[RECENSIONE] ANCILLARY SWORD. Trilogia Imperial Radch. 2 - ANN LECKIE - OSCAR MONDADORI VALUT



Buongiorno Sognalettori,
oggi dedicherò questo spazio per parlarvi del secondo capitolo della trilogia “Imperial Radch”, Ancillary Justice, della autrice di fantascienza pluripremiata, Ann Leackie, pubblicato da Oscar Mondadori Vault, che ringrazio moltissimo per la copia cartacea ricevuta.

Prima di proseguire nella recensione è opportuno fare un breve riepilogo sull’autrice, 
Ann Leckie (Toledo, Ohio, 1966), da sempre appassionata di fantascienza, ha esordito nel 2013 proprio con Ancillary Justice, vincendo tra gli altri i premi Hugo, Nebula, BSFA, Arthur C. Clarke e Locus. Anche i successivi volumi Ancillary Sword (2014) e Ancillary Mercy (2015) hanno vinto il Locus e sono stati finalisti al Nebula.
Nello stesso universo di Ancillary sono ambientati il romanzo Provenance, di prossima pubblicazione in Italia per Mondadori, e i racconti Il lento veleno della notte e Lei Comanda e Io Obbedisco, compresi in questo volume. Nel 2019 Ann Leckie ha pubblicato il suo primo romanzo fantasy, The Rave Tower.

IL ROMANZO


Titolo: ANCILLARY JUSTICE. Trilogia Imperial Radch
Autore: Ann Leckie
Data di uscita: 22 Ottobre 2019
Genere: Narrativa straniera | Fantascienza
Pagine: 708


SU UN LONTANISSIMO PIANETA coperto di ghiaccio, Breq sta per recuperare l’oggetto di cui è in cerca da tempo – un prezioso manufatto costruito dall’inconoscibile e temutissima specie aliena Presger -, quando si imbatte in un corpo semiassiderato nella neve: è Seivarden Vendaai, una persona che Breq credeva morta da mille anni. Perché Breq non è ciò che sembra: diciannove anni, tre mesi e una settimana prima di quel giorno era la Justice of Toren, una gigantesca astronave da trasporto truppe in orbita attorno al pianeta Shis’urna insieme alle sorelle Sword e Mercy. Come tutte le navi dell’impero Radchaai, la Justice è un’intelligenza artificiale che controlla ancelle umane. Ma ora la Justice è stata distrutta e della sua coscienza pensante è rimasto solo un frammento: Breq.
Chi l’ha devastata ha portato via tutto ciò che le era più caro; solo due cose le rimangono: un fragile corpo umano nel quale sta imparando a nascondersi e un’inesauribile sete di vendetta. Il suo obiettivo è Anaander Mianaai, Lord del Radch, la creatura semi-immortale che da tremila anni detiene il potere assoluto sull’impero grazie alle sue migliaia di corpi interconnessi.

Già considerata un classico del genere, la premiatissima trilogia Ancillary disegna un universo estremamente originale e ricco di particolari spiazzanti, tanto complesso quanto coerente: un sistema nel quale le intelligenze artificiali si appassionano alla musica polifonica e sono ossessionate dal tè, mentre le differenze di genere non hanno senso. Ann Leckie esplora con incredibile immaginazione le sottigliezze psicologiche, i pregiudizi razziali, le passioni politiche e religiose dei suoi personaggi. Ma soprattutto fa ciò che da sempre fa la grande fantascienza: accompagnare il lettore, tra gigantesche battaglie interplanetarie e viaggi spaziali, alla scoperta di nuovi mondi, dove nessuno è mai giunto prima.




Prima di analizzare questo nuovo capitolo, vorrei fare un passo indietro, riportandovi due righe che trovate nelle prime pagine come nota del traduttore:
“Quella Radchaai è una cultura che non bada alla distinzione fra i generi sessuali, e questo si riflette sul linguaggio: dato che il genere non è importante, per consuetudine tutte le persone vengono indicate con il pronome femminile”.

Bene, direi che possiamo iniziare.
Il Radch, che dà il titolo alla trilogia, è un impero millenario, dove migliaia di corpi sono al servizio di intelligenze artificiali.
All’interno di questo mondo convivono coscienze umane e coscienze artificiali. Queste ultime sono rappresentate dalle astronavi, a tutti gli effetti delle entità vive, dotate di raziocinio, capaci di provare gioia e dolore.
La storia è raccontata, proprio, da un’intelligenza artificiale. L’IA di una nave, la Justice of Toren, anzi, una delle sue Ancelle, One Esk (o Breq, come si fa chiamare).
Le Ancelle sono create partendo da corpi umani modificati.

Nel primo romanzo, Ancillary Justice, Breq sta per recuperare l’oggetto di cui è in cerca da tempo, quando si imbatte in un corpo semiassiderato nella neve. Questo è l’evento scatenante che ci trascina in un viaggio in cui la protagonista inizia una caccia spietata, mossa da una inesauribile sete di vendetta. Il suo obiettivo è Anaander Mianaai, Lord del Radch, creatura semi-immortale che da tremila anni detiene il potere assoluto sull’impero grazie alle sue migliaia di corpi interconnessi.
Tuttavia, il piano di Breq non è andato esattamente come previsto. Anzi, le sue azioni hanno messo in moto tutta una serie di eventi che porteranno la nostra protagonista verso un nuovo livello di consapevolezza sui propri mezzi e sulla propria ‘umanità’.
Breq, ormai diventata Breq Mianaai, ottiene la carica di Capitano di Flotta, quindi una nave, la Mercy of Kalr. Il suo obbiettivo è raggiungere la stazione di Athoek, in orbita intorno a un pianeta lontano, per proteggerla dai nemici dei Rach, che vanno dalla minaccia degli alieni Presger ai pericoli interni all’Impero.
Breq è fortemente motivata dalla missione perché sulla stazione di Athoek vive la sorella minore del Tenente Awn.
Dovete leggere Ancillary Justice per capire quanto ciò sia importante. Per complicare ulteriormente le cose, a Breq le viene assegnato un Tenente novellino che sembra nascondere qualcosa…

In una trilogia, il primo romanzo ci presenta il nuovo mondo, l’ultimo ha tutta l’epica del giusto epilogo. L’anello debole rimane sempre il secondo. Un po’ più statico degli altri. Ancillary Sword tradisce questo principio.

In Ancillary Justice, l’autrice ci ha condotto per mano verso un mondo in cui i pronomi femminili venivano usati a prescindere dall’origine biologica dei personaggi. Ci ha presentato il suo universo.
Mi aspettavo che il secondo volume servisse semplicemente per traghettarci verso il finale, magari pirotecnico. Invece, in Ancillary Sword, pur essendo ambientato, prevalentemente, nella stazione di Athoek e sul pianeta di riferimento, presenta molti più accadimenti, molti più eventi e relative riflessioni, rispetto al primo libro.
Per fare un esempio, la stazione di Athoek è famosa per le sue piantagioni di tè, dove i proprietari vivono nel lusso più sfarzoso, mentre i bambini sono quasi schiavizzati. Leckie, l’autrice, forse vuole farci capire il suo punto di vista sulla piaga dell’imperialismo e della schiavitù. Ad ogni modo, conosciamo la situazione, l’antefatto e il presente, eppure diventa difficile prevedere cosa potrebbe accadere a Breq. E di cose, credetemi, ne accadono tantissime.

L’unica debolezza di questo secondo romanzo è la mancata, o comunque lenta, progressione della trama principale. e qui mi riallaccio alla considerazione iniziale sulle trilogie. Molte delle domande generate in Ancillary Justice rimangono, ancora, senza risposta. Anzi, per paradosso, ne crea di nuove, tipo, quale segreto si nasconde dietro il Portale Fantasma? Che ruolo hanno gli alieni Presger nel conflitto?
In altre parole, non ci resta che iniziare la lettura del capitolo finale.
Personalmente posso dire d’essere ampiamente soddisfatta e consiglio a tutti la lettura di questa trilogia originale e incalzante.

Buonanotte, gentili amici. Buonanotte. Mai tirarsi indietro. Mai avere paura. E mai, mai dimenticare


Aggettivi: originale, creativa, affascinante.

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