Buongiorno Sognalettori, oggi il blog si tuffa in un ambiente nuovo, affascinante e ricco di miti e leggende, e lo fa in compagnia del romanzo di Linda Lercari, “Kaijin: L’ombra di cenere”. La nostra tappa introdurrà e spiegherà la figura del samurai, il valoroso e fedele guerriere giapponese.
IL ROMANZO
Genere: Narrativa
Data di uscita: 10 Settembre 2018
Prezzo cartaceo: 15,00€
Prezzo ebook: -
Giappone - periodo Kamakura, anno 1330. Le parole che il fedelissimo samurai Haka mormora sul letto di morte sono un enigma e diventano un tarlo che rode la mente del suo signore. Alla ricerca di indizi che possano far luce sul mistero, Momokushi ripercorre la storia dell'amicizia con l'amico e guerriero, scavando nel passato e visitando i luoghi che sono stati testimoni delle loro imprese di gioventù. Ma ciò che Haka ha mantenuto celato per oltre cinquant'anni non è solo un segreto in grado di sconvolgere una vita, ma anche la più struggente dichiarazione d'amore che un essere umano possa lasciare in dono.
Il romanzo ripercorre la storia dell'amicizia tra Momokushi, e l'amico e guerriero Hakashinjitsu.
Momokushi, il signore del castello, ha salvato Haka dalla strada, donandogli una vita ricca e piena di grandi imprese, plasmandolo per farne un valoroso guerriero e un samurai rispettabile.
Ma chi sono i samurai?
Etimologicamente, la parola deriva dal verbo saburau, che significa servire, tenersi a lato e tradotto letteralmente, vuol dire colui che serve.
I Samurai nascono nel periodo del Giappone feudale; inizialmente semplici soldati di guardia al palazzo imperiale, in seguito, si evolvono per diventare una delle principali caste aristocratiche, istruite all'arte della guerra attraverso le arti marziali e la pratica dello zen.
Durante il periodo Kamakura, tra il 1185 e il 1333, esisteva una dura gerarchia militare. In cima vi era lo shogun, subito dopo vi erano i gokenin, vassalli privilegiati che avevano avuto cariche pubbliche e avevano notevoli privilegi economici. Nella piramide delle caste militari sotto ai gokein si trovano i samurai, guerrieri fedeli, dotati di armi e seguaci dello shogun.
Le loro armature, chiamate Yoroi, erano molto particolari ed elaborate ed erano composte da parti che davano protezione alla testa, alle spalle, alle braccia e al busto ma la loro particolarità risiedeva nelle armi e in particolare nella Katana; la leggenda narra infatti che proprio in questa spada risieda l’anima del samurai.
I Samurai erano soprattutto uomini fedeli che seguivano un preciso codice d’onore, chiamato Bushido, (tradotto, la via del guerriero) un insieme di regole e comportamenti da seguire non solo in battaglia ma anche nella vita, che rappresentavano appunto, l’ideale cavalleresco del guerriero.
Punto principale del Bushido era l’assoluta fedeltà al padrone e il mantenimento del proprio onore, il disonore non era contemplato e se un samurai si macchiava di una colpa grave, spesso si ricorreva al seppuku o harakiri, una sorta di suicidio rituale.
Il seppuku, letteralmente aprirsi il ventre, (luogo in cui secondo la cultura giapponese, l’anima e i sentimenti si incontrano) avveniva sotto la vigilanza di un padrino e veniva praticato da molti samurai anche in caso di morte del proprio signore, per evitare di diventare così un Ronin, cioè un uomo libero da vicoli, senza un signore da servire.
Al Bushido è strettamente collegato il fiore di ciliegio o Sakura, che durante il romanzo viene spesso nominato, e che simboleggia le qualità del samurai: la purezza, la lealtà , l’onesta e il coraggio.
In seguito all'ordine di un imperatore di far seppellire i samurai caduti in una battaglia sotto gli alberi di ciliegio, il sangue dei corpi penetrò nella terra e venne assorbito dalle radici degli alberi, in questo modo i petali divennero rosa, dal colore del sangue di quei nobili guerrieri.
Il fiore del ciliegio rappresenta l’immagine di una morte ideale, così come il sakura, fragile e delicato, nel pieno del suo splendore muore lasciando il ramo, così il samurai, è pronto a lasciare la propria vita in battaglia, nel rispetto del Bushido e dei suoi ideali.
Momokushi, il signore del castello, ha salvato Haka dalla strada, donandogli una vita ricca e piena di grandi imprese, plasmandolo per farne un valoroso guerriero e un samurai rispettabile.
Ma chi sono i samurai?
Etimologicamente, la parola deriva dal verbo saburau, che significa servire, tenersi a lato e tradotto letteralmente, vuol dire colui che serve.
I Samurai nascono nel periodo del Giappone feudale; inizialmente semplici soldati di guardia al palazzo imperiale, in seguito, si evolvono per diventare una delle principali caste aristocratiche, istruite all'arte della guerra attraverso le arti marziali e la pratica dello zen.
Durante il periodo Kamakura, tra il 1185 e il 1333, esisteva una dura gerarchia militare. In cima vi era lo shogun, subito dopo vi erano i gokenin, vassalli privilegiati che avevano avuto cariche pubbliche e avevano notevoli privilegi economici. Nella piramide delle caste militari sotto ai gokein si trovano i samurai, guerrieri fedeli, dotati di armi e seguaci dello shogun.
Le loro armature, chiamate Yoroi, erano molto particolari ed elaborate ed erano composte da parti che davano protezione alla testa, alle spalle, alle braccia e al busto ma la loro particolarità risiedeva nelle armi e in particolare nella Katana; la leggenda narra infatti che proprio in questa spada risieda l’anima del samurai.
I Samurai erano soprattutto uomini fedeli che seguivano un preciso codice d’onore, chiamato Bushido, (tradotto, la via del guerriero) un insieme di regole e comportamenti da seguire non solo in battaglia ma anche nella vita, che rappresentavano appunto, l’ideale cavalleresco del guerriero.
Punto principale del Bushido era l’assoluta fedeltà al padrone e il mantenimento del proprio onore, il disonore non era contemplato e se un samurai si macchiava di una colpa grave, spesso si ricorreva al seppuku o harakiri, una sorta di suicidio rituale.
Il seppuku, letteralmente aprirsi il ventre, (luogo in cui secondo la cultura giapponese, l’anima e i sentimenti si incontrano) avveniva sotto la vigilanza di un padrino e veniva praticato da molti samurai anche in caso di morte del proprio signore, per evitare di diventare così un Ronin, cioè un uomo libero da vicoli, senza un signore da servire.
Al Bushido è strettamente collegato il fiore di ciliegio o Sakura, che durante il romanzo viene spesso nominato, e che simboleggia le qualità del samurai: la purezza, la lealtà , l’onesta e il coraggio.
Tra i fiori il ciliegio. Tra gli uomini il guerriero. (detto giapponese)Una leggenda narra che il colore dei fiori del ciliegio in origine era di un bianco candido.
In seguito all'ordine di un imperatore di far seppellire i samurai caduti in una battaglia sotto gli alberi di ciliegio, il sangue dei corpi penetrò nella terra e venne assorbito dalle radici degli alberi, in questo modo i petali divennero rosa, dal colore del sangue di quei nobili guerrieri.
Il fiore del ciliegio rappresenta l’immagine di una morte ideale, così come il sakura, fragile e delicato, nel pieno del suo splendore muore lasciando il ramo, così il samurai, è pronto a lasciare la propria vita in battaglia, nel rispetto del Bushido e dei suoi ideali.
Oggi della figura del samurai rimane l’ideologia: il concetto di fedeltà , lealtà e dovere, sono ancora molto sentiti dal popolo giapponese.
È stata una ricerca intensa e affascinate ma spero di aver assolto bene il mio compito, dandovi un quadro generale sulle principali caratteristiche di questa figura; è un mondo particolare, quasi mistico, che senza alcun dubbio porta a riflettere su concetti che nella società odierna, soprattutto quella occidentale, hanno perso valore.
Vi do appuntamento a domani, tra le pagine di Thriller storici e dintorni per un approfondimento sulle armi dell’epoca… continuate a seguirci!!!
Nessun commento