
Buonasera cari lettori! Oggi vi propongo l'intervista fatta a Cristian Mannu, autore del libro "Maria di Isili". Vi consiglio di leggerlo assolutamente!
- Copertina flessibile: 160 pagine
- Editore: Giunti Editore (20 aprile 2016)
- Autore: Cristian Mannu
È libertà. È aria che mi entra dentro
leggera. Sono parole che escono da non so dove e danzano sulla punta delle dita
e diventano frasi, storie.
2. Che tipo di lettore sei?
Un lettore disordinato e bulimico. Non
seguo una linea, anche se vorrei. Come nella scrittura. Procedo per
innamoramenti e addii. Passo da una poesia a un romanzo, da un racconto al
testo di una canzone. Leggo tre, quattro, anche cinque libri insieme. E poi mi
fermo. All’improvviso. Fino al successivo colpo di fulmine, alla successiva
scintilla.
3. Raccontaci qualcosa del tuo libro.
Non saprei davvero da dove iniziare. Da
Euripide potrebbe andar bene? O sarebbe meglio partire dalle periferie dove
sono cresciuto? Da Omero o da Sergio Atzeni? Da De Andrè o dalle frasi in
cagliaritano rubate durante i viaggi in bus quando andavo a scuola? Non saprei
proprio. Forse dovrei partire semplicemente da quello che è per me questo
libro. È la storia semplice di una vita, di tante vite. È una storia che ha le
sue radici in una terra chiamata Sardegna, ma che è valida ovunque e sempre,
credo. Almeno questo era quello che pensavo mentre la scrivevo. È “una storia
sbagliata” per dirla con Faber, una storia che invita a rimettere tutto in
discussione, che invita all’ascolto dell’altro, al rispetto. È una storia
cantata, raccontata, parlata.
4. Come è nata l'idea di questo libro? La
trama è stata chiara già dall'inizio o hai costruito la storia pian piano
durante la scrittura?
Il libro è nato per caso. È nato da
un’infatuazione, quasi da una magia. È nato da un pronome, “noi”, pronunciato
da Michela Murgia durante la presentazione del suo libro “L’Incontro”. Poi
attorno a questo “noi”, sono nati Maria
e Antonio. Da lì è come se un vulcano avesse iniziato a buttare fuori tutto il
fuoco che c’era dentro e che non sapevo ci fosse. Poco dopo c’è stata una
visita casuale e illuminante al museo Maraté di Isili. La trama non era chiara,
non lo è mai stata. L’opera si è costruita da sola, come un filo che appare e
scompare, come se a guidarla fossero tante voci diverse.
5. Scegli un estratto, particolarmente
significativo per te, dal tuo libro e parlacene.
Prendo l’incipit del secondo capitolo,
perché parla da solo e quindi non devo aggiungere altre parole. Perché parla il
vento che le spinge, parla il ritmo che le crea. È anche la parte che ho voluto
che Giunti mettesse sulla quarta di copertina:
“Dalle
mie parti c’è sempre stato vento. Vento
possente e intrigante. Vento che fruga e che rende impazienti. Vento che sembra
salire da un lontanissimo mare a levigare le pietre e spezzare famiglie e rami
di alberi forti. Ma se non hai mai preso schiaffi sull’altopiano di Nurri, non
puoi capirmi. E non puoi capire come si sente l’avena selvatica di Mandas a
maggio, quando ondeggia alta e verde e irrequieta come oggi.”
6. La citazione che useresti per descriverti
in questo momento e quella che descriverebbe la protagonista del tuo libro.
Ne uso una per descrivere entrambi. Anzi
due, ma le prendo tutt’e due da una canzone di Vasco Rossi, che per me, però,
ha la voce di Fiorella Mannoia: “Perché l’amore è solo un brivido che vola via.
È tutto un equilibrio sopra la follia” e “Forse alla fine di questa triste
storia qualcuno troverà il coraggio per affrontare i sensi di
colpa e cancellarli da questo viaggio per vivere davvero ogni momento con
ogni suo turbamento e come se fosse l'ultimo.”
7. Altra
domanda, altra citazione…
Pronto? Quale useresti per descrivere
al meglio la tua avventura da autore?
Vale anche se cito Harry Potter? Perché in
questo periodo devo dire che mi sento un po’ come lui. Come lui e anche come
Forrest Gump. Quindi facciamo che ne cito una da Harry e una da Forrest.
La prima è la frase che è scritta sul boccino
che Silente lascia ad Harry ed è “Mi apro alla chiusura”. E la seconda è quella
che diceva sempre la mamma di Forrest, e cioè che “la vita è come una scatola
di cioccolatini. Non sai mai quello che ti capita”.
8. Per concludere,
prenderei una parola chiedendoti di trovare un libro per ogni lettera che la
compone.
La parola che ho scelto è PREMIO
Potresti accompagnare i titoli dei libri da te proposti con
tre aggettivi che aiutino noi lettori a farci un’idea del libro?
P, come “Palline
di pane” di Paola Mastrocola: divertente, leggero, coinvolgente.
R, come “Ragazze
di campagna” di Edna O’ Brien: coraggioso, schietto, controcorrente.
E, come Euridice
di Maria Giacobbe: poetico, sospeso, tragico.
M, come “Mal di
pietre” di Milena Agus: sognante, sincero, sorprendente.
I, come “Il tempo
è un Dio breve” di Mariapia Veladiano: toccante, umano, spirituale.
O, come Olive
Kitteridge di Elizabeth Strouth: luminoso, lento, maestoso.
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