Buongiorno Sognalettori, oggi io e Alessandra vi parliamo di una lettura che ci ha colpito positivamente, stiamo parlando di Inganno, un noir a cui diamo un 100% convintissimo soprattutto per il finale.
IL ROMANZO
Genere: Thriller
Data di uscita: 18 Ottobre 2018
Prezzo cartaceo: 18,00€
Prezzo ebook: 7,99€
La detective Karen Eiken Hornby si sveglia in una stanza d’albergo senza ricordare molto della sera precedente: ha bevuto troppo. Nel letto, accanto a lei, c’è un uomo che dorme profondamente e non dovrebbe essere lì. È il suo capo, Jounas Smeed, comandante della divisione crimini della polizia di Doggerland. Karen pensa che dovrebbe decidersi a cambiare abitudini e darsi una regolata, anche perché la vita le ha già fatto pagare un conto salato. Troppo salato. È un pensiero che la tormentata detective ha spesso e che le si ripresenta con forza quando riceve l’incarico di indagare su un efferato omicidio. La vittima, infatti, è Susanne Smeed, proprio l’ex moglie del suo ultimo amante.
Karen Eiken Hornby è tornata a Doggerland per dimenticare il suo passato. Ci prova con l’aiuto dell’alcol, del suo impegnativo lavoro, e di uomini che non le piacciono. Ora però è obbligata a fare i conti con i propri errori e quelli degli altri.
Bestseller scandinavo, in corso di pubblicazione in molti paesi, Inganno è il primo, sorprendente capitolo di una serie di noir ambientati a Doggerland, un arcipelago immaginario situato tra la Gran Bretagna e la Scandinavia, nel Mare del Nord. Le isole, Heimö, Noorö e Frisel, rappresentano ciò che rimane della massa continentale che univa le terre britanniche e il continente europeo.
Iniziamo con il collocare il favoloso noir di Maria Adolfsson inquadrandolo stilisticamente. E non si può non farlo senza comprendere l’origine di questa particolare autrice, pazza ma geniale, ossia la Svezia. Ogni thriller, ogni noir ambientato nei paesi nordici e ancor più in quelli scandinavi, rappresenta e racconta le contraddizioni di una società altamente civilizzata ma che nonostante la sua apparente perfezione, tende a nascondere e ignorare le proprie contraddizioni sociali e interne. Che il tenore di vita di questi paesi sia di alto livello è indubbio. Diritti civili, economia, scuole, sistema pensionistico e innovazioni sociali, pari diritti, sono sicuramente invidiabili e idealizzate. L’observer definisce addirittura la Svezia come l’unico stato in cui i contribuenti non solo pagano le tasse ma sono ben felici di pagarle. Vantano il sistema scolastico più all'avanguardia, esempi di società laiche, multiculturali, moderne, industriali e invidiate da tutti, parità di genere più intensiva del mondo, uomini più longevi. Insomma veri e propri paradisi. Ma, e c’è sempre un ma in agguato, ogni idilliaca realtà conserva e forse nasconde un forte lato oscuro portato alla ribalta dal giornalista Michal Booth, nel suo libro “The almost nearly perfect people”.
Si scopre che in fondo, anche la società apparentemente perfetta soffre degli gli stessi problemi di cui oggi soffriamo noi. Consumo eccessivo di antidepressivi, crimini sessuali, marcio nascosto sotto un certo perbenismo borghese maturato in contesti di alto livello sociale e economico; ecco il volto oscuro di un paese troppo spesso protagonista di agiografie irreali.
E sono proprio questi i temi affrontati dalla nostro noir. Inganno è quindi prodotto proprio di un determinato mondo, spesso considerato un eden ma a conti fatti, ancora più ricco di pericoli delle grandi metropoli. Sono quindi le antinomie che vengono poste sotto i riflettori, e sono solo “le scorie” prodotte dal benessere: a ogni traguardo, a ogni salita, si affianca la caduta e la decadenza, perché quando si toccano alti livelli l’abisso è più suadente e più visibile. Nonostante si tenti di nascondere i piccoli scandali, le problematiche etiche e morali sotto il tappeto, esse prima o poi decidono di mostrarsi al pubblico e lo fanno con l’atto criminoso più terrificante: l’omicidio. La vittima è l’ex moglie di un rampollo della buona società scandinava e sopratutto comandante della divisione crimini della polizia di Doggerland. E sarà proprio lei a dover scagionare il suo superiore dall'accusa di omicidio (il classico schema dell’ex marito frustrato dalle richieste di una moglie esosa e capricciosa) ma anche a sbrogliare una matassa ingarbugliata che ha le sue radici in un lontano passato. Ed è questo passato, ribelle, dal sapore squisitamente hippy che rappresenta proprio quel rifiuto della modernità e del progresso che è alla fonte delle contraddizioni che ho appena descritto e che fanno dell’ambientazione della Adolfsson il perfetto teatro dei drammi umani, delle peggiori perversioni e dei peggiori vizi. Tradimenti, ipocrisie, crudeltà psicologiche, frustrazione, volontà di riscatto e anche imprenditori senza scrupoli contribuiscono a creare le basi affinché crimini e voglia di rivalsa assumano il colore della sopraffazione. Nulla sarà come appare, tutto si ribalterà fino all'ultima sofferta pagina, quando una verità dal sapore ingannevole e amaro sconvolgerà non solo gli equilibri personali dei protagonisti, ma anche la visione di una società pacifica, sonnacchiosa e quasi irreale.
Questa parte di Heimö, l’alto crinale che corre verso nord, il fiumiciattolo che serpeggia mormorando in direzione del mare, i ponti di pietra che si ergono sulle strade tortuose, i colli ricoperti di erica, è tutto profondamente inciso dentro di lei fin dall'infanzia. Ora, però, osserva l’ambiente con uno sguardo diverso, senza vederne la bellezza o percepirne la tranquillità .
Ciò che rende claustrofobico il libro è sicuramente la scelta stilistica di ambientarlo in un arcipelago immaginario, il Doggerland appunto situato a cavallo di due mondi distati e uniti dalla stessa scabrosa volontà di nascondere gli scandali (ossia gran Bretagna e il mare del nord). Questa scelta ha una certa rilevanza non solo sulla trama ma anche sul messaggio che l’autrice vuole lanciare: ossia che ogni città non è il posto felice che vogliamo o che ci serve immaginare. I devianti, i crimini, gli stupri e gli omicidi sono gli indicatori di una società malata, a rischio e disarmonica. Le problematiche scandinave o nordiche sono l’esacerbazione di quel sistema malato fatto di azioni irresponsabili frutto di un’errata visione dell’essere umano, troppo spesso sacrificato al nostro particolare fine e non è mai un fine altruistico. Persino la descrizione del passato dei Doggerland, caratterizzato dall'utopia hippy (l’elemento chiave del libro, ma non vi svelo nulla) non è che il tentativo di alcuni soggetti egoisti di farsi scudo di un ideale per poter saziare i più biechi istinti. E la Dogerland descritta dall'autrice non rappresenta solo la problematica scandinava che ho sopra descritto, ma al tempo stesso sono tutti i paesi che si perdono e soffocano con le loro contraddizioni.
I buoni e i cattivi si confondono e tutto diviene evanescente e di reale esiste solo il dolore che come una nebbia avvolge tutto e resta appiccicata sulla pelle. I protagonisti stessi sembrano usciti da una zona oscura, pericolosa, ognuno con le proprie debolezze con delle sofferenze acute che ne fanno si eroi ma eroi più colorati di grigio che brillanti e puri come tanti eroi dei libri di oggi. Eppure forse per le loro fragilità , perfettamente caratterizzate dalla penna ironica e cruda dell’autrice, si avverte da subito una grande empatia sia con Karen, con la “vittima” Susanne (donna inaridita e resa psicotica dall'incapacità di affrontare le difficoltà del vivere) sia con Jounas Smeed, cosi duro e al tempo stesso cosi stanco, cosi incapace a trovare un equilibrio tra ciò che ha bisogno di essere e ciò che rappresenta per la comunità . Altri personaggi minori, dalla forza incredibile si muovono, lasciando in questo noir un senso di dolcezza amara, di malinconia e persino di compassione per i destini intrecciati da un unico filo: la sofferenza.
È un noir profondamente umano, ed è forse questo il segreto che lo rende attraente, trascinante in grado di tenere il lettore incollato alle pagine, curioso di andare fino in fondo, e la conclusione non calmerà solo la vostra sete di curiosità , sarà destabilizzante, mettendo le vostre certezze in discussione. Del resto vi ho avvertito, nulla è come appare.
Stasera le è uscito tutto, tutto quello che aveva tenuto chiuso dentro, in anni di dolore. Tutta la verità che solo sua madre conosce, tutto ciò che i suoi amici più intimi sanno solo in parte, e in parte intuiscono, ma che hanno imparato a non chiedere.
Consigliatissimo. Una vera perla.
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