[BLOG TOUR] TU SEI PARTE DI ME - Garzanti - "Adua"- #CARMELASCOTTI


Buongiorno cari Sognalettori, prosegue il blogtour dedicato al romanzo "Tu sei parte di me" edito Garzanti in uscita il 15 novembre, oggi tocca a me parlarvi dell'autrice Carmela Scotti, e lo faccio con grande entusiasmo! 
Quando ho iniziato a leggere “Adua”, ho dovuto soffermarmi più a lungo sulle prime righe, cercavo di capire chi stesse raccontando, c'era qualcosa di contraddittorio man mano che andavo avanti. Ho immaginato una madre e la sua bimba, per la precisione una mamma che si perdeva nello sguardo trasognato di sua figlia mentre le raccontava le sue fiabe preferite in una fredda stanza di ospedale. Invece, era l'esatto contrario. 
Un matrimonio nato da un dispetto, un uomo proveniente da una famiglia benestante che per fare un torto al padre sposa una ragazza di campagna, Adua. In quanto all'amore: non pervenuto, sarebbe la dicitura giusta all'interno di quelle finte fedi che ha unito entrambi sull'altare. Solo disprezzo, questo provava per lei suo marito, Adua invece aveva sempre creduto l'avesse sposata per amore. 
Una ragazza solare, piena di vita, amava giocare con la figlia. Facevano capriole insieme, si rincorrevano, ballavano, a volte non si capiva chi fosse la bambina tra le due. Come può da un momento all'altro invertirsi questo ruolo? Come, una bambina di appena dieci anni si ritrova a dover accudire la propria mamma, ad essere lei la più grande?
"Adua non c'era più, non più nella forma di madre a cui ogni bambina avrebbe diritto, con le dita dolci di carezze e frenetiche di giochi, con le labbra adatte ai baci necessari a sopravvivere."
Accade così. Accade questo quando un uomo vuole sbarazzarsi di una figura per lui ingombrante senza passare per responsabile. Esistono uomini che presi dall'ira, essa insensata e sintomo di mentalità disturbata a parer mio, decidono di picchiare la propria donna, ferirla nelle parti più delicate del suo corpo e addirittura ucciderle. Sono bestie, della peggior razza. Ma esistono anche quei mariti, quegli uomini che per non sporcarsi le mani agiscono da dentro, ti rubano l'anima, ti fanno uscire di senno, e lo fanno con una facilità quasi incredibile, come parassiti che si insinuano nelle orecchie e salgono fino al cervello, per distruggerlo. La cosa peggiore è che nel frattempo tradiscono. Sfruttano un'altra donna, che troppo ingenua o forse già vittima del piano diabolico di un abile menzognero, non si accorgono. 
Questo accade ad Adua. Ma la cosa ancora più impensabile, che fa orrore, pena, che infastidisce ancora di più è che quell'essere inumano usa la figlia come strumento del proprio omicidio psicologico. Sangue del suo sangue. 
I bambini hanno un'innata intelligenza a volte, arrivano ancora prima degli adulti in certi aspetti della vita, come la bontà, l'amicizia, l'aiutare il più debole e così via. Proprio per questo può essere usato contro di loro. Chiedi ad un bambino di giocare con la propria mamma, di scherzare con lei, così sorride, così è felice, ma soprattutto quando è il proprio padre a chiederlo, chi direbbe di no? Chi non sarebbe entusiasta e non salterebbe di gioia? 
Adua aveva la passione per la danza, ma non ha mai potuto studiare, i suoi non potevano permetterselo. Le venne regalato un tutù con le ali di cartapesta e da quel giorno non ha mai smesso di volare, mai. Lei e sua figlia, bambine insieme. Questo infastidiva suo marito. 
Chi ci racconta questa storia è una bambina, che chiama per nome sua madre e compra per lei delle fiabe da leggerle come se fosse la prima volta. Ci racconta di lei in un modo molto particolare, anche durante quei giorni, quando Adua è cambiata, piano piano... anche a causa sua. Lei era colpevole. Lei che fissava sua madre priva di senno su un letto di una clinica specializzava, era colpevole: di averla fatta tornare bambina, di aver aiutato il padre a sbarazzarsene facendola impazzire giorno per giorno con ridicoli scherzi, prendendosi gioco della sua poca maturità. Lei era colpevole e questo l'ha segnata nel profondo. Colpevole di aver creduto per troppo tempo di far felice sua madre. Mentre Adua tornava piccola, lei cresceva velocemente, e soprattutto quando ad un certo punto gliel'hanno portata via. Quando quella casa, in cui giocavano allegramente è diventata fredda e silenziosa. Un'infanzia rotta all'improvviso, due vite spezzate per sempre.

Ho svelato fin troppo di questo racconto a dir poco profondo e ricco di significato, ma il resto lascio a voi scoprirlo. Carmela Scotti è in ogni frase, le appartiene tutto. La sua scrittura la riconoscerei tra mille, scava nel profondo, arriva fino alle ossa, non si spreca mai se no. Con questo racconto richiama un tema molto attuale ma a sua volta poco descritto nei romanzi. Una violenza psicologica alternativa. Il rapporto tra una madre e una figlia entrambe vittime di un uomo indegno di portare questo nome. L'ingenuità sfruttata per uno sporco e inumano obiettivo. Questo racconto mette i brividi, e le parole che l'autrice utilizza lo confermano. 
Soltanto dopo la sua partenza ho capito che le cose davvero brutte non hanno mai voce; ti piombano alle spalle senza far rumore e ti portano via tutto ciò che hai, un morso alla volta, un pezzetto di assenza alla volta, finché, pur restando viva, in qualche modo sei già morta.”


Ho conosciuto Carmela Scotti con il suo primo romanzo “L'imperfetta”. Mi ha stregato. Ho ritrovato il dolore e la storia di una bambina simile al mio primo romanzo e mi ha commosso. 
Mi sono innamorata della sua scrittura, così poetica,  ricercata, tagliente, affilata, una penna così non poteva passare inosservata. Cattura come una ragnatela. 
L'imperfetta è un romanzo che vuole stupire, che vuole far soffrire il proprio lettore, e intendo proprio questo. Il suo obiettivo è rendere più reale possibile una storia, far sentire ogni dolore e ogni tormento sulla pelle o nel cuore di ogni lettore, e ci riesce. Carmela Scotti è capace di questo. 
La vita di una bambina il cui destino fatto di parole l'ha aiutata a sopravvivere, una libertà che non ha mai potuto toccare con mano. Una bambina cresciuta in fretta, in grado di rimanere in piedi nonostante tutto e tutti. 
Ho ancora nella mia wishlist il suo nuovo romanzo “Chiedi al cielo”, non vedo l'ora di leggerlo. Ma aspetto il momento giusto, perché i suoi libri vanno letti solo se ti senti pronta ad affrontarli, vanno affrontati, non letti e lo dico nel senso più positivo del termine! Sono potenti come la sua voce. 
Si parla ancora di madri e figli, ma anche di forza delle donne, due temi ai quali Carmela Scotti è molto affezionata. Ogni suo scritto ci fa conoscere il sud dell'Italia, in ogni sua forma, ciò che non tutti sanno, storie di donne che hanno lottato per sopravvivere. 
Un'autrice che non smetterò mai di leggere. 

Estratti da “L'imperfetta”:
“Le parole sono segni d'inchiostro sulle pagine, riempiono la testa e poi la carta, in fila come processioni. […] A una a una indicava le parole su uno dei suoi libri, puntando l'indice sui segni scuri, e noi aggiungevamo le nostre alle sue...”
“Racconterò di voi per non sentire il tempo morto di questa cella, le urla, a grosse gocce appese alle pareti, i pidocchi e il cibo rancido. Che mi portino lontano i miei ricordi, al sonno calmo di mio figlio, che ho imparato ad amare, agli abbracci di mio padre, che sempre mi ha amata.”

Estratti da “Chiedi al cielo”:
“All'inizio fu difficile, perché le parole erano dappertutto, persino nel silenzio, ma poi diventò normale, e la bocca rimase serrata come un fortino assediato dal nemico.”
“Si era sentita così fiera, quasi incredula che avesse potuto metterlo al mondo lei quella meraviglia di bambino che, a soli quattro anni, aveva costruito una piccola lenza con degli stuzzicadenti per pescare dalla gola della mamma le parole che non volevano saperne di uscire da sole [...]”

TRE MOTIVI PER LEGGERE I ROMANZI DI Carmela scotti:

1. Per provare ogni tipo di emozione.
2. ‎Perché la sua scrittura disarma. 
3. Perché è una voce particolare che non si può non "ascoltare". 



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