[RECENSIONE] LA DONNA CHE NON INVECCHIAVA PIù - GREGOIRE DELACOURT - DEA PLANETA LIBRI


Buongiorno Sognalettori! Eccomi di ritorno sul blog con la mia prima recensione del Nuovo Anno… ed inauguro il mio 2019 letterario con un libro alquanto singolare, a partire dal titolo “LA DONNA CHE NON INVECCHIAVA PIÙ” dell’autore francese Grégoire Delacourt, pubblicato in Italia dalla casa editrice DeA Planeta.

GRÉGOIRE DELACOURT è pubblicitario e autore di numerosi racconti e romanzi, tutti pubblicati in Francia da JC Lattès. Il suo maggior successo, Le cose che non ho, ha superato il milione di copie vendute nel mondo ed è diventato un caso letterario internazionale.


IL ROMANZO


Genere: Narrativa contemporanea
Data di uscita: 13 Novembre 2018
Prezzo cartaceo: 15,00€
Prezzo ebook: 7,99€


Ci sono quelle che non invecchiano mai perché se ne sono andate troppo presto. Ci sono quelle che invecchiano senza patemi, perché sono troppo impegnate a godersi la vita. Ci sono quelle disposte a tutto pur di apparire più belle, più magre, più sexy, pur di negare l'ineluttabile e restare aggrappate a ciò che il tempo si ostina a volerci strappare. E poi c'è Betty. Betty che, misteriosamente, smette di invecchiare appena compiuti i trent'anni - la stessa età della madre al tempo della sua tragica e prematura scomparsa. Sul volto di Betty gli anni scorrono innocui e trasparenti come acqua. Sarà forse lo sguardo intenso e innamorato di suo marito a tenere lontane le rughe? A scongiurare gli effetti dei giorni che inesorabili scivolano tra le dita? Man mano che la sua anomalia si fa più evidente, la vita un tempo tranquilla di Betty comincia a vacillare. Perché un volto senza età è un volto senza storia, senza ricordi, senza passioni. Uno specchio vuoto in cui, presto o tardi, gli altri cessano di riconoscersi.


Questo libro ha come protagonista la narratrice Martine Rousseau che ci racconta, in prima persona, la sua intera vita, scandendola in modo preciso e ordinato fin dalla sua nascita.
Ogni anno di vita è ricco di vicende, avvenimenti, cifre e dettagli essenziali, utili sia per presentarla ai lettori, sia per farne capire maggiormente il contesto storico e mondano.

La storia di Martine infatti parte proprio alla sua nascita e ne descrive con precisione altezza, peso, circonferenza cranica e così via, proprio come si fa con i bambini appena nati: ci dice che era una bella bimba, nella norma, dai boccoli biondi e ghiotta di noci e mandorle.

Ci racconta inoltre di essere figlia di due genitori molto giovani che si sono innamorati e hanno continuato ad amarla negli anni nonostante tutto, nonostante la guerra che ha costretto il padre Henry a partire dalla Francia diretto in Algeria… e che l’ha fatto poi tornare cambiato, nonostante le difficoltà della madre Paule di allevare da sola una bimba nei primi anni di vita… e la sua passione per la cultura.

Martine ci descrive con quanta normalità la propria vita venga scandita dai quotidiani avvenimenti di una normale famiglia francese della metà degli anni ’50, e ci parla dei cambiamenti, citando qua e là alcuni dettagli e particolari storici importanti come le canzoni dell’epoca, i film, le scoperte, le notizie di cronaca che fanno da contorno e che aiutano a contestualizzare meglio quel periodo rendendolo veritiero.
Tuttavia, se dapprima lo scorrere del tempo viene visto come una cosa assai normale per la piccola, ad un certo punto della sua infanzia un trauma la cambia per sempre:
Aveva da poco compiuto trentacinque anni. Credevo fosse immortale. A tredici anni, invecchiai di colpo.
Questo cambiamento improvviso e doloroso, la stravolge dolorosamente nel profondo dell’animo, e di riflesso cambia completamente anche la sua visione della vita: tutto ciò che prima aveva una certa importanza la perde, e quello che per lei inizialmente era quasi invisibile comincia ad acquistare un certo peso.

La protagonista continua a crescere e fa nuove esperienze, cerca comunque di vivere una vita svagata, serena e a passo coi tempi, si innamora e a giovane età si sposa ma qualcosa in lei si è rotto, anche se lei non ha ancora idea di cosa possa essere.
A trent'anni, il mio viso conservava una freschezza da bambina, delle rotondità da madeline – come quelli di Kim Basinger, Ornella Muti e Isabelle Huppert, che avevano la mia stessa età; iniziavano tuttavia ad affiorare lineamenti più fini, affilati, che avrebbero tracciato il mio volto da donna.
Fino a quando per assecondare la richiesta di un’amica, all'età di 30 anni, Betty accetta di posare come modella per un fotografo che ha scelto come scopo il mostrare i cambiamenti del tempo riflessi sui volti di sconosciuti i quali, ogni anno, nello stesso giorno, si ripresentano per farsi scattare una foto, una soltanto all'anno ma nella stessa esatta posa dell’anno precedente.

Via via il fotografo confronta queste foto negli anni e le studia con particolareggiata attenzione per il suo personale progetto. La nostra protagonista accetta di buon grado, tanto cosa mai potrebbe farle di male una foto? Sceglie una camicetta bianca e si mette in posa come le viene richiesto dal fotografo Fabrice.
Questo è l’inizio dell’immutato cambiamento, l’inizio di un qualcosa che, involontariamente, sconvolgerà ulteriormente la sua vita e le farà riconsiderare nuovamente le sue priorità. 
Il giorno dell’anniversario del mio primo ritratto, Fabrice scattò la seconda fotografia.Sistemò lo stesso fondale color perla, la stessa luce elegante e naturale. Indossavo la stessa camicia. Assunsi la stessa posizione di un anno prima […] Fabrice confrontò le due immagini, le esaminò a lungo con il contafili. E io intuii che qualcosa non andava.
Quando ho iniziato a leggere “La donna che non invecchiava più” mi ero immaginata qualcosa di leggermente diverso ma non per questo mi sono lasciata intimorire durante la lettura. Mi sono invece lasciata trasportare dalla voce narrante di Martine/Betty (capirete il perché di questo duplice nome solo leggendo il libro) e mi sono adeguata alla scrittura insolita dell’autore Delacourt. Non ho letto altri suoi libri prima, tuttavia ne sono stata piacevolmente stupita ed ho letto il libro praticamente tutto d’un fiato.

Ho trovato alquanto singolare lo stile narrativo dell’autore, non quanto a completezza o coinvolgimento ma proprio per il modo di affrontare la trama e la scelta che ha preso di donare quell'insolito tipo di voce alla protagonista, quel tipo di vita e quel tipo di avversità da affrontare. Perché in fondo è di questo che si tratta: la vita di una bimba, di una fanciulla, di una donna, di una madre che cresce negli anni e vede il mondo scorrerle accanto ad un ritmo completamente diverso dal proprio, un ritmo discordante che lei non ha scelto e che non desidera ma al quale deve adeguarsi per forza.

Ho apprezzato molto l’idea della scansione temporale, quasi di anno in anno della vita di Martine, ma ancor di più le spiegazioni di quella di Betty, perché ho potuto quasi vedere attraverso i suoi occhi, mi sono immedesimata nelle sue angosce e nelle sue difficoltà ma anche nelle sue gioie e nelle soddisfazioni della vita.

Ciò che mi ha colpito maggiormente è il carattere della protagonista la quale, sebbene non abbia vita facile, non si perde mai d’animo e affronta tutto quel che le capita sempre con spirito positivo e propositivo, lasciandosi sì ferire ma mai abbattere.

Lo stile fresco ed innovativo, diretto e privo di contorte descrizioni o arzigogolamenti vari mi ha permesso di assaporare appieno l’essenza del libro, di capirne il messaggio finale e di provare un punto di vista nuovo di lettrice: non importa quale sia la trama di un libro e se ti piaccia o meno, si deve sempre cogliere quel che di nuovo ci offre ed apprezzarlo proprio perché unico e originale.

Ne consiglio la lettura a chiunque abbia voglia di mettersi alla prova, a chiunque voglia esplorare uno stile narrativo diverso da quello al quale si è abituati, a chiunque voglia fare la conoscenza di Martine/Betty e a chiunque voglia vedere la vita da un nuovo punto di vista.


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