[RECENSIONE] L'ANNUSATRICE DI LIBRI - DESY ICARDI - FAZI EDITORE


Buongiorno lettori, oggi vi parlo di un libro che ha stuzzicato la mia curiosità e che sono molto contenta di aver letto, “L'annusatrice di libri” di Desy Icardi.
Intanto però conosciamo la scrittrice.
Desy Icardi vive a Torino e lì lavora come formatrice aziendale, scrittrice, copywriter e cabarettista. Laureata al DAMS di Torino in teatro d'animazione, dal 2006 calca i palchi di cabaret e nel 2013 ha creato il blog Patataridens, il primo blog italiano dedicato alla comicità femminile.
“L'annusatrice di libri”, pubblicato da Fazi editore a febbraio, da subito ha attirato la mia attenzione sia per la trama particolare sia perché, non so voi, ma io i libri li annuso sempre.

IL ROMANZO

Genere: Narrativa Contemporanea
Data di uscita: 28 Febbraio 2019
Prezzo cartaceo: 10,00€
Prezzo ebook: 4,99€

Torino, 1957. Adelina ha quattordici anni e vive con la zia Amalia, una ricca vedova, parsimoniosa fino all'eccesso, che le dedica distratte attenzioni. Tra i banchi di scuola, la ragazza viene trattata come lo zimbello della classe: alla sua età, infatti, non è in grado di ricordare le lezioni e ha difficoltà a leggere. Il reverendo Kelley, suo severo professore, decide allora di affiancarle nello studio la brillante compagna Luisella. Se Adelina comincerà ad andare meglio a scuola, però, non sarà merito dell'aiuto dell'amica ma di un dono straordinario di cui sembra essere dotata: la capacità di leggere con l'olfatto. Questo talento, che la ragazza sperimenta tra le pagine di polverosi volumi di biblioteca, rappresenta tuttavia anche una minaccia: il padre di Luisella, un affascinante notaio implicato in traffici non sempre chiari, tenterà di servirsi di lei per decifrare il celebre manoscritto Voynich, "il codice più misterioso al mondo", scritto in una lingua incomprensibile e mai decifrato. Se l'avidità del notaio rischierà di mettere a repentaglio la vita di Adelina, l'esperienza vissuta le lascerà il piacere insaziabile per i libri e la lettura.

«Ora i volumi tutti intorno spandevano prepotentemente le loro fragranze, tra le quali prevaleva il profumo d’incenso e l’odore umido e maestoso delle cattedrali. Adelina iniziò a prendere in mano testi a caso: alcuni odoravano di rose, martirio ed estasi; altri di pane e carità; altri ancora avevano il sentore asprigno della pedanteria e l’appiccicoso aroma della retorica. Infine, l’avida lettrice decise di farsi sedurre da un altro paio di profumi: quello di un grande volume che odorava di gelsomino e un altro proveniente da un libriccino che sapeva di legno di sandalo»
Tutte le brave scolare si somigliano, ogni scolara somara è somara a modo suo.
Si apre così il libro, con questa frase, parodia dell'incipit di Anna Karenina. È il maestro, il reverendo Kelley, che si rivolge così alla nostra protagonista, Adelina.
Nata e cresciuta sulle colline del Monferrato, figlia di una famiglia diventata benestante grazie al lavoro come autotrasportatore del padre, Adelina è stata mandata a Torino per studiare in una scuola per signorine ricche e per essere protetta da eventuali pretendenti che, secondo il padre, mirano solo alla sua posizione economica.
«Questi sono i pericoli che corrono le figlie uniche», riattaccò il padre. «I mascalzoni mettono gli occhi sulla roba dei loro padri e non si fanno scrupoli. Ormai ho deciso, dopo l'estate se ne andrà a Torino da mia sorella, per studiare in una scuola per signorine, e quando tornerà con il suo bel diploma avrà l'istruzione necessaria per aiutarmi negli affari e il giudizio sufficiente per distinguere un buon partito da un pessimo soggetto come Mariolino. Se i mosconi vogliono ronzare attorno allo zucchero, io prendo tutta la zuccheriera e la chiudo nella credenza».
A Torino Adelina è quindi ospite della zia Amalia, vedova ricca ma taccagna. Una zia severa, che le impone ordine ed educazione ferrea, con scarse manifestazioni di affetto.
A scuola le cose non vanno meglio. Adelina proviene sì da una famiglia benestante ma le ragazze che frequentano l'istituto non sono solo benestanti, sono ricche. Adelina si sente molto diversa da loro, complice anche il fatto che la parsimonia della zia non le permette né di vestire in maniera ricercata, cosa che l'avrebbe aiutata a sentirsi meno diversa e inadeguata, né di condividere con loro pranzi e spuntini nei caffè.
A complicare ulteriormente le cose Adelina trova difficoltà anche nello studio e per questo viene derisa dal resto della classe. L'unica materia che non le crea problemi è la matematica ma le altre, che richiedono di leggere libri pieni di parole, la angosciano.
I numeri erano suoi amici, se ne stavano zitti e immobili sulla pagina del quaderno aspettando serenamente che lei li sommasse, sottraesse, moltiplicasse o dividesse. Le lettere stampate sui libri, invece, da qualche mese le facevano paura. Osservate una per una, le lettere erano calme e tranquille proprio come i numeri, ma una volta che si univano in parole, frasi e paragrafi, ecco che iniziavano a ballare, nascondersi e sfuggire al suo controllo.
Quindi Adelina non studia non per pigrizia o scarso impegno ma perché non riesce più a leggere. Proprio a causa di questa difficoltà, che lei tace, il reverendo Kelley, considerandola un'asina, deciderà di affiancarle Luisella come compagna di studio. Questo rapporto, inizialmente “costretto” dal reverendo Kelley, si trasformerà pian piano in un'amicizia e grazie a questo studio condiviso Adelina scoprirà la sua capacità di leggere annusando i libri.   
Da qui inizieremo a conoscere anche gli altri personaggi che ci accompagneranno lungo il corso di tutto il libro.
Incontreremo il Signor Legnano, un uomo affascinante ma ambiguo, padre di Adelina, notaio e appassionato di testi antichi e scrittura in codice, passione che condivide con il professor Kelley. Incontreremo Matilde, governante misteriosa a casa dei Legnano. Incontreremo l'avvocato Ferro, un omino bizzarro e in là con gli anni, che farà scoprire ad Adelina la magia dei libri.
Impareremo a conoscere meglio l'austera zia Amalia, ripercorrendo la sua vita passata e le circostanze che l'hanno fatta diventare la signora Peyran, conosceremo meglio anche il reverendo Kelley, che dimostrerà di avere dei lati nascosti insospettabili, ci chiederemo perché Luisella non parli mai della sua mamma e seguiremo Adelina in un'avventura che la metterà in pericolo, proprio a causa del suo “dono”. Di chi ci possiamo fidare? Da chi dobbiamo diffidare? E quel dono è davvero tale?

A dire la verità, temevo che questo libro mi avrebbe deluso perché ha tanti elementi che a me interessano ma che trattati nel modo sbagliato potevano farmelo odiare. Invece la scrittura scorrevole e la storia interessante me l'hanno fatto apprezzare enormemente.
C'è un'altra cosa che per me è stata molto importante: quando viene citato nei libri qualcosa di realmente esistito o esistente io vado subito a controllare che le cose raccontate siano fedeli. Lo faccio perché sono convinta che si possa sempre imparare qualcosa da ogni libro che leggiamo. Per poter imparare davvero però, è necessario che le informazioni che ci vengono date siano corrette. Per questo sono andata a verificare, per esempio, l'esistenza della leggenda di Santa Bibliana. In questo caso la leggenda è stata creata ad hoc per il libro e mi è piaciuta molto la storia della sua scoperta e il modo in cui è stata collegata agli avvenimenti raccontati.
Ho controllato anche le informazioni sulla griglia di Cardano, che si sono rivelate corrette, come anche le informazioni storiche riguardanti il manoscritto Voynich.
La lettura di questo libro è stata un balsamo per me, anche quando tornavo a casa stanchissima la sera sentivo che mi chiamava, che dovevo leggere almeno qualche pagina prima di crollare.
Mi è piaciuto il modo in cui la scrittrice ha caratterizzato i suoi personaggi. Di alcuni ci viene raccontata la storia per intero, di altri piccoli spezzoni di vita passata, però tutte le informazioni che ci vengono date sono utili per comprendere al meglio i motivi del loro essere così come sono.
Solo due cose non mi hanno convinto molto. L'estrema ingenuità di Adelina e il comportamento di zia Amalia che a un certo punto del racconto ho reputato anche in questo caso, troppo ingenuo e un po' forzato, vista sopratutto la caratterizzazione estremamente rigida e sospettosa che ne era stata data sino a quel momento. Fortunatamente zia Amalia si riprende verso la fine e torna ad essere coerente con se stessa.

Vorrei dire di più ma corro il rischio di svelare delle cose che siete voi a dover scoprire. Iniziate la lettura di questo libro e perdetevi tra i suoi misteri. Seguite Adelina tra le pagine di quei romanzi che lei scopre attraverso gli odori, e immaginate di sentire anche voi quelli dei libri che avete letto. Io immagino l'odore di una pipa in Baker Street, quello del mare tra le pagine del conte di Montecristo, i profumi speziati e avvolgenti che prendono vita ascoltando Sherazade, quello caldo del cioccolato della fabbrica del signor Wonka. E invece la paura che odore ha? E la felicità?
E ditemi, dopo aver letto questo libro, quali sono gli odori che avete sentito qua?

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