[RECENSIONE] NON SONO UN MOSTRO - CARME CHAPARRO - SEM EDITORE


Buongiorno carissimi lettori, oggi vi parlerò di un libro che mi ha completamente spiazzato; è un thriller ad alta tensione emotiva intitolato “Non sono un mostro” di Carme Chaparro, edito da SEM Società Editrice Milanese.

IL ROMANZO

Genere: Thriller
Data di uscita: 09 Novembre 2017
Prezzo cartaceo: 19,00€
Prezzo ebook: 7,99€

n un centro commerciale di Madrid, nel mezzo della confusione di un pomeriggio di acquisti, qualcuno osserva i bambini che giocano. Sarebbe facile sceglierne uno e rapirlo. Molto facile, se solo la mamma si allontanasse... Ecco, una mamma si distrae. Per un attimo lascia la mano del suo piccolo per guardare una vetrina. Abiti colorati, scarpe meravigliose. È lontana. Quanto basta. Al mostro bastano pochi secondi. Qui inizia l'incubo, all'improvviso. Eppure c'è qualcosa di peggio d'un incubo che ha per involontario protagonista un bambino indifeso. È quando lo stesso incubo si ripete a distanza di tempo. Prima uno, poi un altro... Non c'è nemmeno il tempo di respirare per i personaggi principali di questo thriller: Ana Arén, ispettore di polizia, e Ines Grau, giornalista e scrittrice, sprofondano in un'indagine ad alta tensione che le vede allo stesso tempo predatrici e prede.


Ho esordito scrivendo le parole “alta tensione emotiva”: è un mix di vocaboli forti che rendono l’idea di quanta adrenalina possa entrare in circolo nel corpo di un lettore quando si trova davanti a un thriller che non lascia tempo per far altro se non leggere, leggere e leggere sino all’ultima riga dell’ultima pagina.
Prima di tutto ci sono degli elementi che sin da subito mi hanno fatto capire che questa sarebbe stata una lettura entusiasmante: il contesto, le vittime e un epilogo inimmaginabile. Una fine che mi ha “stravolto”, lasciandomi interdetta per qualche minuto; infatti, la prima cosa che ho fatto è stata quella di rileggere con attenzione subito le “fatidiche pagine” per rendermi conto se avessi compreso bene tutto.
Siamo in Spagna. la vicenda si svolge principalmente a Madrid con qualche piccola trasferta a Barcellona, dove la nostra super protagonista Ana Arén, Ispettore capo al comando del gruppo minorile del Servicio de Atenciòn a la Familla, avrà modo di imbattersi in un caso difficile dove il tempo si presentava come un ostacolo insormontabile: più passava tempo per la soluzione dell’indagine e più alte erano le probabilità di trovare la vittima priva di vita, e questo a lei era ben chiaro. 
Ana è una donna molto attraente, istintiva e passionale ma al contempo dotata di una capacità innata di entrare subito in empatia con le vittime assumendo un comportamento conciliante e persuasivo. Sin dai primi anni di lavoro in polizia ha dovuto dimostrare agli altri di essere brava, di essere assolutamente più brava di tanti suoi colleghi maschi sempre pronti a rinfacciarle tutti gli sbagli commessi. Questo è uno dei motivi per cui Ana non era riuscita a superare un “fallimento” in un caso difficile che aveva visto come protagonista un bambino, e nonostante fosse passato del tempo non si era ancora perdonata per quanto fosse accaduto; non c’era giorno in cui non facesse i conti nella sua testa e nel suo cuore con un dolore straziante che la perseguitava, quasi come il ritrovamento del cadavere in putrefazione di suo padre, avvenuto anni prima. Ora Ana Arén viveva un presente ingombrante che metteva a dura prova i suoi nervi e la sua professionalità.
Era tutto tranquillo. Sembrava un pomeriggio qualsiasi in uno di quei posti noiosi … centri commerciali affollati di periferia. In pochi sapevano cos’era appena accaduto
Inizia proprio così questa vicenda che inchioderà alla poltrona i lettori: con la sparizione di un bambino di 4/5 anni che per un solo istante è fuggito al controllo attento della madre; questo è l’incubo di noi genitori e proprio per questo mentre leggevo, parte di me riviveva un periodo della mia vita in cui la manina di mio figlio sembrava incollata alla mia con del mastice ogni qualvolta si decideva di andare in luoghi affollati.
Una domenica mattina, davanti ad una vetrina di giocattoli di un centro commerciale, spariva un bambino di nome Kike, rapito da un maniaco soprannominato Slenderman, che aveva già colpito due anni prima e che la nostra Ana Arén non era riuscita a catturare; quella volta non era riuscita a ritrovare Nicolàs e per questo non aveva avuto più il coraggio e la forza di passare davanti alla casa dei genitori del bimbo, i quali avevano tanto creduto nelle sue capacità investigative. Tutto si stava riproponendo e il nostro Ispettore capo brancolava nuovamente nel buio con una fottuta paura di fallire nuovamente.

In questo libro ci sono altri personaggi che nella storia ci appassioneranno molto e che hanno un ruolo fondamentale durante l’evolversi delle indagini: Ines Grau è la famosa scrittrice e giornalista di una rete televisiva spagnola, mamma single e cara amica di Ana; Joan invece è un collaboratore misterioso che partecipa alle indagini in incognito, in quanto le sue operazioni di hackeraggio non sono proprio legali ma che avranno nel corso della storia un ruolo importantissimo e poi lui, aitante uomo latino, è amante del nostro ispettore capo.
Javier Nori è il vice ispettore che collabora con Ana, il suo braccio destro nonché caro amico da diversi anni: senza di lui Ana non avrebbe mai superato l’insuccesso delle indagini precedenti legate al caso della sparizione del primo bambino. Esiste però un altro personaggio che mi è piaciuto moltissimo che è la signora Laura, una dinamica vecchietta spacciatrice di tranquillanti che è riuscita grazie a Joan a uscire da un esaurimento nervoso dopo la morte del marito. Proprio grazie a un suo suggerimento il nostro hacker riuscirà a mettere a punto un programma atto all'individuazione del serial killer; la signora Laura non ha un ruolo rilevante nella storia ma risulta particolarmente simpatica e singolare, in quanto la sua presenza ci strapperà un sorriso per qualche istante e ci libererà la mente da un susseguirsi di eventi a dir poco pressanti.

E’ difficile parlare di questo libro senza che l’entusiasmo mi porti a spoilerare qualcosa, però purtroppo posso dirvi che i colpi di scena presenti a volte non saranno piacevoli, ci faranno riflettere perché in fondo, la storia presentata non è assolutamente pura fantasia ma ci rimanderà più volte a dei fatti di cronaca italiani realmente accaduti e soprattutto uno fra tutti che ancora oggi ci fa accapponare la pelle.
L’autrice è stata superlativa perché è riuscita a farmi rivivere personalmente tutto ciò che stava accadendo nel libro come se ogni scena si ripresentasse davanti ai miei occhi: durante la lettura stavo assistendo al dolore provato dei familiari, al senso di impotenza degli investigatori, alla tensione emotiva che ogni personaggio in base al proprio ruolo esprimeva nei confronti della vicenda. Mi sono trovata alla fine del libro con tanti pensieri che vagavano nella mia testa per quanto avevo letto sino a pochi attimi prima, ed è per questo che ora ho voluto assolutamente iniziare un altro libro di Charme Chaparro intitolato “La chimica dell’odio” dove la nostra protagonista è sempre lei … Ana Arén.
Non sono un mostro… libro promosso a pieni voti.

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