[RECENSIONE - PREMIO STREGA] FEDELTÀ - MARCO MISSIROLI - EINAUDI


Buongiorno Sognalettori!
Oggi vi parlerò di un altro romanzo arrivato alla cinquina finale del Premio Strega 2019, "Fedeltà" di Marco Missiroli, pubblicato dalla casa editrice Einaudi.

A quattro anni di distanza da
"Atti osceni in luogo privato”,Marco Missiroli torna il libreria con un romanzo tanto atteso e molto chiacchierato.

IL ROMANZO

Genere: Narrativa Contemporanea
Data di uscita: 12 Febbraio 2019
Prezzo cartaceo: 19,00€
Prezzo ebook: 9,99€


«Il malinteso», così Carlo e Margherita chiamano il dubbio che ha incrinato la superficie del loro matrimonio. Carlo è stato visto nel bagno dell'università insieme a una studentessa: «si è sentita male, l'ho soccorsa», racconta al rettore, ai colleghi, alla moglie, e Sofia conferma la sua versione. Margherita e Carlo non sono una coppia in crisi, la loro intesa è tenace, la confidenza il gioco pericoloso tra le lenzuola. Le parole fra loro ardono ancora, così come i gesti. Si definirebbero felici. Ma quel presunto tradimento per lui si trasforma in un'ossessione, e diventa un alibi potente per le fantasie di sua moglie. La verità è che Sofia ha la giovinezza, la libertà, e forse anche il talento che Carlo insegue per sé. Lui vorrebbe scrivere, non ci è mai riuscito, e il posto da professore l'ha ottenuto grazie all'influenza del padre. La porta dell'ambizione, invece, Margherita l'ha chiusa scambiando la carriera di architetto con la stabilità di un'agenzia immobiliare. Per lei tutto si complica una mattina qualunque, durante una seduta di fisioterapia. Andrea è la leggerezza che la distoglie dai suoi progetti familiari e che innesca l'interrogativo di questa storia: se siamo fedeli a noi stessi quanto siamo infedeli agli altri? La risposta si insinua nella forza quieta dei legami, tenuti insieme in queste pagine da Anna, la madre di Margherita, il faro illuminante del romanzo, uno di quei personaggi capaci di trasmettere il senso dell'esistenza. In una Milano vivissima, tra le vecchie vie raccontate da Buzzati e i nuovi grattacieli che tagliano l'orizzonte, e una Rimini in cui sopravvive il sentimento poetico dei nostri tempi, il racconto si fa talmente intimo da non lasciare scampo.



«Il malinteso», così Carlo e Margherita chiamano il dubbio che ha incrinato la superficie del loro matrimonio.
Carlo è stato visto nel bagno dell'università insieme a una studentessa: «Si è sentita male, l'ho soccorsa», racconta al rettore, ai colleghi, alla moglie, e Sofia conferma la sua versione. Margherita e Carlo non sono una coppia in crisi, la loro intesa è tenace, la confidenza il gioco pericoloso tra le lenzuola.
Le parole fra loro ardono ancora, così come i gesti. Si definirebbero felici.
Ma quel presunto tradimento per lui si trasforma in un'ossessione, e diventa un alibi potente per le fantasie di sua moglie.
La verità è che Sofia ha la giovinezza, la libertà, e forse anche il talento che Carlo insegue per sé. Lui vorrebbe scrivere, non ci è mai riuscito, e il posto da professore l'ha ottenuto grazie all'influenza del padre.

La porta dell'ambizione, invece, Margherita l'ha chiusa scambiando la carriera di architetto con la stabilità di un'agenzia immobiliare. Per lei tutto si complica una mattina qualunque, durante una seduta di fisioterapia. Andrea è la leggerezza che la distoglie dai suoi progetti familiari e che innesca l'interrogativo di questa storia: se siamo fedeli a noi stessi quanto siamo infedeli agli altri?
La risposta si insinua nella forza quieta dei legami, tenuti insieme in queste pagine da Anna, la madre di Margherita, il faro illuminante del romanzo, uno di quei personaggi capaci di trasmettere il senso dell'esistenza.

In una Milano vivissima, tra le vecchie vie raccontate da Buzzati e i nuovi grattacieli che tagliano l'orizzonte, e una Rimini in cui sopravvive il sentimento poetico dei nostri tempi, il racconto si fa talmente intimo da non lasciare scampo.
Premetto la mia delusione nel leggere un romanzo su cui avevo creduto molto e che aspettavo da tempo. Ho faticato a finirlo e il piacere di leggerlo l’ho perso più o meno alla trentesima pagina.
Scritto con una lingua lenta, pedante così come i suoi personaggi che personalmente non mi hanno trasmesso nulla. Da perdenti iniziano e da perdenti finiscono. Nessun arco di trasformazione per nessuno di loro, veramente inconsistenti.
L’autore descrive troppo non lasciando spazio al lettore, che si ritrova a dover leggere inutili spiegoni.
Non so se tutto questo sia stato voluto o meno, in tal caso è una scelta che a me non convince, non mi entusiasma e non mi ha lasciato nulla dentro.
I suoi personaggi li ho dimenticati il giorno dopo e mi viene perfino difficile ricordarne qualcosa.

A questo punto spero in un suo libro migliore!


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