Buongiorno amici lettori, oggi vi parlerĂ² di una nuova pubblicazione firmata Editrice Nord, "La chiave dei ricordi" di Kathryn Hughes in uscita oggi 14 febbraio.
Ringraziamo la casa editrice per la copia in anteprima.
La mia recensione prende parte al Review Party organizzato in occasione dell'uscita del libro quindi oltre il mio parere potrete leggere anche le opinioni degli altri blog coinvolti.
IL ROMANZO
Genere: Narrativa Contemporanea
Data di uscita: 14 Febbraio 2019
Prezzo cartaceo: 16,90€
Prezzo ebook: 9,99€
Da dove si ricomincia, quando si ha perso tutto? Sarah non ha ancora una risposta. A trentotto anni, dopo un divorzio difficile, è tornata a casa dei genitori, convinta di non avere piĂ¹ un futuro. Per distrarsi dai suoi problemi, decide di scrivere un libro su Ambergate, l'ospedale psichiatrico in cui aveva lavorato il padre, ormai chiuso da anni e che verrĂ presto demolito. Girovagando tra i corridoi di quell'enorme edificio in rovina, Sarah s'imbatte in una vecchia, polverosa valigia, abbandonata lì chissĂ quando da una paziente. Dentro c'è un biglietto su cui sono scritte poche righe che, sorprendentemente, la riguardano molto da vicino... Rintracciare quella paziente diventa allora una missione. Spinta da una forza che credeva di aver perduto, Sarah insegue i labili indizi lasciati da quella donna, ricostruendo la storia di un dolore così grande da essere scambiato per follia, di un amore capace di rischiarare anche le tenebre piĂ¹ buie, di un segreto rimasto sepolto troppo a lungo. Un segreto che potrebbe cambiare anche la vita di Sarah.
La chiave dei ricordi è un romanzo a dir poco emozionante, estremamente intenso e a tratti malinconico e commovente; non mi aspettavo di leggere una storia che fosse in grado di smuovere così tanti sentimenti ma è proprio quello che è successo.
Tutto ruota intorno all'Ambergate, un ospedale psichiatrico aperto nel 1872 e chiuso nel 1997 con piĂ¹ di un secolo di vicende da raccontare; il racconto di questa storia è affidato ai ricordi e alle parole di tre donne, Sarah, Hellen ed Amy, due nel passato e una nel presente e tutte quante, chi direttamente e chi indirettamente, venute a contatto con Ambergate.
Sarah ha 38 anni ed è uscita da poco da un difficile divorzio così torna per un po' a casa del padre mentre cerca di capire come andare avanti con la sua vita; è sempre stata incuriosita dal lavoro del padre che ha lavorato per anni proprio all'Ambergate e ha deciso di scrivere un libro per raccontare la storia di questo luogo.
La soffitta era lunga ma bassa, con le valigie incuneate sotto le falde del tetto infestate dai tarli. Ce n’erano di ogni misura e colore, tutte con un cartellino fissato alle maniglie con lo spago. Sarah ne prese un’altra e l’aprì. L’odore di muffa degli indumenti le fece storcere il naso...Sarah corrugĂ² la fronte. -Dobbiamo essere metodici. Ci saranno piĂ¹ di venti valigie, qui, ciascuna con la sua storia da raccontare.
Durante una delle sue tante incursioni all'interno dell'edificio ormai abbandonato e prossimo alla demolizione, aiutata nelle sue ricerche da Nathan, un giovane senzatetto che si rifugia all'interno del manicomio, scopre in una soffitta tante valigie ricoperte di polvere appartenenti ai vecchi pazienti dell'istituto; ogni valigia racconta la vita di tutte le povere anime che a torto o ragione sono passati per i corridoi dell'Ambergate, alcuni di loro per brevi periodi e altri piĂ¹ sfortunati costretti a vivere in quel luogo fino alla morte.
Sono racconti di sogni e di speranze finiti nel dimenticatoio e spazzati via dalle ingiustizie della vita.
Fra tutte le valigie, Sarah, ne trova una che la colpisce piĂ¹ delle altre perchĂ© contiene un biglietto con poche parole che la sconvolgono per il loro significato... lei ancora non lo sa ma quel biglietto è legato a doppio filo alla sua vita e a quella della sua famiglia.
Sarah accarezzĂ² la lana morbidissima, poi l’accostĂ² alla guancia. Con l’altra mano esplorĂ² il fondo della valigia, dove trovĂ² un foglio di carta piegato a metĂ . PosĂ² il coprifasce e lo aprì. Le prime quattro parole erano scritte in maiuscolo e non ebbe bisogno degli occhiali da lettura per coglierne l’importanza. «Ma cosa...» Nathan alzĂ² gli occhi dalla tastiera. «Che succede?» Lei gli passĂ² il foglio, senza una parola. Nathan lesse e cambiĂ² espressione. «Cristo santo» .
Hellen ad Amy sono entrambe vissute nel periodo di attività dell'Ambergate anche se le loro vite sono l'una l'opposto dell'altra, perché Hellen lavora nell'Istituto come apprendista infermiera ed Amy è una delle pazienti.
Hellen arriva ad Ambergate piena di gratitudine avendo la possibilitĂ di realizzare il suo sogno di diventare infermiera e poter cosi aiutare il prossimo; è una ragazza di buon cuore, pronta a battersi per cambiare il mondo e fare la differenza ma purtroppo la realtĂ con cui si scontra lavorando in manicomio per lei è difficile da gestire, non si aspettava la crudeltĂ riservata dal personale verso i pazienti, trattati in modo disumano tanto da far pensare ad Ambergate piĂ¹ come ad un carcere che a un centro psichiatrico.
Cresciuta all'ombra di Ambergate, le era capitato di sentire storie raccapriccianti su quanto vi avveniva e la sua giovane mente fantasiosa aveva evocato immagini di pazienti seminudi, con capelli da cavernicolo e occhi spiritati, nascosti tra i cespugli a borbottare sbavando parole incomprensibili. Mentre si avvicinava all'ingresso, i suoi pensieri andarono ai derelitti ospitati in quella sorta di gigantesco deposito per malati di mente, molti dei quali erano abbandonati o dimenticati dalla famiglia e dalla società . Strinse le labbra con determinazione e salì gradini di pietra con passo deciso.
La giovane Amy è sicuramente il personaggio che piĂ¹ colpisce l'animo di chi legge per la sua storia tragica e sconvolgente, rinchiusa in manicomio dal padre contro la sua volontĂ perchĂ© ritenuta pazza; in realtĂ la ragazza è stata profondamente traumatizzata dalle tragedie che hanno segnato la sua infanzia e il trattamento che le viene riservato ad Ambergate è profondamente ingiusto.
Amy lotta con tutte le sue forze per non farsi sopraffare dalla disperazione ma finisce per arrendersi al dolore e diventa l'impotente vittima del suo triste destino.
Non ero malata di mente. Non c’era motivo per tenermi chiusa lĂ dentro. Ero una peste, lo ammetto, e aggredire un’altra paziente con un frammento di ceramica non li ha certo convinti che fosse arrivato il momento di restituirmi al mondo normale... ma mi hanno trasformato in qualcosa che non ero.
L'autrice ha fatto un ottimo lavoro nella caratterizzazione dei personaggi che risultano di grande impatto emotivo e ha descritto con grande dovizia di particolari le scene all'interno dell'istituto psichiatrico con un linguaggio semplice, diretto e molto realistico trattando anche argomenti che possono sembrare scomodi e delicati, ma l'Ambergate non ha solo connotati negativi, in mezzo al dolore e alla paura c'è anche spazio per piccoli gesti inaspettati, per sentimenti d'amicizia e persino d'amore che impreziosiscono ulteriormente la storia.
Consiglio questo libro a chi ama le storie piene di sentimenti contrastanti che attraverso un tortuoso cammino conducono alla redenzione e alla veritĂ .
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