[Recensione] RESTA CON ME - Tami Oldham Ashcraft - HarperCollins


Carissimi Sognalettori, oggi vi parlerĂ² di un libro che mi ha colpita particolarmente... "Resta con me" di Tami Oldham Ashcraft, edito da HarperCollins.

Ăˆ la prima volta che leggo un libro così, una storia vera e, in quanto tale, ha lasciato in me emozioni ancora piĂ¹ forti...



IL ROMANZO

Titolo: Resta con me
Autrice: Tami Oldham Ashcraft
Editore: Harper Collins
Data di uscita: 26 Giugno 2018
Genere: Narrativa Contemporanea
Pagine: 336
Prezzo cartaceo: 18,00€
Prezzo ebook: 6,99€


Giovani, innamorati e con un roseo futuro di fronte, Tami Oldham e il suo fidanzato Richard Sharp hanno trascorso alcuni mesi a visitare le isole polinesiane a bordo di una piccola barca a vela. Sono skipper provetti, e la proposta di portare l'Hazana, un modernissimo yacht a vela, fino al porto di San Diego è per loro un'occasione imperdibile che accettano con entusiasmo. Quando salpano da Tahiti il cielo è limpido e azzurro, ma a poco piĂ¹ di due settimane dalla partenza scoprono che un violento uragano sta facendo rotta su di loro, e avanza così velocemente che non c'è modo di sfuggirgli. Ăˆ una delle tempeste piĂ¹ violente della storia, e i due giovani si ritrovano ad affrontare pioggia battente, onde alte come grattacieli e venti che soffiano a quasi 260 chilometri all'ora. Tami scende sotto coperta, e proprio mentre si sta assicurando con una cima sente Richard gridare. Un rumore assordante, e poi il buio. Tami rimane incosciente per ore. Quando si risveglia l'imbarcazione è semidistrutta. Non ci sono navi nĂ© terra in vista, solo una sconfinata distesa d'acqua tutto intorno. "Resta con me" è la storia di due giovani e di quarantun giorni trascorsi in alto mare su un'imbarcazione che è poco piĂ¹ di un relitto, senza motore nĂ© alberi, con la strumentazione di bordo in avaria e una riserva d'acqua e cibo limitata. Ma è soprattutto una storia che parla di sopravvivenza, di forza di volontĂ  e di resilienza, e della straordinaria forza dell'amore.
Io amo il mare, da sempre, ha un eccezionale potere su di me, calma la mia "quiete" già naturale, mi trascina con sé nel suo infinito... questa volta mi ha trascinato violentemente nell'Oceano Pacifico, insieme ai protagonisti Tami e Richard... e onestamente mi domando io, da sola, cosa avrei potuto risolvere in una situazione tragica simile, impreparata a livello "nautico"...

41 giorni davvero esasperanti, dove la voglia di farla finita era sempre in agguato...
Nel romanzo Dio è menzionato piĂ¹ volte e a Dio si è aggrappata la protagonista e a Dio deve il raggiungimento del suo "obiettivo".
Non è stato sicuramente facile per Tami decidere di mettere per iscritto un'esperienza delicata e tragica come questa, e ancora ho le lacrime agli occhi nel ricordare tutto, fatico anche a scrivere queste semplici parole per recensire un libro che mi rimarrà per sempre nel cuore...
Il familiare nodo alla gola mi ricordĂ² quanto le partenze siano dure, per via dell'eventualitĂ  di non rivedere piĂ¹ qualcuno. Anche se torneremo presto, pensai, i nostri amici probabilmente non saranno qui.

Un grande libro oserei dire, che ha ispirato il film diretto da Baltasal Kormakur interpretato da Shailene Woodley (Colpa delle stelle) e Sam Claflin (Io prima di te).

Ottobre 1983, Tami aveva 23 anni, Richard 34 e lavoravano insieme; erano due skipper provetti che si occupavano di consegnare a destinazione o riparare le imbarcazioni.
50 miglia di navigazione sulle spalle, un gran bel traguardo!
I due fidanzati hanno trascorso alcuni mesi a visitare le isole polinesiane a bordo di una barca a vela di piccole dimensioni, il Mayaluga, e viene loro proposto, vista l'esperienza, di portare un moderno e brillante yacht a vela fino al porto di San Diego.
Osservando Richard che orientava le vele dell'Hazana riflettei su quanto fosse stato difficile per lui dire addio al Mayaluga. L'aveva costruito con le sue mani in Sudafrica e l'aveva battezzato con una parola, swazi, che significa -colei che va oltre l'orizzonte.

Ăˆ un'occasione imperdibile questa di portare il lussuoso Hazana da Thaiti al ricovero invernale in California! Ma questi 6.600 km di distanza si rivelano purtroppo catastrofici... pur essendo partiti con un cielo limpido e azzurro, a due settimane dalla navigazione un violento uragano sta per imbattersi contro di loro e sta avanzando molto velocemente!
 
Spingemmo l'Hazana al massimo. Non avevamo scelta, dovevamo uscire dal percorso di Raymond, che stava rapidamente facendo impallidire le due terribili tempeste che avevo sperimentato nel Pacifico prima di incontrare Richard. Sapevo che lui se l'era vista brutta nell'attraversamento del Golfo di Tehuantepec in Messico andando a San Diego. Ma quella tempesta presentava le condizioni peggiori...

Era una delle tempeste piĂ¹ violente della storia, l'uragano Raymond avanzava senza pietĂ  con una velocitĂ  di quasi 260km orari provocando onde alte come grattacieli...fino al momento in cui accadde il peggio.
Aprii gli occhi e vidi un cielo azzurro e nubi bianche vaporose. Mi pulsava la testa... su di me c'erano delle cose... non riuscivo a ricordare. Dov'ero?... La sua supplica mi tuonĂ² nel cervello. Doveva essere stata un'onda gigantesca...

Tami rimane incosciente per diverse ore, si risveglia ferita e debolissima nell'imbarcazione piena d'acqua e semidistrutta.
CiĂ² che avviene dopo è un susseguirsi di disperazione, coraggio e grande forza di volontĂ ! Richard, risucchiato dall'oceano, sembra parli ed accompagni Tami in ciĂ² che è stata una grande esperienza esistenziale: 41 giorni in mare su un'imbarcazione senza motore nĂ© alberi, con riserve di cibo e acqua limitate... 41 giorni durante i quali , la forza di andare avanti e riportare sulla terraferma l'Hazana, Tami la trova nell'amore che nutriva per Richard!
Il mare ed io. Dovevo muovermi. Non andava bene. C'era tanto da fare. Perché ero viva? Per cosa ero sopravvissuta?

Uccidermi sarebbe stato contrario a qualsiasi cosa avessi imparato nella mia vita. Se Richard era annegato significava che quello era il suo destino: stavo cominciando ad accettare che quella riflessione si insinuasse nella mia coscienza. Per lo meno Richard era morto in modo ammirevole, facendo ciĂ² che amava.

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