena?

Purtroppo non solo gli ebrei sono in pericolo, perché il segreto del Giocattolaio e della bambola Karolina viene scoperto dal crudele Erich Brandt, capitano delle SS, il quale, inspiegabilmente, pare possedere molte abilità in comune col Giocattolaio, ma non il cuore puro…


Se volete scoprire cosa capita ai protagonisti di questo libro, vi esorto a leggere “Il fabbricante di sogni” perché è un libro davvero scorrevole, toccante e dai tratti fiabeschi, pur trattando allo stesso tempo di un periodo storico terribile che è accaduto davvero.

Con una delicatezza e una sensibilità singolari, l’autrice racconta una parte di storia che ancora, dopo decenni, arriva ai giorni nostri toccando i cuori di chi non ha conosciuto il periodo di guerra, l’odio nazista e la vera e propria paura dei perseguitati e di coloro che, nonostante non fossero ebrei, hanno vissuto un periodo terribilmente doloroso e difficile, hanno patito gli stenti, la sofferenza ed i sacrifici che la guerra purtroppo porta.

Tuttavia R.M. Romero ha deciso di raccontare questa parte di passato dell’umanità attraverso un racconto parallelo e fantasioso, un racconto che vede molta più sensibilità e magia attraverso gli occhi di una bambola dal palpitante cuore di vetro e attraverso la bontà del suo creatore umano il Giocattolaio Cyryl, il quale fa davvero di tutto pur di aiutare coloro a cui vuole bene, anche rischiando la sua identità, il suo nome, la sua dignità e la sua vita per difendere un onorevole ideale.

Mi ha molto colpita ed intenerita questo doppio racconto parallelo tra il mondo dei giocattoli ed il mondo degli uomini e l’introspettività dimostrata dall'autrice – che pone al centro della storia dei temi importanti quali la guerra e lo spirito compassionevole e buono di chi fa le cose col cuore, di chi soffre ma lo fa sapendo di poter aiutare qualcuno – servendosene per tessere una trama tosta e allo stesso tempo quasi poetica. Il tatto con qui l’autrice ha affrontato il libro mi ha piacevolissimamente incuriosita e rapita pagina dopo pagina, e nonostante non siano argomenti felici (perché la guerra non lo è mai!!), le parole dell’autrice mi hanno intenerito il cuore.

Ho gioito e sofferto con i personaggi, ho sperato ed ho sognato con loro e mi piacerebbe davvero molto che anche voi lettori faceste lo stesso!

Vi auguro una buonissima lettura di “Il fabbricante di sogni” di R.M. Romero e ringrazio la casa editrice DeA Platena per aver scelto e deciso di pubblicare un libro così singolare che può arrivare dritto al cuore dei lettori di qualunque età.



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