[IL NOSTRO DIARIO] INTERVISTA A GIANLUCA MOROZZI - FRANCESCA


Venerdì 10/05/2019, ore 18.
Incontro Gianluca al bar di fronte alla libreria di Matteo, Liberamente, dove alle 18.30 si ter-rà la presentazione.
Sono emozionata, è la mia prima intervista, ed è la prima cosa che gli dico. Gianluca è davvero simpatico, una persona davvero alla mano e subito mi sento a mio agio e davanti a due bicchieri di vino bianco cominciamo a parlare del suo nuovo libro, “Bologna in fiamme”, edito Battaglia Edizioni, uscito ad aprile.

“Bologna in fiamme” è un romanzo a 2 voci. Quella di Vasco, il bullo della scuola con una personalità però estremamente debole, e quella di Simon, preso in giro per la sua omosessualità. Due figure molto lontane fra loro. Ti sei ispirato a qualcuno in particolare che conosci? Hai vissuto o fatto vivere situazioni del genere?

Ai tempi della scuola media avevo un compagno simile a Vasco, fastidioso e stupido. Qual-che anno dopo l’ho incontrato allo stadio insieme a suo figlio, ho scoperto che è un mio fan, ha letto i miei libri ed ha anche qualche mia intervista. Lui non ha mai saputo di essere sta-to il mio tormento, così come Vasco non sa di esserlo stato per Simon. 

Simon è il personaggio che mi ha più colpita, soprattutto per la sua crescita nel corso del romanzo. È il personaggio che è maggiormente maturato sia caratterial-mente che lavorativamente. Hai scelto tu di fargli compiere questo percorso?

È uno dei pochi romanzi che ho scritto dove i personaggi hanno una crescita; in genere re-stano uguali o peggiorano addirittura. Questa volta volevo che, trovandosi costretti a colla-borare tra loro per sopravvivere, crescessero, influenzandosi l’un l’altro e migliorandosi.

È un romanzo in cui si viaggia: dalle suite e i party di New York passando per Bolo-gna e arrivando a Marradi. Perché Marradi?

Marradi perché mia nonna paterna era di Tredozio, distante qualche chilometro, e perché Marradi è il paese natale di Dino Campana, il poeta. È vero che ho visto più volte Tredozio ma scrivere di un omicidio a Tredozio suonava male, Marradi invece ha un qualcosa di sur-reale, di strano. 

Com’è nato il personaggio di Achille Cordova?

Avevo in mente un regista alla Bellocchio, un regista di film di spessore, di culto assoluto, spesso premiato per il film più facile ma anche il più brutto. Un uomo con un'unica debolez-za umana: l’amore per la seconda moglie, quell’amore che ha invece fatto mancare alla prima moglie. 

In sostanza il libro comincia dalla fine, dal punto di vista dei personaggi al termine del loro percorso. L’hai fatto per creare maggior suspence?

In sede di montaggio mi sono accorto che cominciare dal vero inizio avrebbe reso il tutto un po' troppo debole. Per cui ho scelto di cominciare dalla fine, per trascinare il lettore mag-giormente all’interno del romanzo. 

Hai un luogo preferito dove scrivi? Segui dei riti particolari?

Mi piace scrivere di pomeriggio. Il pomeriggio è poco poetico ma è molto lungo. General-mente scrivo a casa mia, anche se mi è capitato di scrivere un romanzo intero durante vari viaggi in treno. Non ho problemi a scrivere in mezzo alla gente, quando scrivo non mi di-straggo mai. 

Oltre che scrittore sei conduttore radiofonico, insegnante di scrittura creativa e mu-sicista. Comunichi con il tuo pubblico in diversi modi. Hai scelto tu di fare tutte queste cose o l’arte ha scelto te?

Ho sempre voluto scrivere, è il mio mestiere. La musica è una passione ma il talento non mi ha assecondato per cui rimane un hobby. L’insegnante non avrei mai pensato di farlo nella mia vita e invece 10 anni fa mi hanno proposto di fare un piccolo corso e mi ha diverti-to per cui ho continuato. Mi piace molto parlare per cui fare radio è divertente; non ha ritmi televisivi, la radio è calma. 

Sono appassionata di musica. Quale canzone associ a “Bologna in fiamme”?
Bella domanda! La canzone che meglio associo al romanzo è “Jesus Etc.” dei Wilco, un gruppo assolutamente da conoscere, contenuta nel loro disco “Yankee Hotel Foxtrot”.


Ringrazio Gianluca per la cortesia e l’attenzione prestata e spero di incontrarlo di nuovo, magari in occasione dell’uscita di un nuovo romanzo. 
Ringrazio la Battaglia Edizioni per l’interesse mostrato nei confronti del blog.

Vi saluto con una citazione di Gianluca regalata durante la presentazione che mi ha fatto molto sorridere: “I romanzi sono come il porco; non si butta via niente e si ricicla tutto”. 


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